La MotoGP dopo Asia e America, sbarca in Europa per l’edizione numero 17 del GP del Portogallo, la terza all’Algarve International Circuit. La pista dell’Algarve è caratterizzata da variazioni altimetriche che rendono essenziale calibrare bene le staccate. Secondo i tecnici Brembo il circuito del Portogallo rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 ha indice di difficoltà 3. La difficoltà principale per i piloti è la calibrazione delle frenate dovuta ai continui sali-scendi; ovviamente si corre il rischio di arrivare lunghi nelle discese o di frenare troppo presto in salita. In 10 delle 15 curve del tracciato, in versione Moto GP, i piloti utilizzano i freni per un valore complessivo sul giro di “32 secondi” secondo i tecnici Brembo. In un calcolo rapido, questo è pari al 33% della durata della gara.
Il 2 novembre 2008 il battesimo del circuito
L’impianto è affiancato da un kartodromo, un parco tecnologico, un albergo a 5 stelle e un complesso sportivo e diversi appartamenti. Una piccola ma fornita “cittadella dello sport” che si estende su una superficie di circa 300 ettari sulle colline intorno alla città portoghese. La pista vera e propria presenta 32 possibili varianti, da 3465 m nella configurazione più corta a 4684 m nella versione FIA per la Formula 1, con 16 curve, 9 a destra e 7 a sinistra. Per la Moto GP il tracciato ha una lunghezza di 4592 m con 15 curve, 9 a destra e 6 a sinistra.
Le montagne russe
È definita una pista da montagne russe, ha curve di vario raggio, con dislivelli da brivido: la pendenza può raggiungere il 12% in discesa e il 6% in salita. Per questi motivi il tracciato dell’Algarve è molto interessante e divertente per i piloti. La prima parte di tracciato è lenta, con i tornantini di curva 3 e curva 5, poi si aprono una serie di curvoni, tra salite e discese, che portano fino al tornantino di curva 13 che anticipa i due curvoni verso destra di percorrenza “pura” che immettono sul rettifilo del traguardo. Servirà un buon telaio e grande esperienza per dosare velocità e percorrenza. In gara si percorreranno 25 giri per un totale 115 chilometri.
Frenare bene porta in fondo
Le tre frenate più dure del tracciato sono tutte comprese tra la 1 e la 5. La frenata più severa è alla fine del rettifilo del traguardo che precede curva 1, detta “Primeira”, qui si trova un dosso dove le moto impennano. Tra Dosso e Curva 1, non c’è visuale: è difficile tenere il posteriore attaccato al terreno, è facile invece andare dritti! Si stima la velocità iniziale a 336 km orari prima della curva mentre la velocità finale è di 120 km orari. Si calcola una decelerazione massima di 1,8 g. La curva 2 è gestibile ed è seguita da un rettilineo cortissimo fino alla curva 3, “Lagos”: bisogna buttarsi su un lato, ancora in piega, su per la collina, e cercare il punto giusto e…via, o si vola! Lo spazio di frenata è poco e gestire la velocità iniziale è fondamentale per entrare in curva 4, subito dopo. Giù per lo scollino, poi un’altra frenata cieca, finché arriviamo alla Curva 5. Facilissimo spingere la gomma davanti, idem perderla e cadere. La temperatura del disco sale a 530°. Il rettilineo è verso la “Torre Vip”, termina con curva 5. Questo gruppo di curve è inteso come “le montagne russe!” e adesso avete capito perché.
Alla Galp ci si deve arrivare…
Nella seconda parte del tracciato a curva 8 c’è un dosso pazzesco, da li in poi bisogna cercare di aprire il gas e piazzarsi bene. Seguono la 9 e la 10: chi è riuscito a capire il punto di frenata è bravo! Poi il circuito scollina un’altra volta e c’è un tornantino sulla 11. Un appunto su curva 13 ma sarebbe più corretto scrivere un manifesto. Doppio punto di corda, si entra da leoni in staccata, peso sulla gomma davanti, si taglia l’ingresso per fare la curva…Qui c’è una decisa perdita di velocità, si deve calcolare bene lo spazio e il tempo di frenata. Molti piloti imbucandola male poi si ritrovano a dover recuperare secondi preziosi. Si apre il gas e si arriva alla curva 14, l’ultima di questa pista spettacolare: cieca e super veloce. .Ed ecco infine la “Galp”, 15esima curva che immette sul lungo rettilineo principale di 969 metri e porta alla bandiera a scacchi. Portimao è bello perché tutto può succedere, fino alla fine non si può sapere chi salirà sul podio.
I record e gli orari:
Il giro record in gara appartiene ad Alex Rins in 1’39″450. In qualifica il record è di Fabio Quartararo con la pole in 1:38.862. La velocità massima raggiunta è di Ducati: 351.7 km/h, con Dovizioso nel 2020. Venerdì le prime uscite in pista, domenica le gare: Moto3 alle 12.20, MotoGP alle 14, Moto2 alle 15.30, l’intero programma è in live su Sky.
- Apertura circuito: 07:45 (22, 23 e 24 aprile)
- Inizio attività in pista: 09:00 (22, 23 e 24 aprile)
- Chiusura circuito: 17:45 (22, 23 e 24 aprile)