Non ci credeva nessuno ad un risultato del genere. Nessuno pensava che potesse accadere e invece è successo. La mattina del 12 luglio ci siamo alzati e ci siamo affacciati al balcone delle nostre abitazioni. Abbiamo respirato profondamente, guardato il cielo di un azzurro intenso e abbiamo detto “campioni d’Europa”. La vittoria firmata Mancini, autore di un miracolo epocale per il calcio azzurro. Un’impresa basata sulla forza del gruppo, unito e pronto a tutto. Una vittoria che scaccia via anche i detrattori di questa nazionale.
Campioni d’Europa: che gara è stata?
La prima sorpresa della serata è arrivata proprio dall’Inghilterra. Similmente alla gara con la Germania, Southgate ha schierato una difesa a tre con Trippier e Shaw sugli esterni. Una mossa che ha messo in difficoltà gli azzurri. Il primo gol della gara infatti è nato proprio su questo asse: Trippier che scorrazza sull’esterno e cross per il pregevole tiro di Shaw. Sembrava il preludio per una disfatta stile Kiev 2012. Invece non è stato così, perché l’Italia non si è rassegnata, anzi ha reagito allo svantaggio. Progressivamente la squadra è cresciuta nel corso della gara, poi Mancini ha inserito Cristante e la scelta è stata azzeccata. Il suo ingresso ha portato gamba e fisicità e infatti c’è anche il suo zampino sul gol di Bonucci.
Supplementari e rigori
I supplementari sono lotta pura, entrambe le squadra cercano di raschiare tutte le energie possibili. Solo nel primo tempo però c’è qualche azione pericolosa, nella ripresa entrambe le squadre sono stanche e il cronometro scorre fino ai rigori. Qui dobbiamo aprire un capitolo a parte su Gianluigi Donnarumma, eletto miglior giocatore del torneo. Tra Spagna e Inghilterra ha neutralizzato tre rigori: Morata, Sancho e Saka. Una dimostrazione di sicurezza incredibile per un ragazzo di ventidue anni alla prima vera partecipazione ad un torneo di rilievo. La porta azzurra è in mani sicure, che peccato non poterlo più ammirare in Italia.
Vittoria meritata?
Euro 2020 si chiude con la vittoria dell’Italia. Un titolo che mancava dal 68′, ben cinquantadue anni. Fin dall’inizio del torneo gli uomini di Mancini hanno fatto vedere ciò che sapevano fare. Col proseguo della competizione la squadra ha alzato ulteriormente il livello, vincendo meritatamente contro Austria e Belgio. Con la Spagna, così come con l’Inghilterra, due prestazioni sofferte, ma alla fine portate a casa senza mai snaturarsi dai propri principi cardine. La finale di Wembley ha premiato la squadra che ha saputo giocare meglio a pallone per tutto il corso della manifestazione, quindi la vittoria è decisamente più che meritata. Un traguardo che zittisce definitivamente anche i detrattori di questa nazionale, accusata di non avere dei fuoriclasse senza ricordarsi però che la forza dell’Italia non è mai stato il singolo, ma il collettivo.
L’Inghilterra crolla sempre sul più bello e noi siamo campioni d’Europa
Doveva essere “Football is coming Home”, invece è “Football is coming Rome”. L’Inghilterra resta ancora a secco di vittorie, ormai la nazionale dei Tre Leoni non solleva un titolo da quel mondiale del 66′ vinto tra le polemiche contro la Germania Ovest. La sensazione è che questa nazionale sia davvero una eterna incompiuta. A livello di gioco l’Inghilterra non ha mai impressionato davvero, solo le gare con Croazia e Germania sono state davvero buone. Per il resto la nazionale di Southgate ha incontrato una parte di tabellone davvero molto morbida e quel tipo di gioco è stato necessario. Ieri sera l’Inghilterra ha trovato il vantaggio dopo due minuti, ma poi non ha più pensato ad affondare il colpo. Si è chiusa in difesa aspettando l’Italia e alla fine ha pagato.
Anche la decisone di Southgate di inserire i rigoristi poco prima della lotteria è stata alquanto contorta. Sancho e Rashford, così come Grealish, sono giocatori di una qualità così eccelsa che non è concepibile mandarli in campo solamente negli ultimi cinque minuti del secondo tempo supplementare. Così l’Inghilterra, squadra che aveva speculato più sulla qualità che sul collettivo, vive ciò che il Brasile ha vissuto con il Maracanazo nel lontano 16 luglio 1950. Non a caso il giornale sportivo spagnolo Marca ha rinominato la serata di ieri sera con il nome di Wembleinazo. Ancora una volta l’Inghilterra crolla sul più bello, così come contro la Croazia nel 2018, così come ad Euro 2004. Noi invece siamo campioni d’Europa.