― Advertisement ―

spot_img

Superbike, Mandalika: Toprak vince gara 2 ma è Bautista a festeggiare

Il mondiale Superbike assegna il titolo 2022 in gara 2 a Mandalika. Alvaro Bautista voleva festeggiarlo vincendo la manche, ma nulla può contro Toprak...
HomeMotoriOnce Upon a Time: NASCAR 1994

Once Upon a Time: NASCAR 1994

Bentornati a Once Upon a Time, la rubrica che esplora la storia del motorsport a stelle e strisce. Oggi è il turno della NASCAR, narrando le vicissitudini di team e piloti della stagione 1994.

Intanto, date un’occhiata alle annate precedenti:

NASCAR 1992: https://sport.periodicodaily.com/nascar-1992/

NASCAR 1993: https://sport.periodicodaily.com/once-upon-a-time-nascar-1993/

La stagione NASCAR del 1994 vive una vigilia carica di entusiasmo. Dale Earnhardt è il campione in carica, reduce da un 1993 stellare. “Intimidator” punta quest’anno al suo settimo titolo, cosa che lo consegnerà alla storia come leggenda dello sport. Confermato il pacchetto tecnico con Richard Childress, Chevrolet ed Andy Petree come capotecnico.

Rusty Wallace è il pilota più vincente nel ’93, ma una serie di ritiri gli hanno fatto mancare il quarto iride. Ora Rusty punta al riscatto, al volante della Ford numero 2 del Team Penske South. Il marchio dell’ovale blu può contare anche su Mark Martin ed il team di Jack Roush. Gli screzi del passato sono alle spalle, ora squadra e pilota sono un binomio indissolubile.

Il team di Robert Yates si è smarrito dopo la tragica scomparsa di Davey Allison, ma l’approdo di Ernie Irvan permette alla squadra del numero 28 di ritornare in carreggiata. Non dimentichiamo gli outsider, dall’owner driver Darrell Waltrip a Ricky Rudd, al Joe Gibbs Racing con il figlio d’arte Dale Jarrett. Jeff Gordon, dopo un anno di apprendistato in cui ha mostrato talento, è chiamato al proverbiale salto di qualità. Da tenere d’occhio gente come Sterling Marlin, unico pilota del Morgan-McLure Motorsports, l’espertissimo Morgan Shepherd con il team Wood Brothers, ed il duo della Hendrick Motorsports Terry Labonte e Ken Schrader, compagni di team di Gordon.

Il 1994 vede approvare in NASCAR esordienti promettenti. Dalla cadetta Busch Series arrivano i fratelli Jeff e Ward Burton. Il primo in particolare sarà grande protagonista negli anni a venire. Dalla stessa categoria cadetta proviene anche Joe Nemechek: il pilota della Florida mostrerà una gran velocità soprattutto in qualifica, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “First Row Joe”. Dalla IndyCar arriva un pilota dal cognome pesante, John Andretti. Il nipote di Mario, dopo aver cercato fortuna nella CART decide di tentare la strada delle ruote coperte. Inizia la stagione con il team di Billy Joe Hagan, per poi passare alla corte di Richard Petty per guidare l’iconica Pontiac numero 43.

Il 1994 è anche l’anno della guerra delle gomme. la Hoosier entra nella serie per lanciare la sfida alla Goodyear. Il produttore dell’Indiana troverà la sua formazione di punta nel team di proprietà di Geoff Bodine. La squadra, che nasce l’anno precedente dalle ceneri della struttura del compianto Alan Kulwicki, si toglierà un sacco di soddisfazioni in questo anno, con lo stesso Bodine come pilota. La guerra delle gomme durerà poco: la Hoosier infatti si ritirerà a fine stagione, lasciando la Goodyear in regime di monopolio.

E veniamo all’inizio di stagione, la Daytona 500. La classica della Florida si apre però con una doppia tragedia. Neil Bonnett e Rodney Orr perdono la vita in due incidenti separati. La scomparsa di Bonnett, veterano della categoria, è particolarmente pesante per il paddock, specialmente per il suo grande amico Dale Earnhardt. Ma lo show deve andare avanti.

Loy Allen Jr, uno dei rookies di quest’anno, scatta dalla pole position. Ma il protagonista assoluto è Ernie Irvan, che domina soprattutto nei giri finali. Tuttavia un forte sovrasterzo a 18 tornate dal termine gli fa erodere tutto il vantaggio accumulato. Ne approfitta un gruppetto di piloti, capitanato da Sterling Marlin, per riacciuffare il numero 28. Marlin riesce poi a rintuzzare gli attacchi di un Irvan con il dente avvelenato per aggiudicarsi la sua prima Daytona 500.

Geoff Bodine scatta dalla pole nella gara successiva, a Rockingham. E’ la prima pole per una vettura a gomme Hoosier, nonché la prima per Geoff come pilota e proprietario di team. La gara però vede il soliloquio di Rusty Wallace, che compensa così il ritiro nella Daytona 500

Irvan smaltisce subito la delusione di Daytona vincendo due gare di fila, Richmond e Atlanta. Nella prima battaglia con Rusty Wallace, per poi superarlo nell’ultimo pit stop e distanziarlo in pista. Sullo speedway della Georgia, invece, il pilota numero 28 regola un sorprendente Jeff Burton e tiene a bada Morgan Shepherd nei giri finali.

Earnhardt è autore di alti e bassi finora, ma il campione in carica ci mette subito a riaffacciarsi nella zona nobile della classifica. A Darlington regola Wallace dopo un bel duello e vince in scioltezza. Concede il bis a Bristol, dove parte dal fondo e passa la prima metà della gara in rimonta. “Intimidator” piega il leader Bodine per centrare la seconda vittoria consecutiva. Il ritiro di Irvan per noie al motore permette a Dale di saltare in testa al campionato

North Wilkesboro vede un gradito ritorno. Ernie Irvan domina la prima parte di corsa ma a vincerla sarà Terry Labonte. Il texano della Hendrick Motorsports interrompe così un digiuno che durava da ormai cinque anni. Poco male per Ernie, perché questa prestazione, unito al secondo posto di Martinsville dopo aver segnato il record di giri in testa, gli consente di riprendere la testa del campionato su Earnhardt. I due si confrontano spalla a spalla a Talladega, dove Ernie incappa nello stesso errore di Daytona. Earnhardt lo batte all’ultimo giro e vince. Irvan risponde dominando la settimana dopo, spadroneggiando nel primo stradale dell’anno, a Sonoma.

Il mese di maggio è tutto per il Charlotte Motor Speedway, dove brilla la stella di Jeff Gordon. Il pilota dell’Indiana, uno dei più giovani in pista, realizza il suo sogno nella gara più lunga del calendario, la Coca Cola 600. Il momento cruciale della serata è nell’ultimo pit stop, quando il capotecnico di Gordon Ray Evernham opta per cambiare due gomme anziché quattro. Questo permette al 23enne Jeff di tagliare il traguardo con 9 secondi di vantaggio su Rusty Wallace.

Una settimana prima, nella gara spettacolo della “The Winston” Geoff Bodine conquista il suo primo successo da owner-driver, che corrisponde alla prima vittoria dell’anno per la Hoosier.

Wallace domina nel mese di giugno, dove centra tre vittorie su tre gare. Il pilota del Penske South fa sue le gare di Dover, Pocono e Michigan, lasciando le briciole agli avversari. Con due secondi posti Irvan consolida il primato in classifica, grazie anche allo zero di Earnhardt al Monster Mile.

Dopo Jeff Gordon, un altro pilota festeggia la prima vittoria nella NASCAR in questo 1994. A Daytona, nella Pepsi 400, Jimmy Spencer visita la victory lane per la prima volta nella sua carriera. Il pilota della Pennsylvania lotta fianco a fianco con Ernie Irvan, non risparmiando le sportellate. Per “Mr Excitement” ed il team di Junior Johnson è una giornata da ricordare. Spencer si ripeterà nella gara di ritorno di Talladega, a fine luglio.

Il 6 agosto 1994 la NASCAR vive una giornata storica. Nel giorno dell’Indipendenza il circo delle stock car approda per la prima volta all’Indianapolis Motor Speedway. Davanti ad una folla di 300 mila spettatori, la fase iniziale della Brickyard 400 vede la scaramuccia tra i fratelli Geoff e Brett Bodine, che si spingono a vicenda. Jeff Gordon, partito dalla pole, tiene testa ad Ernie Irvan con sorpassi e controsorpassi. Erine si ritira per un problema al motore, consegnando al giovane leone della Hendrick Motorsports il secondo successo in carriera.

La prima edizione della Brickyard 400 vede alcuni partecipanti presi “In prestito” dalla Indycar. AJ Foyt entra con una Pontiac “autogestita”, numerata con il suo tradizionale 14. Presente anche Danny Sullivan, al volante di una Chevrolet Lumina privata. I due ex vincitori della 500 miglia di Indianapolis finiranno 30esimo e 33esimo rispettivamente

Sul fronte campionato, niente sembra poter fermare l’ascesa di Ernie Irvan. Ma il secondo weekend dell’anno in Michigan, in pieno agosto, cambierà lo scenario in maniera brutale.

Nel corso delle prove libere Ernie sbatte violentemente contro il muro esterno in curva 2. I commissari estraggono il pilota dalla Ford Thunderbird per trasportarlo il più in fretta possibile nel vicino ospedale. La diagnosi è sconfortante: Irvan ha riportato gravi ferite alla testa, ed è in pericolo di vita. Per i medici, ha solo il 10% di probabilità di sopravvivere.

La gara si svolge in un’atmosfera surreale, a tal punto da far passare in secondo piano il dominio di Goeff Bodine, al terzo successo con il suo team gommato Hoosier.

L’incidente di Irvan conclude di fatto il campionato NASCAR del 1994. A Wallace, infatti, non basta dominare l’autunno per colmare il divario da Earnhardt. Rusty vince tre delle ultime dieci gare, ma perde un sacco di punti per strada tra ritiri, errori, rotture meccaniche e inghippi in corsia box. Il distacco è talmente ampio che Earnhardt si aggiudica il titolo con una gara d’anticipo, a Phoenix. Per il “Man in Black” è il settimo iride, cosa che lo mette alla pari con un monumento dello sport come Richard Petty.

Ma la notizia più bella di questo finale della NASCAR 1994 viene da Ernie Irvan. Dopo settimane a cavallo tra la vita e la morte, il californiano recupera dalle gravissime ferite alla testa subite in Michigan. Annuncia il suo ritorno già a partire dall’anno successivo.

Il finale di stagione vede il ritorno alla vittoria di vecchie glorie. Mark Martin domina a Watkins Glen e poi nel finale di Atlanta, cosa che gli permette di finire secondo in campionato. Bill Elliott riprende la via del successo nella gara settembrina di Darlington, in quella che sarà l’ultimo trionfo per il team manager Junior Johnson. Con una vittoria a inizio stagione (North Wilkesboro), e una alla fine (Phoenix), Terry Labonte spezza un digiuno lungo ben cinque anni. Infine, Ricky Rudd sale in victory lane sul miglio di Loudon: anch’egli, come Bodine, è proprietario della macchina con cui corre.

Con due piazzamenti nella top five, ed un 24esimo posto nella classifica iridata, Jeff Burton si aggiudica il titolo di Rookie Of The Year.

La classifica di campionato: https://www.racing-reference.info/yeardet/1994/W

E con questo termina il nostro appuntamento con Once Upon a Time: alla prossima settimana!