La sconfitta degli Eagles contro il Football Team, in Week 17, è stata sommersa da critiche, anche da parte di alcuni veterani dello spogliatoio. In particolare, a far scattare la scintilla è stata la decisione, presa dall’head coach Doug Pederson, di sostituire il quarterback Jalen Hurts con Nate Sudfeld. Sulla questione, ha voluto dire la sua anche Jason Kelce. Il centro di Philadelphia ha dichiarato di sapere, già da tempo, le intenzioni del suo allenatore.
Cosa ha dichiarato Jason Kelce?
Con un post pubblicato sul suo profilo Instagram, Kelce ha confermato di sapere che, a un certo punto del finale di stagione, Pederson avrebbe voluto far scendere in campo Nate Sudfeld.
“Alla fine del terzo quarto” – ha scritto Jason Kelce – “mi è stato comunicato che sarebbe entrato Sudfeld. Sono andato da Doug (Pederson) e gli ho chiesto se avesse intenzione di far uscire Hurts e lui ha risposto di sì, dicendomi che Nate meritava un’occasione di giocare. Così, sono andato con Nate a provare gli snap, per capire il suo conteggio e prendere il ritmo giusto. Poi, siamo entrati in campo per il drive“.
Una mossa attesa da tutti
Kelce aggiunge:
“Era stato detto a tutti che Sudfeld era pronto a giocare e che Doug voleva vederlo all’opera, durante una situazione di gioco. Durante la settimana, tutti noi eravamo contenti per Nate, che è con noi ormai da 4 anni e che ha l’occasione di provare di cosa è capace. Avevamo tutti completa fiducia in lui, perché sappiamo che è un ragazzo che può portarci alla vittoria“.
Ammissione di colpa
Infine, Kelce ammette di essere stato un po’ sorpreso del fatto che Sudfeld entrasse proprio in quel momento, con la squadra sotto di tre punti. Tuttavia, continua a confermare la fiducia verso il quarterback e verso le decisioni dell’allenatore, aggiungendo che tutta la squadra non ha dato il massimo.
“È una situazione difficile in cui subentrare, soprattutto se il tuo centro, con 10 anni di esperienza, sbaglia lo snap. Lo so che con Nate possiamo vincere le partite e so che è in grado di giocare. Domenica non ha funzionato, ma la colpa non è soltanto sua“.
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