La stagione MotoGP è finita da un mese, ed è il momento di pensare ai test. Non subito: il mondiale è in pausa invernale, e si dovrà aspettare almeno un altro mese e mezzo prima di tornare in pista. Ma come funziona il testing nella classe regina? Andiamo a vedere cosa dice il regolamento sportivo su una materia spesso delicata.
Come funzionano i test in MotoGP?
Come in F1, anche in MotoGP i test sono limitati per regolamento. Ma a differenza della massima formula, dove sono imposti limiti stupidi e privi di logica, nelle due ruote c’è abbastanza margine per provare e fare sviluppo. I team hanno a disposizione una serie di sessioni collettive, organizzate da Dorna e IRTA durante l’anno. A queste giornate possono partecipare tutti, tra piloti titolari e collaudatori. I test privati sono ammessi, ma i titolari non possono girare. Dunque la palla passa ai test rider, che si sobbarcano tutto il lavoro di sviluppo. Non ci sono limiti sulle giornate di collaudi privati, a patto che non si vada a girare su una delle piste del mondiale 14 giorni prima del GP sullo stesso impianto. La Michelin mette a disposizione un massimo di 100 gomme anteriori e 100 posteriori per tutto l’anno. Questo significa che le giornate effettive che si possono fare sono meno di quello che pensiate: senza gomme non si può girare! I team che hanno le concessioni hanno maggiore libertà nei test: ad esempio, possono impiegare anche i piloti titolari. Attualmente, solo l’Aprilia dispone delle concessioni, date a chi non ha ottenuto tre podi (o una vittoria) in gare sull’asciutto. I test sono vietati per il mese di luglio (pausa estiva) e per i mesi di dicembre e gennaio (pausa invernale).
L’allenamento dei piloti
Il regolamento della MotoGP pone dei vincoli sui test dei piloti. I titolari, non potendo partecipare alle sessioni di collaudo private, possono allenarsi con delle moto sportive stradali. ma devono stare attenti al mezzo che scelgono: la moto deve essere rigorosamente di serie, con al massimo alcune modifiche allo scarico, alle sospensioni ed ai freni. Non è ammessa alcuna modifica al motore, per impedire che un rider salti a bordo di una superbike da gara raccogliendo dati per un eventuale trasferimento sulla MotoGP. L’unico precedente in tal senso è quello di Fabio Quartararo, che nel 2020 è stato penalizzato per essersi allenato con una R1 allestita per il campionato francese superbike. Il nizzardo ha pagato dazio a Jerez 1, perdendo 20 minuti nelle FP1. Naturalmente, questi vincoli non valgono per i piloti che corrono per i team con le concessioni, in quanto essi hanno la possibilità di poter provare con le proprie moto da gara.
Fabio Quartararo test irregolare?