[WC] T. Seyboth Wild b. [2] C. Ruud 7-5, 4-6, 6-3
Chile Dove Men Care Open – Santiago del Chile –
ATP 250 su terra rossa –
10 marzo 2000: questa è la carta d’identità di Thiago Seyboth Wild, che ieri sera ha scritto un pezzo di storia del tennis.
Il brasiliano infatti è il primo classe 2000 a vincere un titolo ATP, nonché primo carioca a raggiungere un simile traguardo dal 1990 in poi.
Un regalo di compleanno niente male, dato che Thiago festeggerà 20 anni tra una manciata di giorni. La cornice del suo successo è il Chile Dove Men Care Open, ATP 250 di Santiago del Cile che è tornato a disputarsi dopo nove anni d’assenza.
Alla tanto decantata NextGen che sta venendo alla ribalta negli ultimi tempi mancava l’ultimo tassello, ossia quello del trionfo in un torneo. Non ci sono riusciti i più rinomati Jannik Sinner e soprattutto Felix Auger-Aliassime – 5 finali perse – al primo colpo invece non ha sbagliato Seyboth Wild.
Una storia particolare quella del diciannovenne verdeoro, semisconosciuto al grande pubblico fino a qualche settimana fa, ma che gli italiani più incalliti ricorderanno bene.
Infatti Thiago è stato il vincitore dello US Open junior 2018 contro il nostro Musetti. Dopo il salto tra i grandi, inizialmente i risultati hanno fatto fatica ad arrivare.
Un successo in un ITF e un challenger a ottobre in Ecuador i suoi migliori risultati. Da buon sudamericano il meglio di sé lo esprime sulla terra rossa, anche se le sue qualità balistiche possono adattarsi in fretta su qualsiasi superficie.
Fisico molto prestante – 185 cm per 79 kg – Seyboth Wild è dotato di un ottimo servizio – 17 ace in finale, che sulla terra sono tanti – grande mobilità nei movimenti e un dritto niente male, anche se va perfezionato nella tecnica.
Perlopiù fa un buon utilizzo della palla corta, usata spesso nei quarti di finale contro l’acciaccato Garin. Il ritiro dell’esperto cileno gli ha spalancato le porte nel tabellone, ma il brasiliano è stato comunque in perenne ascesa durante tutto l’arco del torneo.
Il nativo di Marechal Candido Rondon in finale batte un altro NextGen, seppur molto più rodato, come Casper Ruud (di due anni più grande).
Il norvegese dimostra di trovarsi a suo agio sul mattone tritato e il suo successo nell’Argentina Open ne è la conferma. Nonostante ciò perde una ghiotta chance di assicurarsi una testa di serie al Roland Garros.
Infatti d’ora in avanti dovrà difendere la finale a Houston e gli ottavi agli Internazionali di Roma.
In questa finale a Santiago del Cile Ruud ha ceduto per 7-5, 4-6, 6-3. Eppur l’inizio di match lasciava presagire il contrario, con il coriaceo norvegese che sfrutta a suo favore il maggior bagaglio tecnico.
Nel primo parziale Seyboth Wild è riuscito prima a recuperare un break e poi a piazzare il colpo decisivo quando il tie-break sembrava cosa fatta.
L’equilibrio regna sovrano anche nel secondo set, con entrambi molto bravi nei loro turni di servizio. La differenza la fa l’unica palla break ottenuta e convertita da Ruud sul 4 pari.
Nonostante la giovane età, nel decisivo parziale il carioca non accusa il colpo, anzi. È bravo a passare subito al contrattacco, cogliendo di sorpresa il suo avversario che cede il servizio.
Da lì in avanti Seyboth Wild non si volta più indietro, non incappando neanche nei normali errori da ‘traguardo vicino’.
Questo ragazzo è dotato di una forza fisica e mentale impressionante, e con le dovute accortezze può risultare un ostacolo insidioso soprattutto sulla terra rossa.
E da grande tifoso di Nadal vuol continuare a stupire su questa superficie. Intanto dà una grossa scoppola ai suoi coetanei, ancora a secco di successo tra i ‘grandi’.
Il brasiliano fa un ottimo balzo anche nel Ranking ATP, issandosi fino al numero 113. Ora tra i millennial solo Auger-Aliassime e Sinner gli sono davanti.
La convocazione nella nazionale brasiliana – che affronterà l’Australia nelle qualifiche per la Coppa Davis – è un motivo in più per festeggiare e salutare l’età da ‘teenager’.