Ieri è stato l’anniversario della scomparsa del cantautore bolognese Lucio Dalla, deceduto esattamente il 1º Marzo del 2012, in una camera d’albergo a Montreux, Svizzera. Chiaramente non c’è bisogno di ricordare quello che Lucio ha fatto per la musica italiana, le innovazioni che ha portato, il successo che ha avuto. Questo articolo ha ben altra finalità, ovvero quella di parlare del Lucio Dalla sportivo, del tifoso, dell’appassionato.
L’amore di Lucio Dalla per la Pallacanestro
Sono il più grande playmaker di sempre, ma mi frega l’altezza
Sentenziava così nelle interviste, ribadendo il suo amore per la pallacanestro e per i colori della squadra della sua città, la Virtus Bologna. Lucio non era un tifoso normale. Era certamente passionale, ma sempre pacato, sempre composto e mai rancoroso (più volte affermava di non odiare i rivali della Fortitudo perché anche loro facevano parte della sua città). Non perdeva mai l’occasione di seguire i suoi beniamini, sia nelle partite casalinghe al Palazzo, sia fuori dalle mura amiche. Era solito scegliere le date dei tour in modo che esse coincidessero con le trasferte della Virtus e spesso entrava negli spogliatoi per motivare i giocatori. O criticarli, ma sempre in maniera costruttiva. E in quelle occasioni tutti lo ascoltavano, perché anche se il suo lavoro era un altro, di Basket ne sapeva.
Lucio Dalla (sulla sinistra) e Augusto Binelli (sulla destra)
Ma il Basket non era l’unico sport del cuore di Lucio Dalla, c’era anche il Calcio
Negli anni ’60 è stato tifoso del Milan, quando i rossoneri dominavano la scena europea, con ben due successi in Coppa dei Campioni (1962/63 e 1968/69). Era il Milan di Nereo Rocco, dei vari Cesare Maldini, Gianni Rivera, José Altafini. Insomma, era un Milan che gli ha dato tanto in termini di emozioni. Emozioni che poi ha trasformato in musica nella sua canzone Milano, ricordando la celebre sfida fra i lombardi e il Benfica di Eusébio.
Milan e Benfica, Milano che fatica
Oltre all’ apprezzamento dimostrato nei confronti dei rossoneri, il cantautore nutriva un amore viscerale verso il Bologna, che, all’epoca, negli anni ’60, costituiva la spina dorsale della Nazionale guidata da Mondino Fabbri ai mondiali del 1966 in Inghilterra.
Questa passione per i rossoblu l’ha accompagnato per tutta la sua vita e l’ha portato a incidere nel 1987 l’inno ufficiale dei Felsinei Sulle tue ali Bologna, scritto insieme a Luca Carboni, Gianni Morandi e Andrea Mingardi.
Nota era anche la sua ammirazione per il calciatore vicentino Roberto Baggio, il numero 10 per eccellenza del calcio italiano che militò a Bologna per una stagione, nel 1997/1998. Il Divin Codino quell’anno incantò i tifosi dello stadio Dall’Ara a suon di gol, ben 22, che gli valsero la convocazione al Campionato del Mondo di Francia ’98.
Baggio stregò tutti, e fornì a Lucio l’ispirazione per l’ennesimo capolavoro, poesia in musica di 4 minuti e 50 secondi intitolata Baggio Baggio.
Sei mai stato il piede del calciatore
che sta per tirare un rigoree il mignolo destro di quel portiere
che è lì, è lì per parare
meglio, sta molto meglio il pallone
tanto, lo devi solo gonfiare
Lucio Dalla se n’è andato ormai 7 anni fa, ma la sua musica vive ancora oggi, ed è specchio della sue emozioni, delle sue avventure, delle sue passioni, come quella per la pallacanestro, come quella per il Calcio.