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HomeCalcioEric Cantona, che cos’è il genio – Seconda Parte

Eric Cantona, che cos’è il genio – Seconda Parte

12 Dicembre 1991. Cantona si ritira per la prima volta. Non è facile capire questo personaggio, ancora meno le sue scelte. Dopo l’ennesima disavventura disciplinare dice basta al rettangolo verde e alla sfera di cuoio che gli ha dato tanto, ma che gli ha anche tolto tanto.

Nel Gennaio del ’92 tutti si chiedono che fine abbia fatto Eric. Il Nimes, la sua ultima squadra, gli propone di tornare a giocare con la maglia Rossa dei Coccodrilli dell’Occitania, dopo il suo periodo di pausa, ma Eric rifiuta come fosse l’epilogo di una storia d’amore (“è finita”), perché non si sente sufficientemente apprezzato dai tifosi francesi.

La famiglia di Eric gioca un ruolo importante nella faccenda, vuole che l’ex Marsiglia torni su un campo da calcio, pur rispettando la sua decisione. Così Eric ci prova. Tenta di ripartire dall’Inghilterra, su consiglio del CT della Francia dell’epoca, Michel Platini (su cui ci sarebbe tanto da scrivere).

Il 23 Gennaio prende parte ad un provino con lo Sheffield Wednesday. Oltre la manica non lo conosce quasi nessuno, quindi i giornali inglesi si affidano alle descrizioni dei colleghi francesi, che non spendono buone parole per lui.

Il provino non va granché bene. Eric è visibilmente affaticato, fuori forma, e lo Sheffield non se la sente di metterlo sotto contratto. Dunque se lo assicura il Leeds, che si è mosso benissimo sottotraccia.

Cantona esordisce nel Febbraio del ’92, nella sconfitta in casa dell’Oldham. Nonostante i pochi minuti giocati in cui è sembrato un pesce fuor d’acqua, i tifosi fanno di tutto per farlo sentire a casa, intonando cori in suo favore.

Per Eric è ufficialmente scattata la scintilla col pubblico inglese. Di lì a poco si ritaglia uno spazio sempre più importante all’interno delle gerarchie della squadra. A fine stagione vince la Premier da protagonista, portando il Leeds al 3° trionfo della sua storia.

Cantona inizia la stagione successiva nel migliore dei modi, segnando una tripletta nel Community Shield contro il Liverpool. Ma poco dopo le cose iniziano ad andare male per il Leeds. Gli inglesi vincono solo 3 delle prime 10 partite stagionali, e qualcosa all’interno dello spogliatoio sembra essersi rotto.

Cantona con in mano il Community Shield, vinto contro il Liverpool grazie ad una sua tripletta

La situazione non migliora anche a causa di un infortunio alla coscia che tiene Eric fuori dai giochi per una manciata di partite. Quando il francese torna arruolabile, l’allenatore Wilkinson sembra non vederlo più. Ed è proprio quello il momento in cui il bel rapporto tra Eric e i Peacocks si spezza definitivamente.

L’anno prima, il Leeds aveva vinto il campionato con 82 punti, 4 in più della seconda classificata, il Manchester United di Sir Alex Ferguson. I Red Devils, nel Novembre del ’92, erano alla ricerca di un grande attaccante, e avevano puntato Alan Shearer, ma non se ne fece più nulla, complice il trasferimento lampo del bomber inglese al Blackburn Rovers.

Allora Ferguson ha l’intuizione: decide di puntare su Cantona, che non sta passando un periodo felice, per rilanciare lo United in campo nazionale. In pochi giorni si consuma un trasferimento da appena 1,2 milioni di sterline che porta il francese al Teatro dei Sogni.

In molti pensano ad una scelta sbagliata, ma l’impatto dell’ex Marsiglia è straordinario. Sigla il suo primo gol in una delle prime partite contro il Chelsea, per poi ripetersi contro la squadra che lo aveva scartato in passato, lo Sheffield Wednesday.

Il 9 Gennaio del ’93, in un match casalingo contro il Tottenham, Eric dà spettacolo: oltre a portare in vantaggio i suoi con un colpo di testa che bacia il palo prima di entrare in rete, disegna un assist fuori dal mondo per il raddoppio del terzino Irwin, rimasto allo United dopo il tentato coinvolgimento, da parte del Leeds, nella trattativa che ha portato Cantona all’Old Trafford.

Gol di Irwin su assist al bacio di Cantona

Tutti, ma proprio tutti, iniziano ad amare il genio e l’estro del francese: è già Cantomania. In molti spendono parole al miele per il fantasista dello United, dai telecronisti della Premier ai giocatori come Ryan Giggs, fino agli ex campioni come George Best.

Ma è proprio Sir Alex a riassumere in poche parole l’impronta che Eric ha dato al suo calcio:

Eric a volte fa dei passaggi negli ultimissimi metri e io penso: oh Dio, questo non lo avevo mai visto

Sir Alex Ferguson su Cantona

Eric ha dato, come dice George Best, “un cervello alla squadra”, è completamente padrone di quel che accade in campo, vede tutto molto prima degli altri. Diventa il giocatore di cui Manchester aveva bisogno per rompere un digiuno che durava da 26 anni.

In Nazionale, però, le cose non vanno nel verso giusto. La Francia fallisce per due volte il match point per qualificarsi ai mondiali di USA ’94. Alla squadra di Houllier, che prese il posto di Platini alla guida dei transalpini, serviva un solo punto contro Israele e Bulgaria, ma incredibilmente i Bleus si fanno superare in entrambe le gare.

L’errore che costò il Mondiale fu di Ginola, talentuosa ala del Newcastle che perse il pallone che innescò il contropiede vincente dei Bulgari. Dopo quell’errore, Cantona non rivolse più la parola al suo ex compagno di Nazionale.

Nel ’94 Eric va comunque al mondiale, come opinionista tv, senza farsi mancare un arresto per aver aggredito uno steward dello stadio di Pasadena in occasione di Svezia-Brasile. “Perché se non sono matti non li vogliamo”.

Nel Gennaio del ’95 Cantona commette un altro brutto gesto, forse il più brutto della sua carriera. Dopo essere stato espulso per un fallo di frustrazione sul difensore del Crystal Palace Richard Shawn, Eric sferra un calcio volante ad uno spettatore.

Si scopre solo dopo che quello spettatore, all’anagrafe Matthew Simmons, ha precedenti penali e simpatie naziste, e sembra che abbia fornito una versione dei fatti lontana dalla realtà. I testimoni che erano quel giorno allo stadio sono certi di aver sentito il ventenne offendere pesantemente il 7 dello United.

Dopo l’infelice avvenimento, Eric viene squalificato dalla Football Association per 8 mesi, ed è “condannato” a 120 ore di servizi socialmente utili. Ha anche scontato 3 ore in carcere, che ha passato a firmare autografi ai detenuti.

Quell’anno lo United perde il primo e unico campionato dell’avventura di Cantona a Manchester, a favore del Blackburn che inaspettatamente resiste fino alla fine della stagione.

Personaggio fuori dall’ordinario, ha detto, nel corso della sua carriera, decine di frasi tutt’altro che scontate. La più famosa è sicuramente quella pronunciata durante una conferenza stampa dopo la squalifica per il calcio a Simmons:

Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che
delle sardine verranno gettate in mare


Vista così sembra che questa frase non abbia senso, lo stesso Eric afferma di averla improvvisata senza un apparente motivo. Ma tutto lascia pensare che questa frase, detta da Cantona in un inglese perfetto che non gli apparteneva, fosse rivolta ai giornalisti, ai media, al gossip, a quel mondo che non ha fatto altro che complicargli l’esistenza da quando ha iniziato a muovere i suo i primi passi da calciatore.

Eric se n’è andato in punta di piedi. Ha annunciato il suo ritiro solo dopo l’ultima giornata di Premier del ’97 contro il West Ham. La sua ultima palla toccata è stata un assist per il gol del 4-0 finale. Il gol segnato da Jordi Cruijff, il figlio di Johan, il mito di Cantona sin da quando era bambino.

Alla fine di quella partita, il 7 alza il suo ultimo trofeo, il suo 5° titolo di campione d’Inghilterra.

Eric passa 5 anni meravigliosi (escluse le squalifiche per motivi disciplinari) a Manchester, vincendo 4 campionati inglesi, 3 Community Shield e 2 FA Cup.
Lo hanno criticato in tanti, ma lo hanno amato in tantissimi, e la sua maglia numero 7 con il colletto alzato è diventata icona, simbolo di una generazione.