L’eliminazione in Europa League ad opera della Dinamo Zagabria non ha fatto altro che accentuare i problemi intestini al Tottenham. La squadra guidata da Josè Mourinho sta progressivamente cadendo nel baratro, nonostante fino a poco tempo poteva vantarsi di avere una media da primatista in campionato. Ma le incomprensioni interne, la malagestione in alcune situazioni e qualche parola di troppo fuori dal campo stanno distruggendo dall’interno il club di Londra. Le problematiche sono dunque sia in campo che fuori dal campo. Sono infatti moltissime le voci che vedono il numero 9 e uomo simbolo della squadra Kane e il tecnico Mourinho fuori dal progetto Spurs il prossimo anno.
Tottenham, Mourinho e Kane saluteranno gli Spurs?
Il bomber è ancora il centro del progetto londinese. Sin dal suo arrivo la squadra è cresciuta in maniera evidente, raggiungendo anche traguardi storici come la finale di Champions League, persa poi con i rivali del Liverpool. Ma questo non basta. I tifosi e la dirigenza vogliono quella Premier League che manca addirittura dalla stagione 1960-1961. Troppo tempo per una squadra che ormai si considera un fiore all’occhiello del calcio inglese e, più in particolare, londinese. Per arrivare a questo obiettivo si potrebbe dunque sacrificare anche qualche agnello prezioso, uno che ha ancora tantissimo mercato e che potrebbe essere il nucleo di qualunque squadra di fama internazionale. Harry Kane è l’uomo in questione: un suo addio, ad un prezzo considerevole, permetterebbe al Tottenham di puntare su un’altro centravanti, magari più giovane del 28enne, per raggiungere il sogno Premier.
La gestione Mourinho è nel caos
Lo Special One è noto per i suoi metodo di allenamento drastici e rigidi, che spesso portano a risultati eccezionali (i trofei vinti con Inter, Chelsea e Porto parlano da soli). Ma ora la situazione gli sta sfuggendo di mano. Secondo molti quotidiani inglesi, il portoghese avrebbe individuato una “talpa”, una spia che gli sta rendendo la vita complicata e che avrebbe parlato di allenamenti spesso sfiancanti e poco produttivi. Era già successo a Madrid e fu uno dei motivi per cui non era simpatico a Florentino Perez & Co.