Non poteva iniziare in maniera migliore la stagione 2021 di Maverick Vinales. Il pilota di Figueres ha disputato una gara in Qatar che ha rasentato i limiti della perfezione esaltando non solo le potenzialità della Yamaha 2021 ma anche tutti i progressi compiuti dallo spagnolo negli ultimi anni. La convivenza con Valentino Rossi è stata meno semplice di quanto sia apparso all’esterno del paddock. Ritorna su questi temi il team director di Yamaha Massimo “Maio” Meregalli nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Yamaha è la moto da battere ?
Pronti via e la Yamaha fa bottino pieno soffiando la vittoria alla strafavorita Ducati. Tra test, prove, qualifiche e primo giro di gara l’esito del weekend MotoGP sembrava scontato. Maverick era rimasto pure attardato in partenza scivolando in 9 posizione. La gestione dei 22 giri è però stata a dir poco perfetta. Piano piano ha scalato la classifica senza stressare gli pneumatici e senza correre rischi eccessivi. La fluidità della YZR-M1 tra le curve di Losail ha messo in evidenza tutte le potenzialità del mezzo nipponico. Se potenza motore e scatto pendono a favore della moto di Borgo Panigale, Yamaha può contare sull’evoluzione estrema del telaio che ha portato la moto a raggiungere livelli straordinari in tema di agilità e guidabilità. Il team director Yamaha torna su questi aspetti, in particolare rispondendo a tutti quelli che si chiedono se anche Yamaha farà utilizzo del sistema holeshot che consente di abbassare la parte anteriore della moto in partenza. In questo modo si evita che la moto si impenni permettendo al pilota di scattare più velocemente allo spegnimento dei semafori rossi. Maio si dichiara favorevole ad una sua introduzione sulle moto di Vinales e Quartararo, infatti annuncia: “non so quando arriverà, ma ci stiamo assolutamente lavorando”.
Yamaha vs Ducati
Se la lotta parrebbe essere per il momento tra Yamaha e Ducati è allora il caso di analizzare insieme a Maio Meregalli quali aspetti della propria moto possono fare la differenza. Tornando alla gara del Qatar si è raccontato assolutamente fiducioso anche nei minuti precedenti alla partenza: “ero convinto che nel momento del decadimento delle gomme Ducati ce l’avremmo fatta”. Volgendo lo sguardo verso il futuro invece individua nell’aerodinamica la chiave di svolta: “ I piloti si sentono molto bene sull’anteriore, possono attaccare. Questo fa la differenza. L’aerodinamica ci ha fatto guadagnare qualche chilometro”. Ripensando invece alle gare complicate del 2020 Meregalli è sicuro di dove la Yamaha dovrà confermare queste sue potenzialità: “Portimao, dove lo scorso anno abbiamo faticato. Sarà un bel banco di prova. In Qatar la nostra trazione ha permesso a Maverick di stare incollato alla Ducati quando loro hanno iniziato a soffrire“.
MotoGP, il Qatar ed un 2021 da profondo Rosso
Senza Vale vedremo un Vinales diverso?
È vero che la prima gara è sempre importante, ma è anche vero che Maverick Vinales non è nuovo a grandi successi. Si tratta di un pilota da anni sulla cresta dell’onda al quale è sempre mancato poco per chiudere il cerchio. Allora lo spagnolo non può che essere atteso già dal weekend di Pasqua ad una conferma di quanto visto alla prima uscita stagionale. Maverick così come accade a tanti piloti ha dimostrato di soffrire più psicologicamente che altro. Valentino che nella sua carriera ha messo sotto scacco la resistenza psicologica di tanti grandi campioni non può che aver influito anche sullo spagnolo. La presenza ingombrante del 9 volte campione del mondo non è mai stata digerita fino in fondo da Vinales. Non più tardi di 15 giorni fa in un intervista aveva sottolineato che con il dottore lo sviluppo della moto seguiva due direzioni opposte e ciò non era assolutamente d’aiuto ne per il mezzo ne per i meccanici. Allora forse le incomprensioni tra i due non sono mai state realmente comprese all’esterno del paddock e solo ora tra rivelazioni e risultati emergerà finalmente la verità. In questo senso sono significativi e da interpretare alcuni passaggi dell’intervista a Meregalli: “Senza Valentino ho l’impressione che Maverick abbia più sicurezza in se stesso”. E poi ancora: “Vinales anche nel lavoro quotidiano e di sviluppo ha trovato maggiore tranquillità. Anche se è facile dirlo quando le cose vanno bene“. Probabilmente alla fine questa “verità” non verrà mai fuori fino in fondo ma nel frattempo Yamaha si gode la sua moto e il suo pilota.