Il 19 aprile del 2017, l’ex tight end dei New England Patriots Aaron Hernandez, viene trovato morto nella sua cella, nel Souza Baranowski Correction Center, a Shirley, in Massachussetts.
Nella mente di un killer
La serie documentario, condotta da Netflix, Nella mente di un killer: Aaron Hernandez ripercorre i momenti dell’indagine sul tight end dei New England Patriots. Attraverso interviste ai compagni di squadra, ai detective incaricati del caso e video d’archivio si cerca di fare luce su uno degli episodi più controversi che, negli ultimi anni, ha coinvolto un professionista della NFL.
Un uomo, due personalità
Scelto dai Patriots nel draft del 2010, come 113o assoluto, Hernandez viene considerato tutt’oggi come un giocatore dalla doppia personalità. Un padre esemplare e un autentico talento del football che, di notte, si trasforma in un gangster con problemi di alcool e droga.
Con Rob Gronkowski, Hernandez forma la coppia di tight end più devastante mai vista nella NFL. Nel 2012, la franchigia di Boston gli propone un rinnovo a cifre sbalorditive per un tight end, offrendogli 40 milioni per 5 anni, di cui 12.5 alla firma. Tuttavia questo non basta per portare equilibrio nella vita di Aaron. Come se non bastasse, il 17 giugno 2013 la polizia ritrova il corpo di Odin Lloyd, amico di Hernandez, non molto distante dalla casa del giocatore.
Hernandez viene arrestato e, subito dopo, arriva l’annuncio dei Patriots di aver messo il tight end fuori rosa. Il 15 aprile 2015, viene condannato all’ergastolo per omicidio di primo grado. Durante la sua detenzione, viene accusato di un altro duplice omicidio, ma, questa volta viene assolto. Nell’aprile 2017, quando tutta la faccenda sembra potersi risolvere, Hernandez viene trovato impiccato nella sua cella.
Il perché del gesto estremo del tight end rimane ancora un mistero per tutti, così come lo è capire quale fosse la vera personalità di Aaron Hernandez.