Difficile commentare quanto successo allo stadio Barbera di Palermo. Una disfatta che però non cancella quanto successo a luglio. Mancini ha fatto un miracolo con l’Europeo, ma i limiti della squadra sono poi venuti a galla. Gravina ha ragione: c’è poca varietà di giocatori italiani in Serie A.
Mancini deve essere rivalutato ?
Il lavoro del tecnico resterà encomiabile. La macchia nera resterà, ma il sogno di Wembley resterà. L’Europeo è stat vinto meritatamente, la Nazionale ha giocato un ottimo calcio in quel torneo. E’ stata un’eccezione ? Sì, perché il materiale tecnico non era ricchissimo. Eppure il CT è riuscito a nascondere i grossi limiti tecnici, ma non solo, che affliggono il nostro movimento. Sarebbe scorretto rivalutare Mancini, che resta un tecnico preparato e lucido nelle sue dichiarazioni. Non eravamo fenomeni otto mesi fa, non siamo polli ora. Il materiale a disposizione era questo e le idee per coltivare il progetto tecnico corrette. Giusto dunque continuare con Mancini, è l’uomo che serve. Ovviamente il suo futuro lo sapremo solo tra qualche giorno.
Mancini ha fatto un miracolo, ma il calcio italiano va rifondato con i fatti
Qualche giorno fa il tecnico della nazionale U21 Paolo Nicolato ha rilasciato una dichiarazione: “Siamo partiti da una Under 21 che aveva giocatori di Serie A, tra poco andremo a cercarli in Serie C. E’ una tematica di cui dobbiamo tutti sentire la responsabilità. Non è un andamento che ci porterà grandi risultati. Nella nostra squadra in attacco non gioca più nessuno, qualcuno aveva iniziato, ma quando i campionati vanno verso i momenti decisivi i primi a rimetterci sono i ragazzi. Che poi noi consideriamo ragazzi anche gente di 22 anni, che non sono bambini. Giovani fino a quando?“.
I numeri sono terrificanti:
- media dei giocatori italiani Under 21 nel campionato di Serie A: 2,7 ragazzi a squadra
- percentuale dei minuti giocati dai calciatori Under 21 italiani sul totale dei minuti complessivi del campionato: 4%
- Quelli schierati titolari per ogni squadra a partita in Serie A: 0,43
Si parla da anni di riforme sui vivai e sui giovani italiani, ma alla fine non si è mai fatto nulla. Il giovane viene ostacolato, non viene ritenuto maturo. Deve crescere, deve farsi le ossa. Forse entrano in piata stabile a 23 anni e sono ancora giovani. In altre nazioni si assiste a ragazzi con ancora 18 anni da compiere esordire nella prima squadra. Si cerca di lavorare col poco materiale tecnico a disposizione, nella speranza di poterlo valorizzare con il poco minutaggio a disposizione. Così la Nazionale avrà sempre difficoltà a trovare della valide alternative. Andrebbe anche rivalutato il rapporto tra club e Nazionale. L’impegno con la maglia azzurra è visto come un problema, serve una visione univoca a riguardo: una volta l’Italia era vista come un’occasione, ora come un peso difficile da sostenere.
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