Le qualifiche della 24h Le Mans danno lustro ai marchi di Toyota e Porsche. La casa giapponese piazza una delle sue due vetture in prima fila, dopo un’accesa lotta con la Rebellion nella Hyperpole. Kamui Kobayashi, Mike Conway e Josè Maria Lopez firmano la partenza al palo in 3’15″267, ad opera del veloce pilota giapponese. In verità, “Koba” era stato in grado di girare ancora più forte, segnando un 3’14″791 che sarebbe stato il nuovo record della pista. Tuttavia, il tempo è stato annullato per aver ecceduto i track limits, con grande delusione del pilota e della sua squadra.
La Toyota rifila mezzo secondo alla prima delle due Rebellion, che sui 13 Km del Circuit de la Sarthe sono un’inezia. Bruno Senna, Norman Nato e Gustavo Menezes partiranno accanto alla TS050 numero 7, e si prendono la soddisfazione di precedere la numero 8. Sebastien Buemi, Kazuki Nakajima e Brendon Hartley aprono la seconda fila, a precedere la seconda Rebellion di Romain Dumas, Nathaniel Berthon e Louis Deletraz.
Per quanto riguarda Porsche, la casa di Weissach ha battuto la concorrenza di Ferrari ed Aston Martin nella classe GTE Pro. Dopo aver lasciato la sessione cronometrata alla casa inglese, il costruttore tedesco ha piazzato la numero 91 in pole di classe. Gianmaria Bruni, Richard Lietz e Frederick Makowiecki precedono di meno di due decimi e mezzo la 488 GTE Evo gestita da Af Corse, ed affidata a James Calado, Alessandro Pier Guidi e Daniel Serra (figlio dell’ex pilota di F1 Chico Serra, e campione brasiliano di Stock Car). La Aston si deve accontentare della seconda fila, conquistata dalla numero 95 di Nicki Thiim, Marco Sorensen e Richard Westbrook.
In classe LMP2 la pole position va nelle mani della United Autosports, che batte di misura la G Drive Racing. Due ex di F1 in lotta, con Paul Di Resta che sta davanti a Jean Eric Vergne. La GTE Am invece è appannaggio della Ferrari, che conquista la pole con l’equipaggio di Luzich Racing. Oswaldo Negri, Francesco Piovanetti e Come Ledogar precedono un filotto composto dall’Aston Martin di Paul Dalla Lana, Augusto Farfus e Ross Gunn, e dalle Porsche del Dempsey Proton Racing.
La griglia di partenza a questo link.
24h Le Mans, come funzionano le qualifiche
Prima di entrare nel dettaglio della cronaca delle qualifiche della 24h di Le Mans, spieghiamo brevemente come funzionano.
Per quest’anno si passa dalle tradizionali tre sessioni del mercoledì e del giovedì a due soltanto. Mercoledì scorso si è disputata una sessione cronometrata di soli 45 minuti, anziché le tradizionali due ore. I primi sei di ciascuna classe si batteranno poi in una seconda sessione, denominata Hyperpole. In un turno di 30 minuti, ciascuna delle 24 vetture qualificate avranno un solo run in cui dovranno segnare il tempo migliore possibile. Non è consentito rientrare ai box, per cui le vetture devono girare con il “pieno”, e si deve curare il consumo delle gomme.
Il format è stato presentato nel 2019, ma viene impiegato per la prima volta solo quest’anno. In circostanze che più eccezionali di così, proprio non si poteva.
Come sono andate le qualifiche della 24h Le Mans
La qualifica della LMP1 è piuttosto piatta. Essendo solo cinque le vetture iscritte, tutte hanno ottenuto l’accesso alla Hyperpole, senza particolari problemi.
Per trovare il primo colpo di scena dobbiamo “scendere” alla classe LMP2, dove registriamo la clamorosa eliminazione dell’Alpine. Lo storico marchio sportivo di Renault, che vedremo anche in Formula 1 nel 2021, manca la top 6 causa un lungo di Nicolas Lapierre alla chicane Ford. Rischia il taglio anche G-Drive, dopo che Vergne si vede cancellato il suo crono per track limits. L’ex pilota Toro Rosso riesce comunque a rimediare, portando la Oreca Gibson che condivide con Roman Rusinov e Mikkel Jensen al quarto posto.
Nella sessione svetta il Racing Team Nederland, grazie alla magia di Nyck De Vries. L’ex pilota del programma giovani McLaren porta la formazione olandese in Hyperpole, assieme alle due vetture United Autosports ed al Jackie Chan Racing. Clamorosa eliminazione della Jota Sport, nonostante un equipaggio stellare composto da Antonio Felix Da Costa, Roberto Gonzales e Anthony Davidson. Fuori anche l’italiana Cetilar Racing (ex Villorba Corse), nonostante l’esperienza e l’abilità di Andrea Belicchi.
La GTE Pro è appannaggio dell’Aston Martin, che monopolizza la prima fila virtuale. Alessandro Pier Guidi salva la Ferrari AF Corse portandola da ottava a terza nell’ultimo giro veloce a disposizione. Segue la seconda Ferrari AF Corse, le due Porsche ufficiali e le 488 “americane” della Scuderia Corsa e del Risi Competizione. In quest’ultima troviamo il pilota ex F1 e IndyCar Sebastien Bourdais.
AF Corse non centra la Hyperpole nella GTE Am, dove a comandare è la Porsche del Gulf Racing a svettare. L’equipaggio di Nicklas Nielsen, François Perrodo e l’eterno Emmanuel Collard mancano l’accesso per un soffio. La sessione sorride ai nostri Riccardo Pera e Matteo Cairoli, che con le Porsche Dempsey Proton passano il turno. Non altrettanto fortunati Michele Beretta, anche lui con Porsche, e l’italo giapponese Kei Francesco Cozzolino, al volante di una Ferrari MR Racing. Presente anche un equipaggio tutto al femminile, che guida una Ferrari 488 schierata dal team Iron Lynx. Michelle Gatting, Rahel Frey e la nostra Manuela Gostner pagano oltre quattro secondi dali primi di classe, e partiranno dalla 53esima posizione assoluta.
Così la Hyperpole
Lo spettacolo delle qualifiche della 24h Le Mans 2020 sta nella Hyperpole, al suo debutto assoluto.
Kobayashi ha qualificato la Toyota numero 7, battagliando con la Rebellion affidata a Gustavo Menezes. L’ex pilota Sauber segna un crono da paura in 3’15″267, per poi abbassare ancora in 3’14″791. Tuttavia, la penalità per track limits annulla quello che poteva essere il nuovo record del tracciato. Poco male, perché è comunque in pole.
Con un giro molto efficace, Menezes porta la prima delle Rebellion a soli 555 millesimi dalla prima Toyota. L’americano di origine brasiliana è autore di una prestazione monstre, se si pensa che la seconda Rebellion con Deletraz è lontana già tre secondi. In mezzo alle vetture svizzere motorizzate Gibson c’è la Toyota numero 8, che con Nakajima si becca 1.8 secondi dalla vettura gemella.
Ultima di classe la ByKolles di Bruno Spengler, Tom Dillmann e Oliver Webb. Il francese è colui che qualifica la vettura, beccandosi quasi otto secondi dalla vetta.
In LMP2, il derby di F1 tra Paul Di Resta e Jean Eric Vergne va a favore dello scozzese. Il portacolori Unitedt Autosports batte il francese per soli 3 decimi, che su un tracciato di 13 Km come il Circuit de la Sarthe è uno scarto infinitesimale. La sessione della classe piccola dei prototipi è molto accesa, con tutte le sei vetture racchiuse in 1.3 secondi!
Nyck De Vries strappa il terzo tempo per la Racing Team Nederland, battendo Kenta Yamashita con la Highclass Racing. Chiudono la classifica Alex Brundle (figlio dell’ex di F1 Martin Brundle), alfiere della United Autosports, e Will Stevens, al servizio di Jackie Chan.
Molto tirata anche la GTE Pro. Le Porsche hanno lasciato sfogare le Aston Martin nella qualifica cronometrata per poi fare la differenza nella Hyperpole. Gianmaria Bruni porta la 911 GT3 RSR numero 91 in vetta con 3’50″874, appena 241 millesimi meglio di Calado con la prima delle Ferrari AF Corse. Seguono le Vantage di Marco Sorensen e Alex Lynn, distanti a tre e quattro decimi rispettivamente. Chiude la top five la seconda Ferrari di Sam Bird, mentre chiude al sesto posto la Porsche 92 di Michael Christensen.
Per questa occasione, le due Porsche ufficiali sfoggiano una livrea celebrativa per commemorare la vittoria del 1970 con la leggendaria 917K. Ne abbiamo parlato qui.
In GTE Am, infine, brilla la stella di Come Edogar, capace con il suo 3’51.266 di mettersi dietro le Aston GTE Pro. Il francese del Dempsey Proton batte Matt Campbell ed il nostro Matteo Cairoli, con i primi tre racchiusi in meno di un decimo di secondo.
La 24 ore di Le Mans scatta domani alle ore 15. La diretta è su Eurosport.