Difficoltà in fase offensiva, retroguardia discutibile e scelte societarie non condivisibili appieno. Da dove ha avuto inizio la crisi del Parma?
Quali sono le origini della crisi del Parma?
La crisi del Parma inizia quest’estate con l’esonero di D’Aversa per contrasti con la visione del nuovo D.S. Marcello Carli. L’idea di quest’ultimo era chiara ed incentrata su un progetto di giovani e prospettive, totalmente diverso agli innesti d’esperienza richiesti dal tecnico. Per iniziare il nuovo corso la scelta è ricaduta sul tecnico Fabio Liverani, che con la sua idea di calcio fatta di verticalizzazioni e possesso palla aveva portato il Lecce ad un palmo dalla salvezza. Ed ecco che parte la rivoluzione tanto desiderata, con i ducali che spendono 80 milioni di euro per un mercato incentrato su profili giovani. Le scommesse però non vanno sempre a buon fine, questo è il motivo principale della crisi di risultati della squadra. In un periodo così complicato era davvero necessario abbandonare le certezze di un organico rodato per abbracciare un percorso così pericoloso?
Da Liverani a D’Aversa, ma la musica non cambia
L’inizio di stagione è preoccupante: la squadra fatica a giocare con il modulo nuovo e subisce terribilmente il gioco altrui, senza mai dare la sensazione di saper reagire ai momenti di difficoltà. L’esonero arriva inevitabile e la delusione è tanta. Spazio al ritorno di D’Aversa per salvare il salvabile ripartendo da quei giocatori che avevano fatto le fortune della squadra nelle stagioni passate. Ma anche qui la scossa non c’è stata, con la squadra che continua a manifestare una certa difficoltà in fase realizzativa e in difesa. La salvezza non è poi così distante, appena quattro punti dal Torino. Magari trovando il giusto equilibrio si potrà ancora battagliare per la salvezza. Ma è sotto gli occhi di tutti che questa squadra stia pagando a caro prezzo la svolta societaria avvenuta questa estate. Elemento che D’Aversa, nel post gara di Hellas Verona-Parma, ha sottolineato con tono polemico.