Con due vittorie e la leadership del campionato IndyCar, Patricio O’Ward è l’uomo del momento, a tal punto da ricevere la “sponsorizzazione” di Sergio Perez. Intervistato dalla rivista americana Racer, “Checo” indica “Pato” come un possibile fenomeno anche per la Formula 1. Solidarietà tra piloti messicani? Forse, ma non stiamo certamente parlando di un brocco, anzi. O’Ward, alla sua seconda stagione completa nella serie USA, sta stupendo per velocità e aggressività, conquistandosi il suo meritato posto tra l’elite dei top driver. Ma sarà abbastanza per emergere in F1?
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Cosa pensa Perez di O Ward?
Perez è convinto di si. Alla domanda di Racer, il pilota di Guadalajara risponde: “Penso che sia un periodo fantastico per il Messico, recentemente abbiamo ottenuto una vittoria in Formula 1 e poi una vittoria in IndyCar. Ad essere sincero, penso che Pato sia un grande talento, è solo una questione di quanto sia diversa la IndyCar dalla Formula 1 e quanto velocemente possa adattarsi alla Formula 1. Certamente penso che abbia il talento per correre contro i migliori piloti del mondo“. Perez ha vinto di recente il GP dell’Azerbaijan, guadagnandosi probabilmente la conferma in Red Bull per la prossima stagione. Parlando del momento “fantastico” del Messico, O’Ward sta brillando in IndyCar, mentre Daniel Suarez rappresenta da cinque anni il paese nella NASCAR, con qualche lampo. Entrambi provengono da Monterrey, città che ha dato i natali anche ad una vecchia conoscenza del circus come Esteban Gutierrez, tester Mercedes e amico d’infanzia di Suarez.
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Un curioso precedente
Prima di lasciarvi, vi raccontiamo un aneddoto che riguarda proprio O’Ward. Correva l’anno 2019, quando “Pato” era fresco di titolo nella Indy Lights. Problemi di budget lo avevano relegato ad un impegno part time nella IndyCar, senza troppe aspettative (ha anche tentato la Indianapolis 500, senza riuscire a qualificarsi). Quelle poche uscite convinsero il plenipotenziario consulente della Red Bull, Helmut Marko, che lo ingaggiò per il Junior Team. O’Ward, che nella sua carriera ha dei trascorsi nelle formule europee, debuttò in quell’anno in F2, al Red Bull Ring. Un 14esimo posto fu il massimo che raccolse, senza avere la possibilità di riprovare nella serie. Questo perché Marko lo trasferì in Giappone, a competere nella tostissima Super Formula. Fu un mezzo disastro per il messicano, rimasto scottato dalla natura delle auto e dal meteo imprevedibile del Sol Levante. Dopo pochi mesi, la Red Bull lo svincolò dal suo contratto. Pato firmò con l’Arrow McLaren SP diventando il fenomeno che conosciamo. Chissà cosa sarebbe accaduto, se Marko avesse avuto un po’ di pazienza in più…