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Premier League, è il solito Manchester City: Arsenal sconfitto a domicilio per 0-2

Gli ospiti fanno leva su un’enorme duttilità tattica e una trequarti molto folta con Bernardo Silva, Sterling e il neoarrivato Mahrez dietro alla prima punta Agüero. 
Curiosità nei nuovi Gunners di Emery, con Özil da mezzala e Ramsey da prima punta, affiancato sulla fasce da Mkhitaryan e Aubameyang

https://youtu.be/9MTCqxaE2fM

Allo stadio Emirates la tavola è apparecchiata per una partita storica: la prima dopo ben 22 anni senza Wenger sulla panchina dell’Arsenal. Come se ciò non bastasse, a fare visita  sono i grandi favoriti per questa Premier, nonché campioni in carica del Manchester City, chiamati a rispondere ad un weekend in cui tutte le altre grandi squadre hanno fatto bottino pieno.

Malgrado le numerose assenze, gli uomini di Guardiola si rendono pericolosi già al 9′ minuto, quando da un fallo laterale, Agüero imbecca Starling in area, che si libera con un abile sterzata, ma trova la pronta risposta di Cech. E tuttavia, è proprio l’attaccante inglese a sbloccare la partita, soltanto 5 minuti più tardi, quando approfittando di una difesa eccessivamente schiacciata, si accentra dal lato destro e fa partire un fendente terra-aria dal limite, sul quale stavolta nulla può il portiere. L’impostazione tattica della partita è speculare per le due squadre, ed è incentrata su una feroce e molto alta pressione; la differenza sostanziale sta nei meccanismi decisamente più oleati dei Citizens, che indovinano tutte le distanze e buona parte dei tocchi in uscita, a differenza degli avversari. Numerose risultano infatti nel primo tempo le palle perse dagli uomini di Emery, una delle quali dà vita ad un pericolosissimo calcio di punizione da parte del mancino di Mahrez, sul quale Cech si fa trovare ancora preparato.

Il primo tempo si chiude con una progressiva stabilizzazione dell’Arsenal, che a tutti gli effetti non sfigura, semplicemente affronta una squadra più forte e pronta.

Nel primo quarto d’ora della ripresa, i padroni di casa danno la netta impressione di poter rientrare in partita: il City dà troppo presto la priorità alla perdita di tempo e perde gradualmente la concentrazione, incappando in alcuni insoliti errori tecnici. La svolta della gara sembra poterla dare, al minuto 53′, l’ingresso di Lacazette al posto di un spento Ramsey. Il francese si posizione più vicino ad Aubameyang e si rende estremamente pericoloso soltanto un minuto dopo, proprio su assist del compagno gabonese. La sua conclusione però si spegne di un soffio sul fondo. Guardiola percepisce la necessità di un impulso carismatico e tecnico alla squadra;mette pertanto dentro De Bruyne al 59′ richiamando in panchina un ottimo Mahrez. Soltanto 5 minuti dopo, gli ospiti raddoppiano nel miglior momento dell’Arsenal. Sterling, probabilmente il migliore in campo, manda sul fondo Mendy il quale parcheggia al centro dell’area una delizia per Bernardo Silva che è abilissimo nel chiudere sul primo palo, sfruttando una difesa risucchiata dalla profondità di Agüero.

Da questo momento in poi l’Arsenal si slega, faticando notevolmente a coprire il campo, e non sfruttando tra l’altro un finale piuttosto distratto da parte degli ospiti. La partita muore così gradualmente, e da segnalare per curiosità resta soltanto l’esordio (più che discreto) in Premier League, al minuto 70, dell’ex doriano Torreira,

Il City si conferma senza dubbio la squadra da battere, ma è molto probabile che Guardiola non sia del tutto soddisfatto di una partita certamente di spessore fisico e tecnico, ma intervallata in modo costante da numerose distrazioni.

L’Arsenal dal canto suo dà chiaramente l’idea di un cantiere in evoluzione; oggi erano presenti allo stadio ragazzi che sulla panchina non avevano visto altra persona che Arsène Wenger. Ci vorrà certamente tempo per elaborare sia tatticamente ma soprattutto mentalmente questa nuova dimensione, e l’avversario odierno non era certo il più comodo con cui partire.