Era il 17 agosto dello scorso anno quando José Mourinho si complimentava con proprietà e dirigenza per un grande ed inaspettato colpo di mercato: il centravanti inglese Tammy Abraham. Edin Dzeko dopo anni di rumors lasciava la capitale e ad oggi, a distanza di sei mesi, già possiamo dire che non c’è nessun rimpianto, perché c’è Tammy Abraham.
Nessun rimpianto per Dzeko con Tammy gol e assist
“Devo dire grande direttore e grandissima proprietà, sono stati bravissimi. Abbiamo iniziato il pre-campionato pensando di avere Dzeko ed è stata un po’ una sorpresa per tutti noi quello che è successo. In un mercato incredibilmente difficile, portare a casa Tammy Abraham è stato il colpo di mercato”. Queste le parole di gratitudine del tecnico che sottolineano da subito la stima e lo spessore del centravanti inglese. Nessun rimpianto dunque. Tammy Abraham rileva la maglia numero 9, in sei mesi raccoglie 30 presenze tra Serie A, Coppa Italia e Conference League giocando un totale di 2.307′ minuti e sul campo ripaga la fiducia del tecnico portoghese in maniera ottimale collezionando 17 gol segnati: 10 reti in 22 presenze in campionato; 6 in 7 in Conference League e 1 gol anche nell’unica partita disputata dalla Roma in Coppa Italia contro il Lecce. Uomo cartine nello scacchiere tattico di José Mourinho, che gioca non solo per se ma per la squadra fornendo anche 4 passaggi vincenti per i compagni.
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Un potenziale ancora da esprimere
Un Leone dall’oltremanica che già nella prima metà della stagione, prende le distanze dal Cigno di Sarajevo. In effetti per Edin Dzeko la prima stagione, 2015-2016, terminò con 10 gol complessivi e non iniziò nel migliore dei modi. Ebbe comunque inizio un percorso che fece del bosniaco il miglior marcatore straniero del club con 119 gol realizzati. Una prospettiva sicuramente rassicurante vista l’età ed i margini di miglioramento dell’inglese. Un investimento che ad oggi, sta rispecchiando le aspettative ed il medesimo valore, ma soprattutto, consente di dire con ampi margini, che non c’è alcun rimpianto perché c’è Tammy Abraham.