George Weah dalla Liberia esprime tutto il suo affetto all’ex compagno di squadra Paolo Maldini, dopo la notizia della sua positività al Coronavirus. L’ex attaccante rossonero, in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, parla ora da leader del proprio paese, esortando a tutti di rimanere a casa e di seguire le cautele dei governi.
“Non ho ancora parlato con Paolo Maldini – afferma Weah – ma ho visto le sue foto e le ho condivise. Sono molto triste e penso a lui e a tutte le famiglie delle tante persone colpite dal virus e che hanno perso persone care. Spero che Paolo e Daniel possano curarsi rapidamente”.
“Se il virus si diffonde in Africa con la stessa violenza con cui ha attaccato l’Europa qui avremo un problema molto serio”
“Al momento qui abbiamo solo tre casi e già prima di trovare il primo positivo avevamo avviato le misure preventive, soprattutto nei controlli in aeroporto. Stiamo cercando di confinare il contagio. Alla Sanità stanno facendo un grande sforzo, noi abbiamo ridotto la capienze dei ristoranti, diminuito i servizi evangelici e imposto la distanza di sicurezza da un metro l’uno dall’altro”. Abbiamo anche chiuso l’ingresso a chi arriva da nazioni con più di 200 casi di coronavirus. Questa è una pandemia, come ha dichiarato l’OMS, ed è tristissimo vedere così tanta gente uccisa da questa malattia”. Si esprime cosi Weah, ricordando come la Liberia abbia superato l’ebola nel 2014, che nel paese uccise oltre 4.000 persone. “Ora siamo preoccupati, quei Paesi che ci vennero in soccorso all’epoca, dalla Guinea alla Sierra Leone, ora sono loro stessi in difficoltà. Noi possiamo solo dire alla gente di lavarsi le mani, non toccarsi la faccia ed essere rispettosa delle regole. Ma non vogliamo che la gente entri nel panico, bloccando tutto e distruggendo l’economia del Paese.”
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