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Formula 1: dopo Baku scoppia il caso pressione gomme

Dopo le ali flessibili, un altro tema che fa discutere la Formula 1 è la pressione delle gomme. A Baku, sia Lance Stroll che Max Verstappen se la sono vista brutta, con lo scoppio improvviso delle loro coperture in pieno rettilineo. Dopo il fattaccio, la FIA e la Pirelli hanno indagato per scoprire le cause dei cedimenti. L’ipotesi dell’usura eccessiva è scartata, così come quella del detrito, considerata all’inizio la più plausibile. L’esito definitivo dell’inchiesta sarà noto solo lunedì, ma già emerge un sospetto: la causa di questi scoppi potrebbe essere legata alle pressioni troppo basse. E già si sente aria di polemiche nel paddock.


La FIA prosegue la sua battaglia contro l’ala posteriore flessibile


Formula 1: qualcuno bara con la pressione delle gomme?

Dal 2015, a seguito di episodi simili, la FIA ha imposto un limite minimo per quanto riguarda la pressione degli pneumatici. La Pirelli, a seconda delle piste, indica un valore al di sotto del quale non si può andare, pena l’esclusione della vettura. Prima di ogni sessione i commissari controllano che la pressione di gonfiaggio delle monoposto rientri nei parametri minimi, e finora non si hanno notizie d’irregolarità. Ma dopo i fatti di Baku, emerge il sospetto che qualcuno sia in grado di “aggirare l’ostacolo”, abbassando il gonfiaggio delle coperture dopo i controlli.

L’indagine di Pirelli è stata molto accurata. Oltre alle ruote di Stroll e Verstappen, hanno controllato anche quelle di Hamilton, una delle quali aveva un brutto taglio. Sono state controllate anche le gomme di tutti gli altri, per fare dei confronti validi. Le analisi al microscopio hanno escluso difetti di fabbrica, così come buchi causati da detriti o quant’altro. Resta quindi in piedi l’ipotesi delle pressioni sbagliate. C’è qualche team capace di tenere le pressioni più basse senza farsi scoprire? Se si, come?

Il trucco c’è ma non si vede?

Tutti i team adottano dei sensori per misurare la pressione, ed i dati da esso rilevati sono a disposizione della FIA. Nel corso delle indagini, è emerso il sospetto che qualche squadra non trasmetta dei dati troppo veritieri, magari sfruttando degli algoritmi per nascondere i valori reali e risultare “in regola”. Tra le altre cose, dopo Baku i team sono stati cauti nei confronti della Pirelli, quasi come volessero nascondere qualcosa. Fa eccezione l’Aston Martin, la quale ha ribadito di non aver toccato minimamente le pressioni. Per ovviare al problema, la Federazione introdurrà nel 2022 un pacchetto di sensori di un fornitore unico, che lei stessa distribuirà le squadre. Questo dovrebbe impedire la trasmissione di dati “truccati”, ammesso che sia quello il problema. Prepariamoci comunque al classico vespaio di polemiche, già nel prossimo GP in Francia.


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