Sono trascorsi trent’anni da quando, l’8 giugno 1990, con la cerimonia di inaugurazione, sono cominciati i mondiali di calcio di Italia ’90. Una ricorrenza storica se si pensa che da quel momento il nostro Paese non ha più ospitato una manifestazione calcistica internazionale. Anche la prima partita è stata a suo modo indimenticabile: infatti, mentre tutti davano per scontata la vittoria dei campioni in carica dell’Argentina, è stato invece il Camerun a compiere l’impresa in inferiorità numerica. Il pubblico di San Siro per l’occasione ha esultato insieme ai giocatori africani che, con la loro caparbietà e coraggio, hanno conquistato i tifosi.
La cerimonia di apertura di Italia ’90 scatta poco prima di Argentina-Camerun ed è accompagnata dalle note di Un’estate italiana, inno ufficiale dell’evento scritto e interpretato da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. Diventata una vera e propria hit, la canzone passa alla storia anche con il nome di Notti magiche, che rispecchia bene l’emozione del Paese per il grande avvenimento, ma anche il sogno che la Nazionale azzurra guidata da Azeglio Vicini alimenta arrivando fino alle semifinali. Qui però incappa in una scottante sconfitta con l’Argentina e alla fine arriverà al terzo posto.
Sul prato verde del rinnovato stadio Giuseppe Meazza di San Siro sfilano numerose modelle provenienti da tutto il mondo e opportunamente vestite dai grandi nomi della moda italiana. E poi non può mancare Ciao, la mascotte tricolore con la testa a forma di pallone di calcio che è stata selezionata come simbolo del campionato del mondo in Italia. Lo spettacolo si conclude poco prima delle 18 quando è previsto il calcio d’inizio della prima delle 52 sfide attese per questo torneo. E fin da subito arriva la sorpresa, con i Leoni Indomabili che riescono ad avere la meglio sulla corazzata Argentina.
Italia ’90: il camerunense François Omam-Biyik stende l’Argentina
Come da tradizione, il match inaugurale del campionato del mondo di calcio vede impegnata anche a Italia ’90 la nazionale che ha vinto il titolo quattro anni prima, e in questo caso si tratta dell’Argentina. A San Siro, i sudamericani devono vedersela con il Camerun, per quella che (almeno sulla carta) sembra una partita senza storia e dal risultato già scritto. L’Albiceleste, infatti, vanta nella sua rosa gran parte dei giocatori che a Messico ’86 hanno trionfato, e su tutti ovviamente troneggia Diego Armando Maradona.
Il Camerun, invece, viene definito come una sorta di «Cenerentola» del girone, poiché presenta pochi calciatori esperti ed affermati, ad eccezione di alcuni elementi che hanno preso parte alla prima partecipazione in assoluto dei Leoni Indomabili ad un mondiale a Spagna ’82, quando tra l’altro erano stati sorteggiati nel raggruppamento dell’Italia. Il Commissario Tecnico, il sovietico Valeri Nepomniachi, può fare affidamento soprattutto sul portiere Thomas N’Kono, sul difensore centrale Emmanuel Kundé e sull’intramontabile bomber 38enne Roger Milla. Ma nel calcio non bisogna dare mai nulla per scontato.
Al momento dell’esecuzione degli inni nazionali, l’Argentina comincia a fare i conti con un ambiente che si dimostra ostile. I tifosi del Meazza accompagnano con dei poco edificanti fischi le note dell’inno dell’Albiceleste: probabilmente si cerca di innervosire soprattutto Maradona che proprio poche settimane prima aveva conquistato lo scudetto col Napoli al termine di una lotta serrata con il Milan che aveva avuto anche qualche strascico polemico. Comunque sono in molti a pensare che l’esperienza e la classe del sudamericani non possa lasciarsi influenzare dal mancato apporto del pubblico di San Siro, quindi la gara sarà una sorta di allenamento per i ragazzi del CT Carlos Bilardo.
In realtà, nelle prime battute di gioco si nota che il reparto offensivo argentino appare piuttosto fumoso e poco concreto, mentre i camerunensi si impegnano al massimo – anche con entrate al limite del regolamento – e cercano di ripartire in contropiede. E, di fronte agli applausi che piovono dagli spalti, la formazione africana fa venire anche qualche brivido al portiere avversario Nery Pumpido, con Omam-Biyik e Makanaky che sono attivi e sguscianti in attacco. Il primo tempo termina sullo 0-0 che già rappresenta una sorpresa per chi aveva pronosticato una pioggia di reti da parte di Maradona e compagni.
Nel secondo tempo, Bilardo capisce che non è il caso di prendere l’impegno sottogamba, e così manda in campo il centravanti Caniggia al posto del difensore Ruggeri. Questa mossa, in effetti, sembra dare più vivacità al gioco dei sudamericani, e al 61° si verifica quello che potrebbe essere l’episodio decisivo: proprio il neo-entrato Caniggia, innescato da Maradona, si lancia verso l’area di rigore avversaria e viene fermato alle spalle da André Kana-Biyik. Nonostante l’intervento irregolare non sia stato particolarmente pericoloso, l’arbitro decide comunque di espellere direttamente il calciatore africano. Con il Camerun in inferiorità numerica, il vantaggio dei campioni del mondo in carica appare quantomai vicino.
Invece accade l’impensabile: in seguito ad un calcio di punizione, Makanaky sventola un campanile in area sul quale si avventa Omam-Biyik. La traiettoria sembra piuttosto comoda da bloccare per il portiere argentino Pumpido che clamorosamente però non riesce a trattenere il pallone, permettendogli di insaccarsi in rete per l’incredibile vantaggio dei Leoni Indomabili. L’Argentina accusa il colpo, infatti la sua reazione è nervosa e poco concreta, andandosi ad infrangere contro il muro difensivo eretto dalla squadra africana che lascia in proiezione offensiva soltanto i due attaccanti. Al minuto numero 88 Caniggia prova a fare tutto da solo, superando in velocità due giocatori camerunensi e poi viene atterrato fallosamente da Massing che, nonostante sia già ammonito, viene espulso direttamente per il suo intervento cruento.
Il Camerun è dunque ridotto in nove uomini, ma ormai mancano solo una manciata di minuti al triplice fischio finale dell’arbitro che sancisce la prima sorpresa di Italia ’90, con i semisconosciuti Leoni Indomabili che festeggiano al Meazza l’impresa di aver fermato al debutto la titolata Nazionale dell’Argentina. Milla e compagni disputano un ottimo torneo, qualificandosi come primi classificati nel girone e uscendo di scena soltanto ai quarti di finale, quando vengono beffati dall’Inghilterra ai supplementari.
L’arbitro della finale di Italia ’90: Maradona fuori prima del fischio d’inizio
L’Argentina strappa la qualificazione perché rientra tra le migliori terze e comunque arriva fino all’atto conclusivo della competizione, battendo in semifinale l’Italia. Nella finale, però, l’Albiceleste deve arrendersi alla Germania Ovest e ad un dubbio calcio di rigore trasformato da Brehme che consegna ai tedeschi la coppa del mondo di Italia ’90.