Atto numero 2 a Road America, il quarto appuntamento stagionale della IndyCar. In una battaglia che vede i giovani protagonisti, Patricio O’Ward si vede negare la prima vittoria in carriera nelle fasi conclusive. Un Felix Rosenqvist in forma smagliante sorpassa il messicano a due giri dalla fine, vincendo la prima gara in carriera. E’ il riscatto per lo svedese, dopo la delusione texana. Il dominatore della stagione, Scott Dixon, fatica con gomme e consumo, e finisce solo 12esimo.
Il gradino più basso del podio è appannaggio di Alexander Rossi, che interrompe così la striscia di brutti risultati del suo 2020. Marcus Ericsson e Colton Herta completano la top five.
La cronaca di Road America 2
Al via della gara, Will Power ne combina di tutti i colori. Infatti, il campione 2014 colpisce Ryan Hunter Reay e Graham Rahal nel giro di tre curve. Entrambi i piloti sono fuori gara. Ne segue la prima caution del giorno, ed una penalità.
Nelle retrovie, Conor Daly tampona Oliver Askew, danneggiando l’ala anteriore. Continua il weekend disgraziato del figlio d’arte, che nella gara del sabato ha sbattuto violentemente lussandosi una spalla.
Nel frattempo, Power ne combina un’altra. Al giro 6 perde il controllo della sua Dallara Chevrolet in curva 13, insabbiandosi e spegnendo il motore. Altra caution, e gara tutta da ricostruire per l’australiano di Penske.
Il restart vede O’Ward prendere subito il largo, davanti a Colton Herta e Alex Palou. Lo spagnolo supera il figlio d’arte, e mostra un passo gara simile a quello di ieri (che gli è valso il podio). Tuttavia, il messicano è più veloce, grazie anche alle gomme morbide che qui funzionano meglio delle dure.
Al giro dei pit stop, Dixon rientra al giro 11, complice l’usura elevata delle gomme posteriori. O’Ward rientra al giro 15, mentre Rosenqvist resta in pista altre due tornate prima di rientrare. Saranno loro due a contendersi la vittoria d’ora in avanti.
Il secondo turno di pit stop può essere decisivo per lo svolgere della gara. Anche qui, Rosenqvist rientra un paio di giri dopo O’Ward, ma durante le operazioni i meccanici abbassano la vettura troppo presto, quando una delle ruote non è ancora fissata. E’ un momento delicato per Chip Ganassi: nello stesso frangente, Dixon fa spegnere il motore, perdendo così la chance di chiudere la gara nella top ten.
Al rientro in pista, O’Ward ha otto secondi di vantaggio su Rosenqvist. Qui entra in gioco il fattore gomme: Pato ha montato gomme soft, ma usate, mentre Felix ha coperture dure, ma nuove. La scelta di Felix all’inizio sembra non pagare, data la difficoltà di mandare le coperture in temperatura. Ma i fatti gli daranno ragione: il numero 10 rosicchia decimi su decimi al capo classifica.
A sei giri dalla fine, il distacco si riduce a meno di 4 secondi, due giri dopo il gap si riduce a poco più di due secondi. Ad agevolare Rosenqvist ci sono i doppiaggi, che mettono in difficoltà O’Ward. Conor Daly ha gomme nuove, ed un ritmo pari al leader. Dopo averlo doppiato, Pato se lo ritrova troppo vicino, a tal punto da lasciarlo sfilare. Questa incomprensione è un ulteriore aiuto per Rosenqvist, ormai alle spalle del messicano.
A due giri dalla fine, l’ex pilota di Formula E sferra l’attacco. Prende la scia di O’Ward nel rettilineo dopo curva 3, resistendo alla tenacia del messicano. Nel giro e mezzo successivo accumula quasi due secondi di vantaggio, sufficienti per mettere in ipoteca la prima vittoria in IndyCar.
Dopo l’ottimo inizio, Alex Palou ha perso contatto con i leader. Dopo il secondo pit stop, lo spagnolo ha lamentato mancanza di grip, arretrando fino alla settima piazza finale. Può invece sorridere Alexander Rossi, che messi da parte errori e sfortune, conquista il primo podio stagionale. Sorride anche Charlie Kimball, decimo al suo ritorno full time.
Emerge in questa gara anche Marcus Ericsson. Lo svedese del team Ganassi adotta la stessa strategia di Rosenqvist, con stint più lunghi per restare più a lungo con pista libera. la tattica ricompensa l’ex pilota Sauber con un’ottima quarta posizione.
In un certo senso, può sorridere anche Scott Dixon. Il problema al box lo relega ad un modesto 12esimo posto, tuttavia le circostanze esterne sono a lui favorevoli. Infatti, il ritiro di Rahal, il nono posto di Josef Newgarden ed il 13esimo di Simon Pagenaud permettono al neozelandese di rafforzare la leadership del campionato.
Dopo il teatrino di errori e brutture dei primi giri, Will Power porta a casa un’undicesima posizione tutto sommato accettabile. Tuttavia, esce da Road America 2 con le ossa rotte: non è così che si comporta un pretendente al titolo!
Box Score
Classifiche: http://www.imscdn.com/indycar_media/documents/2020-07-12/indycar-officialraceresults-2.pdf