Questa volta è stato necessario l’intervento del padre della giovane per evitare il peggio. L’ aggressione ad una giovane arbitro sedicenne è successa in Brianza, sabato 15 febbraio scorso, durante un incontro di calcio dilettantistico tra Real Meda e Rivazzanese. Gara del campionato regionale femminile Under 15.
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La notizia è stata riportata dal quotidiano “Il Giorno” e ripresa dall’ANSA. L’episodio pare sia stato scatenato da una decisione arbitrale che, allo scadere del tempo e sul fischio di chiusura, convalidava un gol alla squadra di casa. A quel punto l’allenatore degli ospiti entrava in campo strattonando la giovane arbitro e indirizzandole con foga alcune parole indicate come insulti. Colta di sorpresa la ragazza ha tentato di ripararsi anche da una seconda persona entrata in campo dietro l’allenatore del Rivazzanese, identificato come tifoso della stessa squadra. Fortunatamente non sembra che la direttrice di gara, che nel frattempo era ritornata sui suoi passi riguardo la decisione arbitrale, abbia riportato danni né lievi contusioni rifiutando di recarsi al Pronto Soccorso.
Gli animi però sembra si siano sedati solo dopo che i due si sono accorti che il padre della ragazza stava chiamando i Carabinieri. Il tifoso si è dileguato mentre l’allenatore rintracciato dall’Ansa ha dichiarato:
“Non era assolutamente mia intenzione fare del male e neppure spaventare l’arbitro. Volevo solo richiamare la sua attenzione e chiederle spiegazioni per la sua decisione. Il mio errore è stato solo quello di metterle una mano su un braccio: avrei dovuto parlarle con le mani dietro la schiena“
Non sono mancate parole di solidarietà e sostegno anche dal presidente dell’Associazione Italiana Arbitri che si è rammaricato di dover assistere ad un nuovo increscioso episodio nonostante l’AIA e la Federazione stiano profondendo il massimo sforzo per sconfiggere situazioni violente contro le donne o in particolare situazioni legate al razzismo.
Solo qualche settimana fa abbiamo riportato la notizia di un episodio accaduto ai danni di una giovane arbitro dalla parte opposta dello “Stivale”. E’ ovvio che per quanti sforzi si stiano facendo è il cambio di mentalità che tarda ad arrivare, in tutto il Paese. Il rispetto verso l’altro da sè sembra un concetto ancora troppo lontano.