Se dopo tre giornate di Campionato, le quotazioni di vedere un Inter vincente erano salite alle stelle, dopo questa sciagurata esibizione contro lo Slavia Praga, le sue quotazioni sono subito crollate. Ieri sera a San Siro si è rivista la “Pazza Inter” di un tempo. Una squadra che è andata in difficoltà contro una squadra come quella di Trpišovský, che seppur la scorsa stagione ha fatto vedere cose buone in Europa League, eliminando il Siviglia e facendo soffrire il Chelsea, non rappresenta certo l’élite del calcio europeo.
Come ha scritto Mario Sconcerti sul “Corriere della Sera”: «Anche stavolta l’Inter si è persa nella ragnatela morbida, scolastica, quasi calligrafica dello Slavia senza mai cambiare metodo, senza un tentativo di forzare le linee, come se il calcio fosse una pura operazione geometrica. Non sono in discussione le scelte di Conte, hanno contato poco. È mancato l’istinto, la qualità finale, come se tutti cercassero di applicare regole che ancora non capiscono. È bastato l’ordine elementare e chiaro degli avversari per perdere il controllo del campo e della partita».
La delusione sugli spalti di tutto l’entourage cinese
Sulle tribune di San Siro c’era tutta la dinastia degli Zhang, dal fondatore e azionista di maggioranza del colosso Suning, Zhang Jingdong Senior, al figlio Steven Zhang Jr. E, in tutta sincerità, non crediamo che saranno stati contenti di vedere un’Inter così scialba, così poco propositiva, contro una formazione di modesto calibro come è lo Slavia. Il loro obiettivo minimo è vedere un’Inter che compete con le grandi compagini del Continente, non certo una formazione che rosicchia vittorie qua e là in Italia, contro Cagliari, Udinese, Brescia, Verona… e si fa sbattere fuori al primo turno di Coppa. Dopo il pareggio di Barella magari la memoria sarà tornata all’esordio dello scorso anno, in Champions, quando i neroazzurri rimontarono proprio nei minuti finali il Tottenham, con i gol di Icardi e Vecino, ma questa volta era evidente che in scena stava andando un altro film. Già il pareggio era chiedere abbastanza.
Inter-Slavia Praga, la partita
Al 7′, lo Slavia, con una punizione di Stanciu, scalda le mani ad Handanovic. Poi la squadra di Conte ha una minima reazione e con De Vrij di testa, su una punizione calciata da Sensi, sciupa una buona occasione per andare in rete. Poi sempre di testa ci prova anche D’Ambrosio (23′), ma si capisce che l’Inter ha grosse difficoltà a trovare la manovra. Nel secondo tempo, cresce il gioco dello Slavia. Gli uomini di Trpišovský giocano in maniera semplice, nulla di elegante, ma tanto basta per mettere in difficoltà l’intero pacchetto difensivo nerazzurro. Al 18′ della ripresa, lo Slavia passa addirittura in vantaggio. Handanovic respinge debolmente su Zeleny e, per Olayinka, è un gioco da ragazzi depositare la palla in rete (0-1). Dopo soli quattro minuti, i cechi potrebbero addirittura raddoppiare, ma la punizione di Stanciu, ad Handanovic battuto, sibila fortunatamente il palo (67′). Poi meno di dieci minuti ed è Boril che potrebbe raddoppiare, tiro respinto dallo sloveno (76′). Per l’Inter e Conte è black out totale. Quando tutto pare ormai perso, Sensi calcia una punizione sulla traversa, Barella la raccoglie e grazie a una deviazione sigla il risultato di 1-1.
Siamo al 92′. Ci sarebbero ancora sei minuti per trovare il clamoroso vantaggio, ma ieri sera si era già capito che quel tiro dell’ex cagliaritano era finito dentro per miracolo e, alla Provvidenza, non si poteva chiedere più altro. Finisce così una gara, che il popolo nerazzurro non poteva peggio immaginare.
Il Borussia Dortmund entra in soccorso dell’Inter
Dando per scontata la qualificazione del Barcellona: la squadra blaugrana si qualifica sempre per la seconda fase della Champions League (la sua ultima esclusione risale alla stagione 2000/01, ai tempi in cui la squadra la allenava Sergi Ferrer e in porta, a difendere i pali, c’era un semi sconosciuto, come il francese Dutruel), per l’Inter è stata una manna dal cielo che Marco Reus abbia sbagliato il rigore per il Dortmund, altrimenti per i nerazzurri sarebbe diventato davvero difficile rincorrere la squadra di Favre.
Il mea culpa di Conte
«Non è questo il calcio per cui giochiamo e ci alleniamo. Serve maggiore personalità e bisogna crescere. Quando io parlo di percorso di crescita, io so che tipo di situazione c’è qui. Poca intensità? Di che parliamo? Ci hanno battuto in tutto. Dovevamo correre più di loro ed essere più cattivi di loro. Non è che arrivo, tocco e diventano cigni. Sono step di crescita i nostri, tanti ragazzi devono crescere a questi livelli. Lukaku? Non c’è da parlare dei singoli, oggi tutti siamo stati sotto la sufficienza. E io per primo devo essere messo dietro la lavagna. Non c’è da parlare di uno o dell’altro».
(dai microfoni di Sky Sport)
Il tabellino di Inter-Slavia Praga 1-1
INTER (3-5-2): Handanovic 6,5; D’Ambrosio 6, De Vrij 5,5, Skriniar 5; Candreva 5 (4′ st Lazaro 5,5), Gagliardini 5, Brozovic 5 (26′ st Barella 6,5), Sensi 7, Asamoah 5; Lukaku 4, Lautaro Martinez 5 (27′ st Politano 6). A disposizione: Padelli, Vecino, Godin, Sanchez. Allenatore: Antonio Conte 5.
SLAVIA PRAGA (4-3-2-1): Kolar 6,5; Coufal 6,5, Kudela 6,5, Hovorka 6,5, Boril 6,5; Traore 6,5 (15′ st Zeleny 7), Soucek 6,5, Husbauer 6,5; Stanciu 7,5, Olayinka 7 (40′ st Provod sv); Masopust 6 (34′ st Helal sv). A disposizione: Skoda, Markovic, Tecl, Frydrych. Allenatore: Jindřich Trpišovský 7.
ARBITRO: Buquet (Fra) 6.
MARCATORI: 18′ st Olayinka (S), 47′ st Barella (I).
NOTE: Ammoniti: Asamoah, Martinez, Politano (I), Hovorka, Soucek (S). Recupero: 1′ e 8′. Calci d’angolo: 3-2 per lo Slavia Praga.