La Formula 1 avrà un nuovo CEO, e sarà una faccia conosciuta. Secondo quanto riportato da varie agenzie di stampa, Stefano Domenicali ha accettato l’offerta di Liberty Media di svolgere l’incarico di Amministratore Delegato. Il 55enne imolese, già direttore sportivo della Ferrari, prenderà il posto di Chase Carey, gestore della massima formula dal 2016. Carey non lascerà la F1, ma sarà impegnato in un altro ruolo.
Con il rientro in F1 Domenicali abbandonerà il suo posto presso il Gruppo Volkswagen, per la quale lavora dal 2014.
Bentornato, Stefano Domenicali
Con Stefano Domenicali, la Formula 1 cambia il terzo CEO nel giro di quattro anni.
Con l’acquisizione del circus da parte di Liberty Media nel 2016, Chase Carey ha assunto l’incarico di Amministratore Delegato, al posto di Bernie Ecclestone. Il manager statunitense entrò in carica a partire dal gennaio 2017. Si trattò, tra l’altro, di una mossa a sorpresa: quando ci fu la compravendita, tutti erano convinti che Mister E sarebbe rimasto al suo posto. E ne era convinto lo stesso Ecclestone, il quale non ha mai nascosto la rabbia per essere stato fatto fuori.
Durante il suo “mandato”, Carey ha dovuto gestire situazioni delicate. Oltre al cambio radicale dei regolamenti, il baffuto dirigente ha dovuto maneggiare la patata bolente della pandemia, che ha scompaginato l’intero mondo del motorsport (e non solo). Di fronte all’elenco sempre crescente di gare cancellate, e con le voci sempre più insistenti che volevano una stagione cancellata in toto, Carey ha saputo trovare una direzione, permettendo alla fine di poter allestire un calendario dignitoso, con 17 gare.
La terza missione di Carey, la più delicata dal punto di vista politico, è stata la firma del nuovo Patto della Concordia. Tale accordo decide praticamente tutto quello che riguarda il rapporto tra i promotori e i team, dalla distribuzione dei diritti TV alla partecipazione, ecc. Considerato l’alto livello di belligeranza tra le squadre, portare a casa la firma del Patto era tutt’altro che scontato. Per approfondire l’argomento, clicca il link qui sotto.
Patto della Concordia, il futuro della F1
L’arrivo del “sapiente”
Ora, però, Liberty deve preoccuparsi maggiormente dell’aspetto sportivo della F1. E per questo, Domenicali rappresenta la figura più indicata. Dal 1998 al 2007 è stato direttore sportivo della Ferrari, diventando una delle figure chiave della cosiddetta “era Schumacher”. Nel 2008 ha preso il posto di Jean Todt come team principal, sfiorando il titolo con Felipe Massa. Domenicali ha mantenuto tale ruolo fino al 2014, quando ha clamorosamente presentato le dimissioni. Di fronte ad un Cavallino che arrancava, a tal punto da far scappare via un esasperato Fernando Alonso, Stefano si è assunto paternamente le responsabilità di tutto, come un vero capitano.
Dopo l’addio alla Ferrari ha cominciato una nuova avventura nel Volkswagen Group. Il colosso di Wolfsburg gli aveva affidato l’incarico di preparare il debutto del costruttore in F1. Ma lo scoppio del Dieselgate nel 2015 ha fatto naufragare l’intero progetto. L’anno successivo ha assunto il ruolo di CEO di Lamborghini, prendendo il posto di Stephan Winkelmann, trasferito alla Bugatti. E’ il promotore del progetto del SUV Urus, il cui lancio ha consentito alla casa di Sant’Agata di raddoppiare le proprie vendite.
Per poter ritornare in F1, Stefano Domenicali dovrà lasciare il suo incarico alla Lamborghini. Nel suo nuovo ruolo ritroverà due ex colleghi dell’era Ferrari. Uno è Ross Brawn, direttore tecnico ai tempi di Schumacher e oggi Managing Director della massima formula; L’altro è Jean Todt, il presidente della FIA. Stefano ha collaborato con la federazione internazionale in veste di presidente della Commissione Monoposto, curando la nascita dei nuovi campionati di Formula 2 e Formula 3.