Ingrato il ruolo dell’allenatore. dipendente dai risultati della propria squadra, spesso influente sulle sorti di altri colleghi. Figuratevi se il tuo collega è anche tuo fratello. Inquietudine. Ecco lo stato d’animo di Simone Inzaghi, alla vigilia di Bologna-Lazio, partita di fondamentale importanza per la corsa Champions ma anche gara spartiacque per le sorti del fratello Filippo, terzultimo e aggrappato con le unghie e con i denti alla sua traballante panchina. Galvanizzati dal pareggio del Milan, i biancocelesti scendono in campo con la rabbia e la fame giusta per cercare un importante allungo in classifica proprio sui rossoneri. Privi di Immobile, sostituito da Caicedo nel ruolo di punta centrale.
Il tema della partita è molto chiaro fin da subito: il Bologna gioca rintanato nella propria metà campo, schiavo delle sue paure e della clamorosa sterilità offensiva. Il pallino del match è in mano a Leiva e compagni che dopo aver sciupato 2 buone occasioni con Luis Alberto e Marusic, passano al 30’ su azione d’angolo con Luiz Felipe, lesto a bruciare sul tempo Mattiello e a battere Skorupski di testa. Il goal subìto non scuote per nulla i padroni di casa, che mantengono un atteggiamento prudente, con la speranza di arrivare a fine match col risultato ancora in bilico. Da par suo, la Lazio continua a dominare la sfida specie in mezzo al campo, dove Luis Alberto e un ispirato Correa mandano spesso a vuoto Poli e compagni, Si va dunque al riposo senza ulteriori sussulti e con la netta sensazione che servirebbe un miracolo a Pippo per salvare capra e cavoli.
Sensazione facilmente confermata nella ripresa, dove la Lazio non corre alcun pericolo e amministra tutte le fasi del gioco con tranquillità e sicurezza. Emergono invece ancora di più evidenti i limiti degli emiliani, il cui torpore tecnico e tattico non viene scosso minimamente neanche dagli ingressi di Orsolini, Palacio e Destro, incapaci di creare pericoli dalle parti di Strakosha. Il secondo tempo quindi scorre via tra uno sbadiglio e l’altro, fino al raddoppio finale siglato da Lulic (90’), bravissimo a spingere in rete una perfetta spizzata di Luiz Felipe su corner ben battuto da Luis Alberto. Il fischio finale di Pairetto sancisce da una parte l’allungo della Lazio (ora a +3 sul Milan) nella delicatissima corsa Champions, dall’altro ribadisce ineluttabile la precarietà di Filippo Inzaghi, oggetto di valutazioni da parte della dirigenza americana. La tappa di Napoli, ultima partita del girone di andata, potrebbe essere il capolinea per Superpippo.
TABELLINO
BOLOGNA – NAPOLI 0-2
BOLOGNA (3-5-2):Skorupski; Calabresi, Danilo, Helander; Mattiello (16′ st Orsolini), Poli (38′ st Destro), Nagy, Svanberg, Krejci; Santander, Okwonkwo (20′ st Palacio)
A disposizione: Da Costa, Santurro, De Mario, Dijks, Gonzalez, Paz, Dzemaili, Mbaye, Donsah, Pulgar
Allenatore: F. Inzaghi
LAZIO (3-4-2-1): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Leiva, Milinkovic (29′ st Lukaku), Lulic; Correa (22′ st Parolo), Luis Alberto; Caicedo (16′ st Immobile)
A disposizione: Proto, Guerrieri, Bastos, Wallace, Patric, Murgia, Cataldi, Badelj
Allenatore: S. Inzaghi
Marcatori: 30′ Luiz Felipe, 90′ Lulic
Arbitro: Pairetto
Ammoniti: Palacio, Calabresi