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Real Madrid 120: le curiosità sulla squadra Spagnola

Il 6 Marzo 1902, cioè 120 anni fa nasceva la squadra di Calcio più vincente al Mondo, stiamo parlando ovviamente del Real Madrid. I calciatori del Real sono conosciuti per la caratteristica “Camiseta Blanca” (maglietta bianca) che indossano, sono famosi anche con il nome di “Blancos” (i Bianchi) o “Merengues” (le Meringhe).  Il titolo di Real gli venne assegnato nel 1920 da re Alfonso XIII di Spagna, insieme alla nota corona reale a decorarne lo stemma. In questi 120 anni di storia ha avuto Campioni assoluti in squadra come Cristiano Ronaldo e ha vinto di tutto. Ripercorriamo la sua storia anno dopo anno.


Real Madrid vs Real Sociedad: pronostico e possibili formazioni


Real Madrid 120: la prima gara dei Blancos

Anche se le prime pietre erano state posate da molto tempo. Domenica 9 Marzo 1902 ci sono abitanti del quartiere di Goya dove oggi si trova il Palacio de los Deportes che rimangono scioccati nel vedere alcuni signori in maglietta e mutande lasciare l’osteria La Taurina. C’è chi propone di sporgere denuncia formale al sindaco, Alberto Aguilera. Erano i primi giocatori del Real Madrid che iniziavano la loro prima partita: una squadra in rosso, un’altra in blu e l’arbitro era Carlos Padrós. Il torneo del 1903 è vinto dall’Athletic. La voglia di crescere porta Madrid a organizzare un torneo tra le società madrilene in cui il premio è una scatola di bottiglie di Cordoniú. Il calcio penetra nella vita sociale della capitale e il compositore Luis María Segovia dedica un doppio passaggio al nuovo club. La prima crisi si conclude con una scissione e i fratelli Giralt escono dal club.

Real Madrid 120: il 1904 la fusione con il Modern

Il club si scontra in modo tale con la Federazione che presenta il suo congedo, ma non viene ammesso. Il caso è scoppiato quando il Real Madrid ha rifiutato di giocare lo spareggio di coppa contro l’ Español 24 ore dopo la prima partita. La fusione con la Modern, annunciata a gennaio si interrompe a Ottobre. Il 28 febbraio si incontrano Madrid e Athletic. I primi giocatori a cambiare squadra sono Celada e Valdezarro, che scambiano bianco per bianco e blu con pantaloncini neri. Il 23 ottobre 1905 in occasione della visita a Madrid di Emile Loubet, presidente della Repubblica Francese, gioca la sua prima partita internazionale. Il rivale è Gallia FB (1-1). Per la prima volta è campione di Coppa. La Coppa è diventata poi un evento nazionale. Il Real Madrid ha difeso con successo il suo titolo vincendo nel 1906 la finale contro l’Athletic: 4-1, con tre gol di Parages.

Le prime partite Internazionali del Real

Nel campo dell’Ippodromo cade prima l’Internazionale di Lisbona (0-2). La grande novità dell’anno nel 1907 è che il Real Madrid ha vinto la Coppa vincendone tre di fila. Ci sono voluti un tie-break e una notevole rabbia da parte dei baschi di Biscaglia. La cattiva notizia è che Carlos Padrós si è dimesso e ha lasciato il calcio. Fu eletto deputato del Barcellona in tre elezioni consecutive: 1910, 1914 e 1916. Nessuno l’ha superata e solo l’Atletich (1930-1933) e Barcellona (2015-18) l’hanno eguagliata. È un momento spinoso nel 1908 in cui i rapporti del Madrid con l’Athletic sono complicati e dalla capitale si assicura che a Barcellona hanno paura di misurarsi con il fuoriclasse ed è per questo che rinunciano sempre a giocare il torneo. I fratelli Giralt nel 1909 guidano ancora una volta una ribellione interna e partono per rivitalizzare un club di Madrid in declino, El Español. Lo fanno con successo perché hanno battuto il Madrid nel torneo regionale ed è la squadra della zona centrale che va in Coppa. Il presidente Adolfo Meléndez, deve partire per il Marocco dopo l’attacco alle miniere del Rif perché è un Ufficiale militare di alto grado.

Real Madrid 120: le crisi della squadra

La disputa è tale nel calcio spagnolo che la Coppa si divide in due rami: quello della Federazione e quello organizzato a San Sebastián dal Club Ciclistico Donostiarra nel 1910. C’è il Madrid, nonostante le minacce della Federazione di andare in tribunale. La brillantezza iniziale è andata perduta e c’è anche chi vede il futuro così nero che appare la parola dissoluzione. Nonostante le suppliche di Adolfo Meléndez, che ogni volta che può torna dal Marocco per dare una mano al suo Madrid nel 1911 nessuno gli dà sollievo nella Presidenza. Il club non andrà a una Coppa così turbolenta da Palazzo Reale. Da un lato il trasferimento al campo di O’Donnell. Il 31 ottobre 1912 contro lo Sporting de Irún e senza reti, viene inaugurato un campo recintato con una tribuna per più di 200 persone e uno spogliatoio mai visto prima. Il 3 marzo sempre nel campo di Plaza de Toros, il Santiago Bernabéu gioca la sua prima partita contro l’SC inglese con cui Marcelo dalla difesa segna il gol della vittoria per il Real Madrid (2-1).

Real Madrid 120: i primi grandi acquisti

Il primo Presidente ufficiale del Madrid riesce a pacificare il calcio spagnolo nel 1913. La divisione dei club è tra “il puro” e “l’opposizione”. Entrambi accettano di rimanere finalmente sotto il comando esclusivo della Federazione. In autunno viene rivitalizzato un consiglio di amministrazione che continua ad essere guidato dal signor Meléndez. A gennaio Madrid va per la prima volta all’estero. Va a Lisbona, dove perde 4-3 contro lo Sporting. Un momento speciale è stato vissuto il 15 marzo 1914 quando Madrid ha affrontato una squadra di fanteria per raccogliere fondi per le famiglie delle persone uccise in Marocco. Fu presieduto da Alfonso XIII e da sua moglie, Vittoria Eugenia di Battenberg. Arrivano a Madrid nel 1915 i fratelli Petit, con René e un esterno che ha presto conquistato tutti: Juan Gómez de la Serna. In due giorni, il Real Madrid ha segnato 19 gol contro il Siviglia: 9-1 il 31 ottobre e il 10-0 il 1 novembre. “Ehi, la palla è per tutti” ha detto il giocatore del Siviglia a Otero a un altro giocatore del Real Madrid che non ha smesso di accumulare elogi: Sotero Aranguren.

Gli incidenti prima di vincere la coppa

Madrid e Barcellona hanno dovuto giocare quattro partite per risolvere le semifinali: 2-1, 4-1, 6-6 (con tempi supplementari e rigore del Bernabéu al 118′) 4-2, le ultime tre a Madrid nel 1916. Quella decisiva non è finita perché il Barcellona si è ritirato dal campo dopo il fuorigioco. I tre spareggi sono stati diretti da Berraondo, scelto perché aveva giocato in entrambe le squadre. Il 29 aprile 1917 è stata la resa dei conti al campo de La Industria. Lo ha vinto il Real Madrid con un rigore di Sasinenea e il pomeriggio si è concluso con una sedia in testa all’arbitro e dei madridisti protetti dalla Guardia Civile e rinchiusi per più di un’ora negli spogliatoi. Erano così spaventati che il club ha chiesto alla Federazione di non cambiare la sede della finale, che era il Barcellona. Arenas de Guecho accettò e fu scelto Vigo. Ma i giocatori del Madrid hanno detto di no perché credevano che il campo galiziano fosse migliore per il loro rivale. Si è giocato a La Industria e il Madrid ha vinto dopo un tie-break e senza incidenti. De Miguel ha giocato l’ultima partita con il braccio al collo.

Il Real si allontana dal Re

Dopo tre anni e milioni di morti nel 1918 una squadra alleata è apparsa nella capitale per affrontare una squadra di Madrid e Racing. È stato un anno di rinnovamento con partenze importanti: Teus, Sotero, Machimbarrena, Gómez de la Serna. Alla fine di quell’anno, il Madrid giocò tre amichevoli consecutive contro il Telegraph Regiment, finalista del campionato militare. Vincono l’ultimo: 2-2, 2-2 e 6-2 tutti sul campo di O’Donnell. Anche l’inglese United, squadra di Gibilterra, passa per il campo di Madrid nel 1919. Il 29 giugno 1920 viene ricevuta presso la sede del club una lettera inviata dal Palazzo Reale. Si legge quanto segue: “Sua Maestà il Re ha servito con il più grande piacere il titolo reale a quella società calcistica di cui V. è un degno Presidente, che d’ora in poi potrà anteporre al suo nome”. E’ nato il nuovo Real Madrid. A dicembre intraprende la sua prima tournée all’estero. È in Italia e ne esce malissimo: quattro sconfitte in cinque partite.

Real Madrid 120: la Coppa più combattuta

Dopo il ritorno dall’Italia e protagonista nel Campionato Regionale il Madrid non va in Coppa nel 1921. Coglie l’occasione per organizzare due partite a Porto. Offre due lezioni di Calcio: 2-7 a Boavista e 0-5 a Porto. I due gol sono stati aperti da un gol del Bernabéu. Tre giorni dopo lo 0-5, affronta in casa una squadra militare in cui si sono allenati giocatori di Madrid. Real Madrid e Arenas de Guecho avevano bisogno di cinque partite per risolvere i quarti di finale di Coppa. C’era chi aveva già chiesto una moneta per porre fine a tutto questo. Il Real è passato, perdendo la semifinale contro il Real Unión in tre partite. In totale ci sono stati otto duelli di coppa tra il 19 marzo e l’11 aprile 1922. Sono stati giorni di profondo lutto nel calcio Spagnolo. Madrid ha pianto la morte di Sotero Aranguren, morto all’età di 27 anni il 22 febbraio a causa di una polmonite, l’Atletico quello di Pichichi, all’età di 29 anni il 1 marzo per febbre tifoide.

Real Madrid 120: il nuovo stadio

Il 29 aprile 1923 contro il Real Unión il Madrid apre la sua nuova casa: il campo della Ciudad Líneal in erba, con 8.000 posti e uno svantaggio. Nonostante il collegamento in tram con Cibeles e Cuatro Caminos, la gente pensa che arrivarci non sia facile. Il Real cade all’inizio della Coppa: a San Mamés, al ritorno da un torneo di Pasqua a cui è stato invitato a Parigi. Il lutto colpisce ancora per la prematura scomparsa dell’idolo d’oro del club: Alberto Machimbarrena. Poco più di un anno dopo essere andato a Ciudad Líneal, il Madrid riapre la sua casa, questa volta non sarebbe stato uno di più o solo di passaggio. Contro il potente Newcastle, campione di FA Cup il 26 aprile 1924 (2-0 contro l’Aston Villa), le porte di Chamartín si apriranno il 17 maggio. È stato realizzato sotto la presidenza di Pedro Parages e il progetto comprendeva un campo da hockey, una piscina, una palestra, un campo da squash e un ristorante. Le piazze erano piene con 15.000 persone. Il problema di come arrivarci restava, ma questa volta non si sarebbe radicato. Il sindaco di Madrid posa la prima pietra della statua dedicata a Machimbarrena y Sotero, che oggi presiede l’ingresso dello spogliatoio del Real Madrid.

Real Madrid 120: il Tour in Inghilterra

Madrid fa le valigie in estate e va in Inghilterra per la prima volta. È un tour che inizia l’ultimo giorno di agosto e termina il 19 settembre. Oltre a suonare in Inghilterra, dove perde le sue tre date (Newcastle, Birmingham e Tottenham), lo fa in Francia e Danimarca. In quell’anno il Madrid si occupa del caso Mengotti, che la Federazione non vuole permettere di giocare perché impossibile avere due nazionalità contemporaneamente. Alla fine è permesso se rinunci agli svizzeri e rimani solo con gli spagnoli. Nato a Valladolid, figlio del console svizzero, fu argento con la Svizzera ai Giochi del 1924. Fu questo che causò il pasticcio, perché era a Madrid dal 1919. Per la prima volta nel 1926 il Real Madrid presenta il profilo dei giocatori professionisti. Alla fine di agosto arrivano al club Miguelón (Miguel Álvarez García, dell’Asturian Racing de Sama de Langreo) e José María Peña (di Arenas de Guecho). Il club ha presentato i due record contemporaneamente, quasi a scadenza chiusa ma si ritiene che l’asturiano sia il primo professionista ammesso come giocatore del Real Madrid.

Real Madrid 120: il giro in Sudamerica

Santiago Bernabéu è stato felice di ciò che ha sentito dalla gente del Barcelona Espanyol sul suo tour in America l’anno precedente. Quindi sua è stata l’idea per il Madrid di salire sul ‘Giulio Cesare’ e attraversare l’Atlantico fino ad attraccare a Buenos Aires il 30 giugno 1927. Il tour li ha portati negli Stati Uniti ed è durato fino alla fine di settembre. Quello che la spedizione bianca ha vissuto lì è sufficiente per una serie: una multa di 1.000 pesetas per viaggi, squali, combattimenti, colpi, matrimoni. Da quel tour è arrivata la firma di una stella dell’Atlético che ha viaggiato con Madrid per rafforzarlo: Monchín Triana. Non c’era niente di speciale nell’anniversario d’argento oltre quel viaggio. Nel primo mese dell’anno del 1928 si tiene una riunione in cui viene eletto un triumvirato alla guida del club. Luis Urquijo, marchese di Bolarque, è il principale dei tre capi regnanti. Al suo fianco Pedro Parages e Santiago Bernabéu. Sono momenti decisivi nel calcio Spagnolo, perché sta avvenendo la nascita della Liga.

La sconfitta in coppa

Il 3 febbraio 1929 il Real Madrid ha perso una delle finali di Coppa più impressionanti della storia al Mestalla contro l’Español. Fu battezzata come la ‘partita d’acqua’ a causa della pioggia torrenziale che rendeva impraticabile il campo. Il Real Madrid esordisce nella Liga con una vittoria per 5-0 sull’Europa. Il suo primo marcatore in campionato è stato Lazcano che al 50 minuto ha segnato il primo dei suoi quattro gol quel pomeriggio. Il Real Madrid è arrivato secondo, a due punti dal Barcellona. A settembre arriva a Madrid uno dei suoi miti: Ricardo Zamora. El Divino lascia El Español per mettersi sotto la porta bianca. Quell’arrivo ha compensato la fuga del miglior attaccante spagnolo e del mondo in quel momento: Gaspar Rubio. Dopo che il Real Madrid ha perso la Coppa contro l’Athletic a giugno, la stampa ha concentrato le sue critiche sull’attaccante Valenciano. In novembre, accompagnato dal padre, si recò a Vigo e si imbarcò sul “Cristóbal Colón” all’Avana. Nel ‘Gran Sport’ gli hanno dedicato una poesia che iniziava così: “Vado all’Avana e vado senza dirlo. Ci sono cose che devono essere fatte con la massima segretezza”.

La seconda Repubblica in Spagna

In questo processo di cambio di regime nel 1931 un madridista è stato una figura chiave: Rafael Sánchez Guerra. Il futuro Presidente fu una figura chiave nella vittoria elettorale che pose fine al regno di Alfonso XIII. Dopo la proclamazione della Repubblica, il Real gioca il 19. Era a Chamartín, in omaggio a Félix Quesada (1-3 contro l’Athletic de Madrid). Quello stesso giorno lasciò parcheggiato il Real a seguito della caduta della Monarchia. Zero sconfitte nella Liga portano il Real Madrid al suo primo titolo. L’ungherese Lippo Hertzka è stato l’allenatore che ha aperto la lista degli allenatori guidati da Miguel Muñoz con nove campionati. Dopo aver vinto il titolo 2-2 a Barcellona, ​​​​il Madrid è stato accolto da una folla entusiasta alla stazione di Atocha nel 1932. Gaspar Rubio pentito della sua fuga Americana, torna al club.

Bernabéu approda al Real

Il golpe di Santiago Bernabéu avviene a inizio anno. Dopo aver giocato a Las Corts il 1 gennaio (1-1), Pepe Samitier uno dei migliori giocatori dell’epoca si è seduto di nuovo con il suo amico Bernabéu. E alla fine hanno chiuso l’affare. A 30 anni non era più il giocatore esuberante di una volta, fu pesantemente criticato e il 28 dicembre 1933 il Barcellona gli disse che poteva andare in qualsiasi squadra. Bernabeu non ha esitato. Il 5 marzo, il Madrid ha battuto il Barcellona 2-1. Entrambi i gol sono di Samitier. La Lega è rimasta di nuovo a Madrid. Paco Brú, l’uomo che è stato tutto nel calcio Spagnolo e anche protagonista di una cospirazione in Perù che si è conclusa con l’assassinio del presidente Sánchez Cerro, ha preso il comando della squadra. Occupava la piazza dell’Inglese Robert Firth. I primi due allenatori del Real Madrid campioni della Lega (Hertzka e Firth) non hanno continuato dopo aver vinto lo scudetto. Il Real Madrid era secondo in campionato, ma ha festeggiato in grande stile essendo campione di Coppa dopo 17 anni. Il Madrid ha trascorso il mese di luglio giocando in Germania e Svezia. Il 23 luglio 1934 a Stoccolma, ha suonato per l’ultima volta fuori dalla Spagna fino alla fine della guerra civile.

Real Madrid 120: la sanguinosa guerra civile

Ha aperto l’anno con due amichevoli di fila contro il Norimberga, a cui se ne è aggiunta un’altra giocata il 25 dicembre. Il 3 febbraio 1935, il Real ha battuto il Barcellona a Chamartín per 8-2, con quattro gol di Lazcano. Ovviamente il ritorno è stato un 5-0 a Barcellona. È stata la penultima giornata quella che ha condannato il Real Madrid contro un Betis campione di un punto. Il 18 luglio la Spagna iniziò a riempirsi di sangue. Neanche un mese dopo il 21 giugno, Real Madrid e Barcellona hanno giocato la prima finale di Coppa tra di loro. Fu a Mestalla e la vittoria dei bianchi fu 2-1. Un’enorme parata di Zamora su Escolá significa che il portiere dei bianchi è stato portato sulle spalle. Per sabato 27, il club ha organizza un banchetto alle 14:30 a cui si poteva accedere con una tessera del valore di 10 pesetas. Lì si sono radunate persone che due settimane dopo si sarebbero uccise a vicenda. Nonostante lo scoppio della guerra, il Real è riuscito a giocare due partite: 1-5 a Ciudad Real contro una squadra della Mancha e 2-10 ad Alcalá de Henares. Il 7 novembre Monchín Triana, una star degli anni 20 fu assassinato a Paracuellos.

Real Madrid 120: la crescita della città di Madrid

La quasi attività scompare nel 1937. Davanti al club si piazza Antonio Ortega Comunista di Burgos. Governatore di Guipúzcoa dopo la rivolta, arriva a Madrid e la sua figura cresce nel governo di Negrín. A metà anno gli ordina di dirigere il Madrid. Chamartín è un campo di addestramento militare, mostre e i pochi che si svolgono sono giochi di beneficenza per sollevare il morale o per aiutare le truppe. È il caso dell’incontro di maggio come omaggio alle Brigate Internazionali. Ma il suo Presidente parla del club. Spiega il calcio che vuole per il futuro, lontano dal comprare, vendere e fare affari, e anche quello che vuole per il suo Madrid, perché prima della guerra era comune vederlo nella zona nobile di Chamartín con la sua famiglia: “Madrid deve avere il miglior campo sportivo della Spagna, lo stadio più importante. La città, che si è eroicamente guadagnata lo status di Capitale, deve avere tutto ciò che hanno altre città che sono state più frivole in relazione alla guerra”.

Real Madrid 120: la rivoluzione

Ortega caduto in disgrazia dopo aver ordinato l’arresto di Andreu Nin, un membro del Poum di cui non si è più saputo nulla, è stato giustiziato da garrote dopo essere stato arrestato ad Alicante il 13 aprile 1939. Il 19 dello stesso mese Pedro Parages convoca un’assemblea per la ricostruzione. Dieci giorni dopo si forma la nuova direttiva, con Adolfo Meléndez al timone. Solo lui e Florentino sono stati in due tempi ai controlli. Il primo compito è recuperare un Chamartín devastato. Il Real gioca di nuovo l’8 ottobre, un derby contro l’Aviación a Vallecas. I campionati regionali stanno per essere aboliti (Madrid ne ha vinti 18), e la squadra gioca la prima finale di Coppa sotto il nome del Generalissimo. Lo perde a Vallecas contro l’Español (3-2). A fine novembre Antonio Santos Peralba viene eletto presidente. Dissero di lui che già lontano dal club di cui faceva parte dal 1920, non poteva ascoltare le partite alla radio a causa di quanto fosse nervoso.

Real Madrid 120: la nuova sede

Il club ha una nuova sede nel 1941 a Pasaje de Matheu, a pochi passi dalla Puerta del Sol. Il trasferimento avviene da metà a fine aprile. Il sollievo in panchina avviene quando firma il contratto il catalano Juan Armet, che prende il posto di Paco Brú. Una serie di otto partite consecutive senza sconfitte non è sufficiente al Real Madrid per resistere alla partenza del Valencia. In Coppa si imbatte in una delle squadre più storiche di Madrid che stava appena iniziando: La Ferroviaria. Le semifinali di Coppa si giocano a giugno, contro il Barcellona: 3-0 a Las Corts e 11-1 a Madrid (record El Clásico) con Franco come testimone. Succedono così tante cose, così spiacevoli, violente e imbarazzanti che le autorità decidono che i Presidenti delle due squadre devono dimettersi. Il 15 settembre 1943 viene concordato che Santiago Bernabéu Yuste sarà il nuovo presidente del Real Madrid. Niente sarebbe più stato lo stesso alla Casa Bianca. Nemmeno la rivalità con il Barcellona.

La nuova costruzione

Il Real Madrid acquisisce due terreni nel 1944, uno dal signor Ruiz de Villa e l’altro dalle famiglie Maqueda e Chavarri. In totale sono 32.566 mq. È la terra del Nuovo Chamartín. Il 5 settembre, tra otto candidati, vengono scelti i progetti vincitori: Antonio Muñoz, Luis Alemany e Manuel Monasterio. Il 27 ottobre, padre Juan María Multa benedice la terra. Il 5 aprile vengono aperte le buste di concessione dei lavori. Lo fa il notaio Cayetano Ochoa Marín e vengono assegnati alla compagnia Huarte y Cía. I lavori iniziano il 5 ottobre, tre mesi dopo il previsto. La cifra del progetto in 30 mesi per questa prima fase. Il secondo è fissato per il 1943. Il 31 maggio il Madrid gioca di nuovo fuori dalla Spagna, a Lisbona. Sotto il comando di un club Spagnolo e leggenda del calcio, Jacinto Quincoces il Real Madrid è campione per la prima volta dopo la guerra civile nel 1946. Il 9 giugno al Montjuïc festeggiano la Coppa battendo il Valencia. Poi Quincoces si recò a Las Palmas con un chiaro ordine del Bernabéu: far firmare Luis Molowny. Così fa, lasciando il Barcellona per un acquisto che dava per scontato. I lavori allo stadio significano che il Madrid si allena alla Ciudad Universitaria e si raggiunge un accordo con l’Athletic per giocare al Metropolitano fino a quando Chamartín non sarà pronto.

Le difficoltà sul campo

Un brutto campionato (settimo posto) è più che compensato dalla riconvalida del titolo di Coppa. Al Riazor, il 22 giugno, il Madrid ha battuto l’Español (2-0 dopo i tempi supplementari). L’ultima giornata di campionato, il Madrid ha visitato il Metropolitan. Ha vinto 2-3. Se i rojiblancos avessero vinto sarebbero stati campioni. Nella stagione 1946-47, il Real Madrid giocò tutte le partite casalinghe al Metropolitano. Il 14 dicembre si sono aperte le porte del Nuevo Chamartín con un’amichevole contro l’Os Belenenses. Barinaga è stato il primo a segnare nella nuova casa. La prima partita ufficiale nel nuovo campo è stata contro l’Español: 3-1, con Vidal come primo marcatore. La nuova casa si apre con uno spavento, perché il Madrid è completamente immerso nella lotta per la retrocessione. A gennaio vengono congedati Albéniz e Quincoces e arriva l’English Keeping. Barinaga, che ha giocato per il Southampton quando la sua famiglia è partita per la guerra in Inghilterra, ha dovuto comunque presentarsi. L’esordio Inglese è stato un 1-4 in casa contro il Celta. Fino all’ultima giornata, 2-0 contro l’Oviedo, la permanenza non era sicura. La conseguenza fu un profondo rinnovamento della forza lavoro.

La crisi della squadra

Ad ottobre 1949 il Real Madrid gioca per la terza volta, e l’ultima finora, a Gibilterra (2-2, contro una squadra locale). È uno dei pochi posti in cui il Real Madrid non ha mai vinto, perché nel 1924 perse due volte: 3-0 e 4-3. La stagione è grigia in campionato e Coppa. Si consola in estate con la sua prima Teresa Herrera. A ottobre, una vittoria per 5-0 contro il Deportivo al Riazor pone fine a Mr. Kipping. È stata la terza vittoria subita dal Real in sole sette partite. Si è aggiunto al 6-2 contro il Real ad Atocha e al 7-2 appena una settimana dopo in casa del Barcellona. Il campionato cresce a 16 squadre e il Madrid, allenato da Scarone da marzo, non entra nelle prime otto. La critica è durissima per allenatore e giocatori, soprattutto quando in semifinale di Coppa sono caduti in casa contro il Real (0-2) dopo aver ipotizzato che l’1-0 di Atocha fosse un introito troppo scarso per i baschi.

Real Madrid 120: L’arrivo di Di Stefano

L’anno dell’anniversario d’oro, si festeggia con un torneo al quale sono invitati gli svedesi di Norköping ei potenti Millionaires di Bogotá, con i quali arriva a Madrid Alfredo di Stéfano. Il poster è l’orso e il corbezzolo, simbolo di Madrid, con l’orso che calpesta una palla e tiene in mano lo scudo del Madrid. Il 30 marzo 1952 Di Stéfano ha segnato due gol nella vittoria per 2-4 sui Bianchi. A giugno, Madrid si reca in Venezuela e vince la prima della Small World Cup, l’embrione della Coppa del Mondo per club. Lo fa già con Ipiña in panchina. La grande guerra che avrebbe cambiato il calcio. Real Madrid e Barcellona aprono il fuoco a volontà per ingaggiare Di Stefano. Intervengono la Fifa, la Federazione e gli uffici di alto livello. Infine, Raimundo Saporta, che quell’estate passò da ragioniere a tesoriere, è quello che comunica a Di Stéfano che la firma è fatta. Il 27 settembre, contro il Racing, ha esordito in una partita ufficiale e ha segnato 3-0 dopo 4-2 dopo mezz’ora. Quella stessa estate arriva Paco Gento. Madrid e il calcio entrano nell’altra dimensione nel 1953.

Real Madrid 120: le prime vittorie importanti

Il Real Madrid nel 1954 è campione della Lega dopo 21 anni. Il secondo è il Barcellona. L’8 dicembre il Madrid rientra nel suo nuovo campo come non aveva mai fatto o ha fatto di nuovo: 0-6 contro l’Independiente de Avellaneda. Prima aveva subito un punteggio simile solo contro l’Athletic: nel 1930 nel vecchio Chamartín in una partita di campionato. Nel giugno 1954 nasce la Uefa. A maggio il Giornalista Francese Gabriel Hanot pubblica che è in corso un’idea chiamata Coppa dei Campioni. Il Real Madrid e il Santiago Bernabéu hanno molto a che fare con questo processo. Al suo fianco ci sono due figure che crescono negli uffici: Raimundo Saporta e Antonio Calderón. All’inizio dell’anno lo stadio fu ribattezzato Santiago Bernabéu. L’ultimo gol come Chamartín è stato segnato da Rial. Il 4 gennaio 1955 il cambio di nome fu approvato e Molowny divenne il primo marcatore al Bernabéu segnando il 16 gennaio dopo due minuti contro l’Hércules. Il Real Madrid vince il campionato con 80 gol in 30 partite. L’8 settembre gioca la sua prima partita in Coppa dei Campioni: 0-2 a Ginevra. Miguel Muñoz segna il primo gol per la squadra allenata da José Villalonga.

Le prime due vittorie in Coppa Campioni

Il 13 giugno 1956 il Real Madrid viene proclamato campione d’Europa a Parigi. Il gol di Rial a 11 minuti dalla fine rompe il 3-3, ma c’è ancora un bel spavento. All’88 minuto un tiro di Trempli esplode sulla traversa e nega il 4-4 allo Stade de Reims. Madrid debutta con una grande festa all’hotel Astor. Dopo aver visitato la redazione L’Equipe, la sede della Federazione Francese e il municipio di Parigi, Madrid viene accolta a Barajas da una folla. Inoltre, torna con la firma di Kopa in parità. Il 23 agosto, il Consiglio dei ministri tenutosi a San Sebastian permette a Madrid di costruire alcuni campi sportivi al chilometro 7 dell’autostrada Irún: si tratta della Ciudad Deportiva. Vincono ancora la seconda coppa Campioni nel 1957 ed è l’unico dei 13 vinti in casa: 2-0 contro la Fiorentina al Bernabéu. Il Real ha recuperato lo scudetto e alla fine della stagione ha ingaggiato José Emilio Santamaría. Improvvisamente comincia a venir fuori la notizia che i rapporti del Villalonga con alcuni giocatori non sono buoni. La voce trova conferma quando quello che sembrava un rinnovo sicuro si trasforma in una rottura e il Bernabéu sorprende con l’ingaggio di Luis Carniglia, con Ipiña al suo fianco. Molowy lascia il club tra enormi dimostrazioni di affetto.

Real Madrid 120: la vittoria in Coppia Campioni a Bruxelles

Il 29 giugno 1958 i campioni d’Europa e di Lega cercano la stagione perfetta nella finale di Coppa. Era in casa e contro l’Atheltic che in campionato era debole. Ma ha perso: 0-2, la finale che è passata alla storia per la frase di Enrique Guzmán, Presidente dell’Athletic: “Con undici paesani siamo passati attraverso la pietra fino a Madrid”. È l’anno dell’arrivo di Puskas. A Carnilglia non piaceva. “Cosa facciamo con quella pancia?” chiese. “Toglilo,” rispose Antonio Calderón. Ma non c’è due senza tre e la Coppa dei Campioni arriva con il Milan a Bruxelles. La Quarta Coppa Campioni consecutiva arriva a Stoccarda, contro lo Stade de Reims nel 1959. Era l’addio di un Kopa, che stava tornando a casa. Quell’anno appende le scarpe al chiodo Miguel Muñoz, che a fine febbraio fa le sue prime armi da allenatore, dirigendo la squadra fino a metà aprile quando Carniglia dovette subire un intervento chirurgico. A fine stagione, Manuel Fleitas diventa allenatore. Il 14 giugno è caduto in semifinale di Coppa contro il Barcellona e il 2 luglio stava già giocando la sua prima partita in un tour americano che andava da Bogotá a New York.

Real Madrid 120: le mostruose cinque vittorie in Europa

Il ciclo unico di cinque Coppe dei Campioni di fila viene chiuso dal Real Madrid nel 1960 a Glagow con l’indelebile 7-3 contro l’Eintracht. In campionato, nonostante i 92 gol segnati, non sono campioni a causa di una bizzarra formula di misurazione del coefficiente di gol che dà il titolo al Barcellona. La Coppa è stata persa in finale contro l’Atlético grazie a un gol di Peiró. Il 12 aprile, dopo le dimissioni di Fleitas per assenza di una partita, il Bernabéu ha annunciato che la squadra sarebbe passata al tecnico del Plus Ultra: Miguel Muñoz. Avanti, 13 anni. Il suo primo grande successo è la vittoria nella prima Intercontinentale contro il Peñarol: 0-0 a Montevideo a luglio e 5-1 al Bernabéu a settembre.

Real Madrid 120: l’anno intermedio

Nel 1961 hanno perso al primo turno contro il Barcellona in quello che i madridisti hanno battezzato “il furto degli inglesi”. Così hanno inteso gli arbitrati di mister Ellis a Madrid e, soprattutto, quello del suo connazionale Reg Leafe a Barcellona. Sulla tabella di marcia di quella partita, quattro gol sono stati annullati per i bianchi e un rigore è stato più che chiaro nel limbo. Brocic, allenatore del Barcellona, ​​uscì sulle spalle quel 23 novembre; due settimane dopo è stato espulso dopo aver perso contro il Real Madrid in casa 3-5. Il Real Madrid vince il campionato, perde ancora la Coppa contro l’Atlético (3-2) e poi torna in tournée in America: Cile, Ecuador, Costa Rica, Guatemala e fine tournée a Los Angeles.

La vittoria in campionato

A fine stagione avviene un grande trasferimento, quello di Luis del Sol alla Juventus in cambio di 50 milioni di pesetas. Nella preseason, il Madrid questa volta va in Africa. Un’avventura in cui Amancio debutta con il Real Madrid. Lo fa ad Accra, la capitale del Ghana. Prima di volare, Santiago Bernabéu ha scherzato con il tour: “Sembreremo neri pur di vincere la partita, ma per loro sembrerà tutto nero per batterci”. In precedenza il 2 maggio il Real ha perso per la prima volta una finale di Coppa dei Campioni, contro il Benfica, nonostante fosse in vantaggio di 0-2 e 2-3. Nel 1963 Manuel Meana, gloria dello Sporting è stato il primo direttore del Ciucad Deportiva, un uomo di estrema rigidità che si è preso cura degli impianti e del loro decoro come se fosse a casa sua. Questa era la sua posizione fino al suo ritiro. Il Madrid ha dominato il campionato dall’inizio alla fine. Ancora una volta fa le valigie per volare in America, questa volta per il trofeo della città di Caracas, una specie di coppa del mondo. Cade in finale contro il San Paolo, ma il mondo è sconvolto nell’apprendere che Alfredo di Stéfano è stato rapito dalle Forze Armate di Liberazione Nazionale del Venezuela. L’angoscia è durata quasi 60 ore.

La nuova finale di Champions

Il 27 maggio 1964 il Real Madrid torna alla finale di Coppa dei Campioni. A Vienna e contro l’Inter di Luis Suárez. Ha perso 3-1 in quella che sarebbe stata l’ultima partita di Alfredo di Stéfano con il Real Madrid. “Non pensavo sarebbe stata l’ultima, ma dopo la finale mi hanno buttato fuori”, ha ricordato La Saeta molti anni dopo. È andato in spagnolo. Le cose cambiarono e quell’estate arrivarono in squadra Pirri, Sanchís, Grosso (prestato quell’anno all’Atlético perché non abbandonassero gli studi). Il sorteggio del campionato è stato capriccioso: prima giornata, 13 settembre Spagna-Real Madrid. Il primo rivale ufficiale di Di Stéfano è stato il Real Madrid: 1-2 per i Bianchi con una doppietta di Puskas. Nel 1965 il cambio di ciclo dà vita a Madrid, che viene presto battezzata yé-yé. Nasce in piedi perché vince il campionato. Per la prima volta una squadra vince cinque campionati di fila. Solo il Madrid della Quinta del Buitre ha realizzato un’impresa simile. Amancio è il nuovo punto di riferimento in una squadra in cui Puskas sta scomparendo, ma a 38 anni ha segnato più di 18 gol.

Il sesto trofeo in Europa

Arriva a Bruxelles, contro il Partizan e riporta: 2-1. Madrid ye-yé è campione d’Europa e Gento è in quella squadra, che faceva parte dell’intera catena delle sei ‘orejonas’. Quei ragazzi sono stati aiutati da nonno Puskas al primo turno: 2-1 a Rotterdam contro il Feyenoord e 5-0 al ritorno con quattro dell’Ungherese. L’Atlético de Madrid ha rotto il dominio nel campionato di Madrid. I bianchi hanno perso 2-1 al Camp Nou nella penultima giornata, cedendo il comando e i Rojiblancos non hanno fallito nell’ultima partita. Il Bernabéu si è riempito di persone ed emozioni per rendere omaggio al più grande tra i più grandi della sua storia: Don Alfredo di Stéfano nel 1967. Il rivale scelto era la migliore squadra d’Europa quell’anno. Perché il Celtic aveva appena sconfitto l’Inter nella finale di Coppa dei Campioni giocata il 25 maggio a Lisbona. La Lega era di nuovo bianca.

Real Madrid 120: il dominio nel campionato

La finale di Coppa vede nuovamente Real Madrid e Barcellona l’uno contro l’altro, cosa che non accadeva dal 1936, quel giorno dopo la guerra civile. Era l’11 giugno al Bernabéu. Il titolo è andato al Barcellona per autogol di Zunzunegui. Ad agosto, il Real Madrid si è recato per giocare un paio di amichevoli dall’altra parte dell’Atlantico: New York e Toronto. In Coppa dei Campioni, San Isidro vive una fatidica giornata contro il Manchester United di Best. Dopo 1-0 all’Old Trafford, la finale di Londra sembra vicina, soprattutto quando il Real Madrid va 2-0 e 3-1, ma la partita finisce 3-3. È la fine di un ciclo fantastico nel 1969: nove leghe vinte in 10 stagioni, uno scandalo senza precedenti o senza precedenti. In Coppa dei Campioni il Madrid fa la faccia peggiore e resta fuori a novembre per mano dello Standard de Liège.

Due finali di Coppa delle Coppe

L’Atlético de Madrid pone fine al dominio del Real Madrid in campionato, come nel 1965. Il campione cade in un torneo che inizia con un Clásico (3-3 in casa) e termina con un sorprendente sesto posto. Per la prima volta, il Real Madrid non si qualifica per la Coppa dei Campioni. Il suo posto europeo va alla Recopa grazie al fatto di essere stato proclamato campione di Coppa contro il Valencia, trofeo che non vinceva dal 1962. Due finali di Coppa delle Coppe sono giocate dal Real Madrid, perché il loro duello ad Atene con il Chelsea ha richiesto un tie-break che è caduto sulla squadra inglese. Quella partita, giocata il 21 maggio 1971 fu l’ultima di Gento con il Real Madrid. Non era titolare ed è entrato in campo al 53 minuto per prendere il posto del suo eterno sostituto, Manolín Bueno. L’uomo che ha vinto più titoli con il Real Madrid se ne stava andando. Quarto posto in campionato e una Coppa in cui sono scesi al primo posto contro il Deportivo hanno mandato i Bianchi in una nuova avventura europea: la Uefa. Dopo nove anni, si stanno affrontando dei cambiamenti nella direttiva.

Real Madrid 120: il ritorno amaro nella Uefa

Al secondo turno, il PSV porta il Madrid fuori dall’Europa nel 1972. Il Real recupera il campionato, ma deve aspettare l’ultima partita (4-1 contro il Siviglia) per festeggiare un campionato in cui ha smesso di essere il leader solo nella prima giornata. La resistenza del Valencia, che avrebbe vinto la Coppa, fu feroce. Nell’estate, in cui il Madrid è andato a uno per la Jugoslavia e la Grecia, è nata Castilla. Il 14 dicembre diventa una data speciale: si onora Gento, si festeggia l’Anniversario d’Argento dello stadio e il grande Eusebio gioca con il Real Madrid nella partita contro l’Os Belenenses. Allora è riuscito a farla franca, ma ha preso nota di quel ragazzo Olandese magro. Quattro anni dopo, il grande Ajax era un osso troppo duro in semifinale. Per la seconda volta in due stagioni, il Real Madrid è andato in bianco ed è tornato alla Uefa.

Real Madrid 120: l’arrivo di Miljan Miljanic

La separazione tra allenatore e Presidente era diventata profonda e la scarsa prestazione in Liga, che si è ripetuta, ha causato il cambio di panchina. In partenza l’allenatore record nella storia del club: 14 titoli. E un uomo di casa, Luis Molowny stava facendo il suo debutto. Con El Mangas alla guida il Real Madrid ha vinto la finale di Coppa: 4-0 contro il Barcellona, ​​vendicato 0-5 a Chamartín il 17 febbraio 1974. E’ una rivoluzione per il Madrid e il calcio Spagnolo l’arrivo di Miljan Miljanic. Con l’allenatore jugoslavo, il Madrid esordisce nella Recopa. E per la prima volta si gioca ai calci di rigore, quello perso in semifinale contro la Stella Rossa a Belgrado. Ma con un altro rigore vince ancora la Coppa, questa volta contro l’Atlético de Madrid. È la seconda doppietta di Coppa di Lega nella storia del club. Il 5 novembre 1975 è segnato come il giorno di una delle grandi rimonte: 5-1 al Derby County dopo 4-1 al The Baseball Ground.

L’aggressione in Europa

Quell’anno è segnato da quanto accaduto in Coppa dei Campioni il 31 marzo 1976. Il Bayern ha giocato per la prima volta al Bernabéu. Era la notte del Loco del Bernabéu , quella dell’aggressione di un tifoso (Jaime DP) all’arbitro Linemayer. Don Santiago ha dovuto smentire se stesso: “Il giorno in cui gli spettatori dovranno essere ingabbiati, smetterò di andare a calcio”. Poche cose lo hanno ferito di più nella sua vita del dover costruire recinzioni nel suo stadio. La successiva Coppa dei Campioni durò solo due turni per il Real Madrid e dovette giocarli in casa a Valencia e Malaga. La squadra arriva ad una stagione vuota di risultati nel 1977. Dopo aver perso a Salamanca il 4 settembre, la squadra è tornata sotto il controllo di Molowny. In precedenza, a marzo, il club ha celebrato il suo 75 anniversario. È stato organizzato un torneo che non ha attirato i fan. Il Madrid lo ha vinto battendo l’Argentina in finale, gli altri ospiti Iraniani e Algerini di Mouloudia Chaabia.

La morte di Bernabeu

Il 1 giugno 1978 è la data della morte di Santiago Bernabéu. Il club riceve migliaia e migliaia di telegrammi di cordoglio. Tra i primi, quelli de La Zarzuela e La Moncloa. È l’addio alla figura più importante nella storia del club, un uomo che lascia un’eredità universale dopo una vita dedicata anima e corpo al suo Madrid. Il 3 settembre viene nominato il nuovo consiglio di amministrazione, con Luis de Carlos al timone. Prima di morire, Bernabéu viene nominato figlio adottivo del Real Madrid, accetta le dimissioni da Mosca di un dirigente di nome Ramón Mendoza (gennaio) e vede la sua squadra della Liga vincere con Molowny come allenatore. Lo fa nella prima stagione (1977-78) in cui non ha partecipato a nessuna competizione Europea. Il canarino lascia due campionati vinti, l’ultimo dopo il primo strike dei calciatori. Del Bosque e Juanito furono figure importanti in quel processo. Ad agosto si tiene la prima edizione del Trofeo Santiago Bernabéu. La locandina è spettacolare: Real Madrid, Ajax, Milan e Bayern. I tedeschi lo prendono. A giugno, il Real Madrid, campione di campionato, ha perso la finale di Coppa contro il Valencia.

Real Madrid 120: finale di Coppa contro il Castilla

La UEFA designa il Bernabéu come lo stadio della finale per celebrare i 25 anni dalla nascita della Coppa dei Campioni. Il sogno dei White di diventare campioni in casa crolla in una delle peggiori serate europee: 5-1 ad Amburgo il 23 aprile e segnare il 2-0 dell’andata. Quell’anno rimane nella storia come la finale di Coppa in cui il Real Madrid ha sconfitto la propria filiale. Castilla è andato alla Recopa e ha preso il West Ham, campione della FA Cup, fino ai tempi supplementari. La squadra di García ha perso a Parigi contro il Liverpool. È stata una fine difficile per la campagna. Nella Liga, il Real Madrid festeggia l’aliron a Pucela quando sente la notizia del gol di Zamora a Gijón che regala il titolo alla Real Sociedad. L’inizio di quel campionato è stato posticipato di due settimane quando i giocatori sono entrati in sciopero.

Real Madrid 120: la finale dei Mondiali 82

L’11 giugno 1982 il Bernabéu ospita la finale dei Mondiali in Spagna: Italia 3-Germania 1. L’anno si apre con la tensione. “Boskov non ha categoria per allenare il Madrid”, grida Miguel Ángel. Tutte le tensioni salgono alle stelle dopo il 5-0 di Kaiserslautern che porta il Real Madrid fuori dalla UEFA. All’andata Juanito ha affrontato gli spalti. Poco dopo la caduta di Boskov, torna Molowny e le Canarie regalano un altro titolo al Real Madrid, questa volta la Coppa. L’11 aprile, a Castellón ea causa di un’altra interruzione, Michel esordisce. Il 19 maggio Alfredo di Stéfano viene annunciato come allenatore. Il 20 luglio il Madrid si presenta a più di 30.000 persone e per la prima volta con una pubblicità sulla maglia: Zanussi. Il 30 giugno era stato firmato un accordo con il brand italiano. Ad ottobre De Carlos vince le elezioni per Mendoza: 10.752 voti contro 7.660.

Un campionato difficile

Il campionato va via nell’ultima giornata dopo aver perso a Metalla, la Coppa all’ultimo minuto contro il Barcellona, ​​la Recopa ai supplementari contro l’Aberdeen, la Supercoppa in un violentissimo doppio duello contro il Real e la Coppa di Lega contro il Barcellona con Il famoso gol di Maradona a Chamartín. In estate 1983, il Real ottiene un acquisto per il quale ci vuole tempo: lo Spagnolo-Belga Juan Lozano. L’addio di Di Stefano nel 1984 è triste nonostante la Lega lo rinunci contro l’Athletic con gli stessi punti. Ma ha lasciato un’eredità che allora nessuno capì: gli esordi di Sanchís, Martín Vázquez (entrambi a Murcia, settembre 1983) e Butragueño (Cadice, febbraio 1984). A fine stagione La Saeta lascia il club e Amancio viene nominato allenatore. L’anno si chiude con un momento tremendo: 6-1 contro l’Anderlecht per ribaltare 3-0 a Bruxelles.

Real Madrid 120: la vittoria in Uefa

Nel 1985 tutto sembra esplodere a Milano, in cui in una notte è caduta 2-0 con l’Inter che sembra un romanzo. Lo spogliatoio è una polveriera e Amancio viene condannato. Il solito Molowny, torna e vince la Uefa contro Videoton. Le elezioni del 24 maggio danno una vittoria assoluta a Ramón Mendoza. La sua era inizia con tre grandi acquisti: Hugo Sánchez, Gordillo e Maceda.Mendoza mantiene Molowny e il Madrid spazza LaLiga. Recupera un titolo che non toccava dal 1980. Dopo aver vinto lo scudetto, Mendoza decide di cambiare squadra dalla panchina e ingaggia Leo Beenhakker, l’allenatore Olandese che aveva eliminato il Real Madrid dalla Coppa con il Saragozza. La Uefa, con un altro giro di rimonte, resta al Bernabéu dopo aver sconfitto in finale Colonia. Quell’estate due istituzioni di portieri lasciarono la squadra: Miguel Ángel e García Remón.

Lo spettacolo in Coppa dei Campioni

Dopo aver eliminato la loro bestia nera, il Bayern, il PSV sembra un rivale a suo agio per la finale del 1988. Il Real Madrid è molto superiore in entrambe le partite, quasi più al ritorno a Eindhoven che a Madrid, ma un bizzarro gol di Linskens al Bernabéu porta la squadra di Hiddink in finale. Sarebbe campione senza vincere una sola partita dai quarti di finale alla finale. La partita di Eindhoven ha lasciato conseguenze sotto forma di rigori e morale della squadra. Santillana dice addio in grande stile. Il Real Madrid ha vinto la Lega e la Coppa nella stagione dell’arrivo di Schuster. Ma non basta. Il 5-0 di San Siro nella semifinale di Coppa dei Campioni rompe l’era Beenhakker. Nel pomeriggio in cui si festeggia lo scudetto esplode lo scisma: Míchel si stufa dei fischi e lascia il campo a metà partita. Vuole lasciare il club, ma alla fine tutto viene reindirizzato. Il Real Madrid firma Toshack, strepitoso con il Real, Camacho se ne va e arriva Hierro. Crudele il sorteggio degli ottavi di finale di Coppa dei Campioni: il Milan. Il Real è caduto 2-0 a San Siro, con un netto rigore di Van Basten fuori area, e l’1-0 della gara di ritorno non è valsa la pena.

Real Madrid 120: due stagioni opposte

Il Madrid di Toshack chiude il cerchio delle cinque Leghe, eguagliando quello di Di Stéfanonel 1990. E va a un marchio mai visto prima: 107 gol, con Hugo Sánchez ancora una volta l’indiscusso Pichichi. Il 5 aprile è caduto nella finale di Coppa contro il Barcellona, ​​sconfitta che ha salvato la testa a Cruyff. Gica Hagi è il grande acquisto La squadra crolla a inizio 90-91. Toshack cade a novembre e torna Di Stéfano.Mentre nel 1991 la crisi è evidente. Nella stessa stagione sono quattro gli allenatori: Toshack, Di Stéfano, Grosso (una partita) e Antic. Ussía resiste inaspettatamente alle elezioni, ma Mendoza mantiene la posizione. Dalla mano di Radomir risorge il Madrid in un campionato vinto con solvibilità dal Barcellona. Quell’estate il club ingaggia un giocatore che tutta l’Europa ama (Prosinecki) e un giovane che brilla a Gijón (Luis Enrique).

La morte di Juanito

Beenhakker era tornato. Nonostante la tremenda sconfitta del campionato a Tenerife dopo lo 0-2, il 1992 è per il Real Madrid l’anno della morte di Juanito. Un incidente stradale gli ha tolto la vita mentre stava dormendo mentre tornava a Mérida dopo aver visto il suo Real Madrid battere il Torino in Uefa. Morì il 7, ma è nata la leggenda. A giugno viene annunciato l’ingaggio di Benito Floro. A Tenerife i gocatori hanno sopportato temperature di 60 gradi a causa di un guasto. Così racconta Sanchís: “Nella seconda Lega di Tenerife abbiamo perso il titolo in aereo. A quel tempo il nostro presidente (Ramón Mendoza) pensava che, visto quello che era successo l’anno precedente, fosse meglio evitare quello che sarebbe stato il volo regolare e Madrid noleggiarono due piccoli voli charter, uno partì da Madrid e arrivò a Tenerife senza alcun problema, e quello che era con me e metà della squadra, all’uscita iniziammo ad avere un problema all’interno dell’aereo. pochi minuti dopo abbiamo raggiunto i 60 gradi all’interno della cabina, abbiamo dovuto passare quasi 30-40 minuti prima che l’aereo avesse rilasciato abbastanza carburante per atterrare di nuovo a Barajas”.

Real Madrid 120: l’anno Horribilis

Il secondo progetto di Floro si conclude dopo una lunga catena di crisi nel 1994. A marzo, dopo aver incatenato la sconfitta contro PSG e Lleida, è stato espulso. Canal Plus manda in onda un video all’interruzione della partita nel campo degli ilerdenses: “Con il cazzo li scopiamo”, si sente chiaramente un Floro arrabbiato. Ore dopo viene sostituito da Del Bosque, che esordisce con una vittoria per 5-2 sul Rayo al Calderón. A fine stagione, il Real ha ingaggiato Jorge Valdano per la sua panchina. E con lui arrivano Fernando Redondo e Laudrup. Prima della fine del 1994, il Real ha subito uno storico colpo di stato in Uefa (contro l’Odense) e ha scoperto un giocatore che avrebbe segnato un’epoca (Raúl).

Le due stagioni di crescita

Nel 1995 accadono cose molto importanti. A febbraio, Mendoza vince le elezioni che terminano dopo l’alba. Sconfigge Florentino Pérez tra più di semplici voci di frode e voti “espressi” da partner defunti. Ma la situazione economica è paralizzante. Ad ottobre i conti vengono bocciati e Lorenzo Sanz, vicepresidente, va all’attacco. “Il mio momento è arrivato” dice. Era vero. Il 15 novembre Marca titolava ‘The End’, cinque giorni dopo si ufficializzavano le dimissioni del presidente della Quinta. Il 15 giugno di quell’anno si giocò la partita tributo-addio a Butragueño: 4-0 contro la Roma. A gennaio 1996 cade Valdano, passa Del Bosque e finisce Arsenio. Guarda più al futuro che al presente. Il 21 marzo Marca sorprende Luis Enrique sottoposto a visita medica con il Barcellona, ​​trapelano le liste delle vittime, si sa che l’allenatore sarà Capello, e da marzo si sa che Mijatovic, stella del Valencia, andrà a Madrid dopo il pagamento della clausola. Rapporti Bernabéu-Mestalla è saltato in aria. La rivoluzione è reale: Mijatovic, Suker, Seedorf, Roberto Carlos, Illgner. Il 25 maggio, Míchel gioca la sua ultima partita con il Real Madrid. Per la seconda volta, il re d’Europa non parteciperebbe a nessuna competizione Europea.

La vittoria in Champions

Il Madrid di Capello si proclama campione della Lega, ma il 27 aprile dice: “Ho preso la decisione di lasciare il Madrid a fine stagione due giorni fa per l’impossibilità di trovare una sintonia di dialogo con Lorenzo Sanz e con alcuni di suoi collaboratori”. Capello ha detto addio con la fine della Liga a due mesi di distanza. Il sollievo fu subito noto: Heynckes. Il 1988 è quello del Settimo, quello del gol di Mijatovic contro la Juve ad Amsterdam, quello della fine di 32 anni di delusioni. “È il più speciale”, dice Vicente del Bosque, l’allenatore dell’Ottava e della Nona. “Ad Amsterdam ho visto piangere dipendenti per tutta la vita”, ricorda l’uomo di Salamanca. Quel titolo ha devastato tutto: che Heynckes non poteva con lo spogliatoio, un brutto campionato, l’addio alla Coppa contro un Segunda (Alavés), la sanzione Uefa per il caso del gol in semifinale di Champions. A dicembre 1, contro Vasco, il Madrid è stato proclamato campione del mondo a Tokyo. In un solo anno è passato dal non essere in Europa a vincere la Champions League ed essere campione del mondo 38 anni dopo.

L’avventura breve di Hiddink

Hiddink ha preso il posto di Heynckes, ma dopo aver perso in casa il 20 febbraio, Lorenzo Sanz ha deciso di chiudere e ha recuperato Toshack. Breve la seconda avventura del Gallese: da febbraio a novembre 1999. Il 17 di quel mese Hiddink ha lanciato una rivolta dopo alcune parole di Lorenzo Sanz in cui chiedeva autocritica: “Chi mi conosce sa che le mie affermazioni sono ben pensati e ponderati e hanno sempre una ragione. Ecco perché è più facile vedere un maiale che vola sopra il Bernabéu che me da rettificare”. La cosa successiva fu il suo licenziamento. Del Bosque era a capo di una nave alla deriva che, contro ogni previsione, era diretta a Parigi e all’Ottava. Il Real Madrid vince l’ottava Champions League nel 2000 a Parigi, dopo un torneo in cui affronta Manchester United e Bayern, i grandi favoriti, nei quarti e nelle semifinali. La squadra che inizia l’anno in crisi e non entra nemmeno tra le prime quattro, vince il titolo giocando con tre difensori centrali, invenzione di Del Bosque. In estate nasce un nuovo Real Madrid. Florentino Pérez raggiunge la Presidenza dopo aver vinto un’elezione in cui appare con Luis Figo sotto il braccio. Colpo di stato mondiale e un nuovo Real Madrid.

L’era di Perez

E dopo Figo nel 2000 arriva Zidane nel 2001. Il Presidente Perez chiude l’arrivo del miglior Giocatore del Mondo che come si è visto di recente, segna una svolta nella storia del club. Prima della firma di Zizou, il Real aveva vinto la Liga. Un altro anno impressionante per il Real Madrid, è quello del Centenario del 2002. Il Real Madrid conquista la nona posizione con un memorabile tiro al volo di Zizou a Glasgow, momento culminante di un Centenario che il 6 marzo viene esploso dalla sconfitta casalinga nella finale di Coppa, contro il Dépor. Ma la nona Champions League e l’arrivo di Ronaldo Nazario ad agosto rendono gloriosi i festeggiamenti per i 100 anni di Madrid. L’acquisto di Ronaldo entra direttamente nella storia del calcio per quello che ha comportato a livello sportivo e per come è stato eseguito, con Florentino che si è rimboccato le maniche un minuto prima della chiusura del mercato.

L’arrivo di David Beckam

Il Real Madrid vince la Liga nel 2003, ma il Consiglio non è contento della direzione della squadra e decide di fare a meno di Del Bosque e Hierro a fine stagione. Il sostituto è Queiroz, il secondo di Ferguson allo United, ad aiutare Beckham a integrare la squadra. David Beckham firma per il Real Madrid ed è già il Madrid dei Galattici. Il Real Madrid, che aveva spazzato via tutte le competizioni tra settembre e dicembre 2003, è caduto da marzo e ha perso tutte le competizioni ad aprile, inclusa la finale di Coppa contro il Saragozza. Queiroz viene licenziato e viene assunto Camacho, che in carica dura pochissimo. Il Madrid entra in una grave crisi sportiva e chiude l’anno 2004 firmando il Lussemburgo. Il Real Madrid inizia l’anno giocando una partita di sette minuti contro la Real Sociedad, il tempo rimanente di una partita sospesa a causa di una minaccia bomba. Vinta dal Lussemburgo all’esordio con un gol di Zidane su rigore e la squadra sembra prendere il volo. Ma la squadra non sta bene e succedono cose surreali, come Ronaldo che porta l’intera rosa a Parigi per festeggiare il suo matrimonio a una settimana dell’ottavo di Champions.

Real Madrid 120: Florentino si dimette

La squadra non accenna a riprendersi e Florentino decide di dimettersi a Febbraio nel 2006. Un altro anno vuoto per il Real Madrid, che tiene le elezioni a luglio. Li vince Ramón Calderón, che arriva con Mijatovic come Direttore Sportivo. C’è un cambio di ciclo e Zidane decide di lasciare il calcio. Capello torna in panchina e Van Nistelrooy e Cannavaro arrivano come grandi acquisti. Quell’anno il Madrid ha inaugurato la Ciudad Deportiva de Valdebebas, che è stata la chiave per salvare l’economia del club dopo la vendita di quella vecchia, dove si ergono quattro torri. Il Real Madrid vince uno dei campionati più incredibili che si ricordi nel 2007. Quella del Tamudazo, quella del Madrid reduce in extremis dalle ultime cinque gare di campionato. Capello viene licenziato e Schuster viene ingaggiato per migliorare il gioco. Il Madrid in Europa non ha ancora superato gli ottavi di finale.

Florentino Perez 2.0

Un altro anno in cui sono caduti in Champions, ma in cui hanno vinto di nuovo il campionato quelli del 2008. Il Real ha prevalso di gran lunga e il Barça, già con Messi in squadra è stato costretto a fare il corridoio dei campioni al Bernabéu. È il Madrid degli olandesi, con Sneijder, Van Nistelrooy, Robben, Drenthe. Ramón Calderón è costretto a dimettersi dopo che Marca ha rivelato di aver manipolato l’Assemblea dei membri per approvare i conti. Calderón parte, Vicente Boluda prende la presidenza provvisoria e Florentino Pérez torna in estate, senza trovare rivali alle urne. Florentino Pérez ritorna nel 2009 e intraprende una spettacolare rivoluzione. Cristiano Ronaldo, Kaká, Benzema, Xabi Alonso, Arbeloa, Garay e Granero si uniscono alla squadra bianca, con Pellegrini come allenatore. L’obiettivo, recuperare grandezza in Europa.

Real Madrid 120: l’arrivo di Mourinho

Pellegrini aggiunge 97 punti, ma non vince alcun titolo, il che porta Florentino Pérez a cercare José Mourinho nel 2010. Mou arriva con Özil, Khedira e Di María come rinforzi e inizia a costruire una nuova squadra, molto aggressiva, con cui tenere testa al Barça di Guardiola. Con Mourinho e Guardiola, Cristiano e Messi, i Clásicos raggiungono il loro massimo splendore nel 2011. Una guerra sul campo e in sala stampa. Il caso vuole che i due giganti si vedano quattro volte in due settimane, in tutte le competizioni. Il Real Madrid vince la finale di Coppa con un gol di CR7, ma perde in Lega e Champions League, nei duelli più accesi a memoria d’uomo.

Real Madrid 120: la decima Coppa dei Campioni

ll Real Madrid vince la Liga dopo una stagione di campionato impeccabile nel 2012. È il Madrid dei 100 punti e dei 121 gol. In Champions League, grande ossessione, il Real cade in semifinale in un fatidico rigore con il Bayern. “Eravamo la migliore squadra d’Europa”, ricorda sempre Mourinho. Una squadra che è penetrata nel cuore del Real Madrid. In estate viene firmato Luka Modric. Il Madrid ha fatto un campionato scadente al 2013, ma ha raggiunto la finale di Coppa e le semifinali di Champions League. Non avrebbe vinto nessuno di questi due titoli. In Coppa dei Campioni era a un gol dalla storica rimonta contro il Borussia Dortmund. Mou parte e arriva Ancelotti. Per il campo di gioco, Bale viene ingaggiato da protagonista. I Blancos alzano finalmente la sua decima Coppa dei Campioni. Lo fa contro l’Atlético de Madrid a Lisbona in una finale che sarà ricordata per sempre per il gol di Sergio Ramos al 93 minuto. Un anno per la storia, con la Copa del Rey dopo un gran gol di Gareth Bale.

Real Madrid 120: i due allenatori Ancellotti e Zidane

Il Real Madrid nel 2015 non è in grado di chiudere con successo la stagione e perde tutti i titoli nel girone finale. Morata, in prestito alla Juve, lascia il Real Madrid fuori dalla sua seconda finale consecutiva di Champions League. A fine stagione viene esonerato Ancelotti e viene ingaggiato Rafa Benítez. Il 4 gennaio 2016, Zidane ha preso le redini della squadra dopo l’espulsione di Rafa Benítez. Prendi una squadra in crisi che la rilancia subito. Sta per recitare in una storica rimonta nella Liga che combatte fino all’ultima partita, e vince l’undicesima, sempre contro l’Atlético de Madrid. Il Madrid di Zidane continua inarrestabile e vince LaLiga e Champions League. La finale, quella di Cardiff contro la Juve, è una delle più belle della storia del club, con una partita spettacolare terminata 4-1.

Real Madrid 120: Ronaldo e Zidane vanno via

Il Real Madrid vince ancora la Coppa dei Campioni, questa volta dopo aver battuto in finale il Liverpool in un duello che passa alla storia per il cileno di Gareth Bale. Dopo la Champions, Zidane ha deciso di farsi da parte e Cristiano Ronaldo ha rotto con il Real nel 2018 perché non si sentiva amato. Va alla Juve per 100 milioni di euro. Lopetegui prende il Real Madrid, la cui firma viene annunciata due giorni prima dell’inizio dei Mondiali. Lopetegui sarà licenziato dal Madrid in ottobre dopo essere stato battuto al Camp Nou e si unisce alla squadra di Solari. La brutta serie di vittorie della squadra costringe il Real Madrid a rinunciare al ritorno di Solari e Zinedine Zidane accetta nuovamente la chiamata personale di Florentino Pérez alla guida della squadra nel 2019. In estate iniziano i lavori del Santiago Bernabéu, con i quali si intende dare al club una spinta economica fondamentale per lottare contro i club statali.

La pandemia e Mbappé

I Blancos sottrae la Liga alla pandemia, sospesa a marzo a causa del Covid nel 2020 e che si giocherà nuovamente a giugno. In uno spettacolare ultimo tratto di stagione, il Real Madrid ha vinto 11 delle ultime 12 partite. Lo vince anche all’Alfredo di Stéfano, poiché il Bernabéu è chiuso per lavori. Il Real non vince alcun titolo, ma lotta fino alla fine. Il Chelsea elimina il Real Madrid in semifinale di Champions League e in campionato il campionato è perso nell’ultima giornata. A fine stagione Zidane lascia il club e si saluta con una dura lettera nei confronti del club, in cui non ha trovato il supporto sperato. Oggi 6 marzo Madrid compie 120 anni. Lo fa essendo il leader della Liga e aspettando la gara di ritorno contro il PSG. All’orizzonte l’estate e il possibile acquisto di Kylian Mbappé.

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