Brandon Ingram nasce il 2 settembre 1997 a Kinston, cittadina di 20.000 abitanti nella North Carolina. Figlio di Donald Ingram, ex cestista e proprietario di una palestra, il giovane Brandon cresce a pane e basket, insieme al fratello Bob, anch’esso giocatore professionista
Cresciuto in un contesto di povertà e disoccupazione, come quello di Kinston, Brandon si avvicina al Basket per sfuggire alla strada, alla criminalità, in una zona famosa tanto per le stelle NBA uscite dalle palestre della North Carolina, quanto per l’elevato tasso di criminalità organizzata. E’ così che insieme al fratello Bob, Brandon comincia ad allenarsi nella palestra gestita dal padre, amico dell’ex stella NBA Jerry Stackhouse, nato e cresciuto proprio a Kinston. Stakehouse modella Brandon, trasformandolo da playmaker a giocatore completo, un ragazzo che poco prima di entrare al college è alto già più di 2 metri
Essendosi formato a Kinston, in molti si aspettano che il giovane Brandon scelga college come NC State o i Demon Deacons. Ma con sorpresa, Ingram sceglie la Duke di Durham, prestigiosa università del North Carolina, ma lontana dalla zona in cui è cresciuto, cosa che porterà il suo mentore Jerry Stackhouse ad infuriarsi con lui, ritenendo quella scelta come un vero e proprio smacco alla sua città natale. Nel suo anno in NCCA, Ingram raggiungerà medie di 17,3 punti, 6,8 rimbalzi e 2 assist, giocando 36 partite, e portando la sua squadra alle Sweet 16, eliminata poi da Oregon nonostante i 24 punti di Brandon. Al termine della stagione si dichiara eleggibile all’Nba Draft 2016
Giunto al Draft come uno dei più brillanti talenti dell’NCAA, Ingram viene però battuto da Ben Simmons, che viene selezionato come prima scelta assoluta dai Philadelphia 76ers. Per Brandon però si spalancano le porte di una delle più grandi franchigie della storia NBA, i Los Angeles Lakers, in piena ricostruzione certo, ma pur sempre i Lakers, e il 23 agosto 2016 firma il suo primo contratto da rookie con la squadra di Los Angeles
Il suo anno da Rookie però non sembra all’altezza della nomea che Brandon si è fatto nell’NCAA. Segna poco, riesce a prendere pochi rimbalzi, e in generale sembra soffrire la prestanza fisica del resto dei giocatori NBA. Il risultato è un primo anno concluso con medie assai inferiori a quelle attese:
9,4 punti, 4 rimbalzi e 2,1 assist, che gli permettono comunque di essere selezionato tra i migliori giovani della stagione, nel secondo quintetto Rookie. La stagione 2017/2018 è però quella del rilancio per il giovane Brandon: oltre ai miglioramento sotto canestro, il ragazzo di Kinston comincia a segnare con regolarità, e al termine della stagione, pur ostacolato da alcuni fastidiosi infortuni, Ingram chiude con medie di molto superiori a quelle della stagione passata: 16,1 punti, 5,3 rimbalzi e 3,9 assist.
Durante l’estate però, arriva la svolta per i Los Angeles Lakers: dopo mesi di voci e smentite, Magic Johnson convince Lebron James ad unirsi al progetto dei gialloviola, unendosi ad un roster giovane e ricco di talento (di cui oltre a Brandon, fanno parte Lonzo Ball e Kyzle Kuzma, altri due giovanissimi campioni). Con l’arrivo del miglior giocatore del mondo, e tra i più forti della storia, e l’ingaggio di Rajon Rondo e Tyson Chandler, la pressione sui Lakers aumenta: ora la ricostruzione è finita, ed è tempo per i gialloviola (Ingram compreso) di riportare l’anello a Los Angeles