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GP Austria, gara Moto3: Arenas domina il caos

La Moto3 non si smentisce mai, e regala al GP d’Austria una gara spettacolare. Albert Arenas deve sgomitare un po’, ma alla fine riesce a portarsi a casa il terzo successo stagionale. Lo spagnolo del Team Aspar lotta come un dannato con Jaume Masia e John McPhee.

La gara regala uno spettacolo ormai consueto in Moto3, con sorpassi e contro sorpassi in ogni curva. L’esito finale è deciso anche dalle penalità, che a fine gara rivoluzionano la classifica. Ai Ogura, ad esempio, aveva tagliato il traguardo terzo, ma perde la posizione per aver superato i limiti della pista. Stesso destino per Celestino Vietti, che perde così il secondo podio stagionale. E’ retrocesso in sesta posizione.

Settima posizione per Tony Arbolino, che non sta confermando i propositi della vigilia. Decimo Tastuki Suzuki, rivale di Arenas nel mondiale ma che non ha brillato al Red Bull Ring.

Gli altri italiani: Andrea Migno 11esimo, Niccolò Antonelli 12esimo, Romano Fenati 18esimo, Riccardo Rossi 19esimo, Dennis Foggia (vincitore di Brno) 21esimo, Davide Pizzoli 26esimo.

GP Austria, la cronaca della gara Moto3

Raul Fernandez scatta dalla pole, ma il più lesto allo spegnersi del semaforo è proprio Arenas. Lo spagnolo prova a scappare nei primi due giri, ma le caratteristiche del Red Bull Ring rende quasi impossibile fare la differenza.

Inzia una battaglia furibona, con ben 14 piloti a giocarsi un posto nel podio. Tra i più combattivi ci sono Vietti, Masia, McPhee e un Deniz Oncu sorprendentemente veloce.

Si getta nella mischia anche Darryn Binder. Il sudafricano è autore di una rimonta da urlo: da 22esimo a primo in sette giri!

Al quinto giro Arenas riceve un warning per aver superato i limiti della pista. E’ una brutta notizia per il leader del campionato: un’altra escursione e dovrà scontare un Long Lap Penalty.

La gara prosegue con sorpassi e manovre al limite. Non mancano i contatti, come tra Arenas e Oncu, che porta il giovane turco a toccare il manto d’erba. Anche Vietti è vittima di un contatto, cosa che lo porta a piegare il para leva del semi manubrio destro.

Dopo una quindicina di giri, Masia s’installa stabilmente in testa. La strategia dello spagnolo è di mantenere la posizione il più possibile, anche a costo di riprenderla con staccate allucinanti. Si uniscono alla battaglia anche Ogura e Ayumu Sasaki, compagno di squadra di Oncu.

Nei giri finali si delinea il quadro della gara, fin qui confusa e spettacolare. Sasaki eccede troppo con i track limits, e deve scontare un Long Lap Penalty. E’ fuori dalla lotta per la vittoria.

Masia inaugura l’ultimo giro davanti a tutti. Riesce ad avere un pizzico di margine su Arenas, con Ogura, Binder, Vietti e McPhee a seguire. Alla staccata di curva quattro, il pilota Leopard ha tre decimi di vantaggio sull’iberico, il quale però riesce a recuperarli nel terzo settore.

L’esito finale alla penultima curva, dove Arenas infila Masia all’interno, chiudendo ogni porta. Ogura mantiene la posizione su Binder, che a sua volta chiude la porta a Vietti.

Arenas, Masia e Ogura completano il podio, ma poi la direzione gara rivede il risultato. Ogura e Binder sono passati oltre il cordolo all’ultima curva, e vengono penalizzati di una posizione. Vietti viene promosso terzo, salvo subire la stessa sorte. Dopo quasi cinque minuti di attesa, viene assegnato il terzo gradino del podio, che va nella mani di McPhee.

Classifica