Una vita da mediano (come la canterebbe Ligabue) in F1 per poi salire sul tetto d’America. È la favola, diventata realtà, di Marcus Ericsson, vincitore della Indianapolis 500 edizione 2022. Lo svedese ha accettato da ormai due anni la sfida della IndyCar, stufo del precariato nella massima formula. Ed è ricompensato alla grande, con il trionfo nel “Greatest Spectacle in Racing”. Una bandiera rossa converte la 500 miglia in uno shootout di due giri, nel quale Ericsson tiene a bada un Patricio O’Ward scatenato. Il messicano si deve accontentare della piazza d’onore, davanti all’eterno Tony Kanaan. Per il brasiliano questa potrebbe essere l’ultima volta a Indy. Felix Rosenqvist, Alexander Rossi, Conor Daly, Helio Castroneves, Simon Pagenaud, Alex Palou e Santino Ferrucci completano la top ten. Scott Dixon domina in lungo e in largo, ma una penalità lo relega al 21esimo posto. Ahia!
Indianapolis 500: cosa succede nell’edizione 2022?
Splende il sole ad Indianapolis, e fa anche caldo. Scott Dixon “monetizza” la pole con la prima posizione, alternandosi con Alex Palou. Non si tratta di una vera e propria bagarre, in quanto l’effetto scia delle Dallara è così potente da trascinare una vettura davanti ad un’altra. In questa fase, si gestisce il consumo, con una pit window che si aggira bene o male sui 35 giri. Il primo colpo di scena è al giro 70, con la seconda caution della giornata. Callum Ilott si schianta in curva 2 proprio mentre Palou si avvia verso la corsia box! Il catalano campione in carica si ritrova la pit lane chiusa letteralmente in faccia, e deve rimandare la sosta a più tardi. Questo inconveniente gli costerà la vittoria, e lo obbliga ad una furiosa rimonta. Rimonta che invece funziona per i due veterani, Castroneves e Juan Pablo Montoya. Il brasiliano parte 27esimo e si ritrova in zona top ten dopo metà gara. Il colombiano parte 30esimo e finirà undicesimo.
Indianapolis 500 2022, qualifiche: Dixon, una pole da record
500 miglia condensate in due giri
Le caution e gli imprevisti non impensieriscono Dixon, che rimane in testa. Ma il suo avversario adesso è O’Ward, velocissimo assieme al compagno di squadra Rosenqvist. L’ultima girandola di pit stop, al giro 170, è quella decisiva, perché Scott commette un errore fatale. Al rientro in pit lane supera il limite di velocità, e paga dazio. Il neozelandese è fuori dalla contesa, e al suo posto subentra Ericsson. Un’esecuzione perfetta della strategia permette allo svedese di infilarsi secondo dietro al leader provvisorio Rosenqvist, che supera facilmente. Marcus gestisce bene il traffico, guadagnando un margine di 3 secondi su O’Ward, che a sua volta ha passato Rosenqvist. A sei giri dalla fine, Jimmie Johnson si schianta in curva 2 innescando addirittura la bandiera rossa. Il californiano era indicato tra i favoriti della vigilia, grazie alle ottime prestazioni in prova. La ripartenza converte la gara in uno shootout di due giri, in cui il vantaggio di Ericsson è evaporato. Al restart, però, Marcus tiene dietro il messicano senza problemi, grazie anche alla caution dell’ultimo giro causata da Sage Karam. L’ex Sauber è ora nella storia delle corse, e presto vedrà il suo volto scolpito sul celebre trofeo Borg-Warner. Oltre a Johnson, altri tre protagonisti finiscono a muro. Rinus VeeKay sbatte al giro 34 mentre lottava per la prima posizione con Dixon e Palou. Romain Grosjean segue lo stesso destino al giro 106, idem Scott McLaughlin. Nessuno dei piloti coinvolti riporta ferite…se non nell’orgoglio!