All’inizio di questa settimana, i New Orleans Saints e l’intera NFL hanno detto addio a uno dei loro pilastri dell’ultimo ventennio. Con un video pubblicato sui suoi canali social, Drew Brees ha annunciato la fine della sua carriera nel football giocato. Una notizia che in molti sospettavano sarebbe arrivata molto presto, in seguito a una stagione 2020 particolarmente difficile per l’ex quarterback di Chargers e Saints. Nel corso della sua carriera, Brees si è elevato ai massimi livelli del footballl e ha contribuito a far diventare New Orleans una delle franchigie più competitive della NFL.
Da dove è cominciata l’ascesa di Drew Brees?
Drew Brees comincia a farsi notare, dagli scout della NFL, durante gli anni in cui milita nei Purdue Boilermakers. Brees entra alla Purdue University nel 1997 e, alla viglia del draft 2001, si prepara a lasciarla come uno dei migliori giocatori nella storia del college. Il ragazzo originario di Austin è uno dei quarterback più quotati, nella classe di quell’anno, anche se ci sono dei dubbi riguardo l’effettiva potenza del suo braccio e la sua statura. Nonostante questo, i San Diego Chargers decidono di scommettere su di lui e di portarlo in NFL.
L’esordio con i Chargers
Brees esordisce, con i Chargers, a metà della regular season 2001. Il suo rendimento convince lo staff di San Diego, che lo promuove a quarterback titolare, in vista del campionato del 2002. L’anno successivo, il suo calo del rendimento lo porta a perdere il posto da starter e, con il draft del 2004, ai Chargers arriva Philip Rivers. Tuttavia, tra Rivers e la dirigenza sorgono delle incomprensioni, riguardo al training camp che precede la stagione 2004. Questo da la possibilità a Brees di tornare a essere il quarterback titolare della franchigia e lui la sfrutta al meglio. Quell’anno, guida i Chargers allo score di 12-4 e alla vittoria della divisione, aggiudicandosi, inoltre, il premio di Comeback Player of the Year e la prima convocazione al Pro Bowl.
Nel 2005, finisce tra i free agent, ma San Diego decide di trattenerlo. Mantiene il suo ruolo da titolare, ma, durante la gara contro i Denver Broncos, si infortuna alla spalla. I Chargers gli propongono, comunque, il rinnovo del contratto, che Brees non ritiene adatto per un giocatore del suo livello. Alla vigilia della stagione 2006, dunque, il quarterback decide di cambiare aria e firma un contratto con i New Orleans Saints.
2006: inizia l’era di Brees ai Saints
I Saints hanno bisogno di risollevarsi da una stagione disastrosa e trovano in Drew Brees un nuovo riferimento da cui ripartire. Durante la sua prima stagione a New Orleans, il quarterback dimostra di poter essere l’uomo giusto per guidare la squadra a grandi successi. Inoltre, si rivela un personaggio di grande impatto anche per tutta la comunità della città, come dimostrato dalla conquista del Walter Payton Man of the Year 2006.
Saints campioni nazionali
Dopo aver fallito la qualificazione ai playoff nel 2007 e nel 2008, arriva per i Saints l’anno della grande svolta. Sotto la guida di Brees, New Orleans chiude la regular season con lo score di 13-3 e si guadagna il primo posto, nello slot dei playoff. La franchigia della Louisiana batte Cardinals e Vikings e si presenta al Super Bowl XLIV, al cospetto dei favoritissimi Colts, guidati, in attacco, da Peyton Manning. I Saints ribaltano i pronostici della vigilia e battono Indianapolis con il punteggio di 31-17, assicurandosi il primo Vince Lombardi Trophy della loro storia. Brees, inoltre, si aggiudica il titolo di MVP del Super Bowl.
Drew Brees continua a collezionare record
Negli anni successivi, i Saints non riescono a completare un’altra corsa al Super Bowl. A New Orleans continua a mancare quel salto di qualità necessario per tornare a giocarsi la finale. Tuttavia, Brees continua a collezionare record e grandi numeri e si afferma come uno dei quarterback più iconici degli ultimi anni. Il numero 9 dei Saints diventa il primo, nella storia della NFL, a chiudere più stagioni con oltre 5.000 passing yards e, per 7 campionati, si impone come leader per yards lanciate.
Inoltre, nella sua ultima stagione in NFL, diventa il primo quarterback a superare lo scoglio delle 80.000 yard lanciate. Il campionato del 2020, però, non è particolarmente fortunato per Brees. Il numero 9 si infortuna, nel corso della regular season, ed è costretto a saltare diverse partite. Inoltre, inizia a crescere in lui la consapevolezza di non avere più quel braccio potente, mostrato durante gli anni passati. Così, dopo 20 stagioni coronate da 13 convocazioni al Pro Bowl, 80.358 yards lanciate, 571 touchdown passes e 1 Super Bowl, Drew Brees decide che è arrivato il momento di ritirarsi dal football giocato.
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