Bentornati a Once Upon a Time, la rubrica settimanale in due puntate che vi riporta al glorioso passato delle corse americane. La puntata di oggi è dedicata alla stagione NASCAR del 1993.
Se vi siete persi le puntate precedenti, nessun problema: qui di sotto trovate i link per rileggerle.
IndyCar 1989: https://sport.periodicodaily.com/indycar-1989/
NASCAR 1992: https://sport.periodicodaily.com/nascar-1992/
IndyCar 1990: https://sport.periodicodaily.com/once-upon-a-time-indycar-1990/
La NASCAR del 1993 propone temi che partono da quanto si è visto nella stagione precedente. In molti si aspettano il bis iridato di Alan Kulwicki, la consacrazione definitiva di Davey Allison, il riscatto di Dale Earnhardt, l’ascesa di Mark Martin. Tutti protagonisti attesi di quest’annata, ma non mancano altri piloti destinati a far parlare di sé, come ad esempio Rusty Wallace. Il portacolori del Team Penske sarà il principale pretendente al titolo di quest’anno, assieme ad Earnhardt.
Ma Dale ha anche un altro pensiero per la testa. La Daytona 500 inaugura la stagione NASCAR del 1993, come vuole la tradizione. Il pilota numero 3 è al suo 15esimo tentativo nella classica della Florida, ma non è ancora riuscito a vincerla. Da sempre specialista dei superspeedway, Earnhardt è anche in questa occasione in lizza per la vittoria. Ce l’ha quasi fatta, ma all’ultimo giro un altro Dale, Jarrett, gli rovina la festa, superandolo all’ultimo giro. Il “Dale and Dale Show”, come lo definisce Ned Jarrett in cabina di commento, finisce a vantaggio del pilota del Joe Gibbs Racing.
La Daytona 500 è la prima gara della prima stagione completa di Jeff Gordon. Il neo acquisto della Hendrick Motorsport è autore di una settimana stellare, che lo vede vincitore della batteria di qualificazione e concludere la “Great American Race” con un onorevolissimo quinto posto.
Per questa gara Gordon ha un compagno di squadra d’eccezione come Al Unser Jr. Grazie all’appoggio dello sponsor Valvoline, che finanzia la sua carriera in IndyCar, “Little Al” ha l’opportunità di vincere entrambe le 500 miglia che contano – Indianapolis e Daytona – in una carriera, cosa riuscita solo a Mario Andretti. Putroppo, un incidente a metà gruppo impediscono al talento di Albuquerque di eguagliare questo record. Dopo il tentativo del 1993, Al jr non correrà più in NASCAR.
Rusty Wallace termina la Daytona 500 con un volo pauroso, dal quale uscirà quasi indenne. Si rifà una settimana dopo a Rockingham, dove vince con mezzo secondo di vantaggio su Eanrhardt. Davey Allison, il grande sconfitto del 1992, piega Kyle Petty e domina a Richmond. La corsa di Atlanta viene posticipata di una settimana a causa di…una tempesta di neve! Jeff Gordon sta per ottenere il primo successo dopo appena cinque gare, ma un contatto con il doppiato Jimmy Spencer gli fa piegare lo spoiler anteriore, perdendo carico. Ne approfitta Morgan Shepherd, che conquista l’ultima vittoria della sua lunghissima carriera. Earnhardt fa suo l’ovale di Darlington, dopo essere finito doppiato nelle prime fasi. Una delle imprese più memorabili per il “Man in Black”.
E viene il weekend di Bristol, che però è funestato dalla tragedia. Il primo di aprile, tre giorni prima della gara, Alan Kulwicki muore in un incidente aereo nei pressi di Blountsville, Tennessee. Wallace tionfa sul mezzo miglio e dedica il successo al campione scomparso, effettuando il giro d’onore al contrario (Polish Victory Lap). L’intero paddock è sotto shock.
The show must go on, lo spettacolo deve continuare. Wallace dopo Bristol centra due vittorie consecutive, North Wilkesboro e Martinsville. Ma a Talladega subisce un altro capitombolo, che gli costa punti preziosi e tanto spavento. All’ultimo giro il pilota Penske blocca una manovra di Earnhardt, il quale lo spinge la punto da fargli perdere il controllo della sua Pontiac. La vettura vola in aria e atterra ribaltandosi più volte. La macchina è distrutta, ma fortunatamente Rusty se la cava solo con un polso rotto. La vittoria va Ernie Irvan.
Il polso fratturato non impedisce a Wallace di vincere sul nuovo tracciato di Loudon, nel New Hampshire. Si tratta di una gara carica di significato, perché Davey Allison la conclude al terzo posto. Quella del New Hampshire sarà -purtroppo – l’ultima gara della vita del talento dell’Alabama.
Qualche giorno più tardi, il 13 luglio, Allison si schianta con il suo elicottero nei pressi del circuito di Talladega. Una corsa folle in ospedale non basta per salvare la vita a Davey, che morirà la mattina seguente. Dopo Kulwicki, un’altra tragedia colpisce il mondo della NASCAR. Dale Earnhardt vince la corsa di quel weekend, a Pocono, e compie il giro d’onore con il numero 28 sulla bandiera. Concederà il bis una settimana dopo in Alabama, portando a cinque i successi della stagione.
Alla vigilia di Watkins Glen Earnhardt è al comando del campionato con un buon margine, e solo Wallace sembra in grado di contrastarlo. Ma Rusty paga ben quattro ritiri, ed un ritardo di punti difficile da colmare. A questi due litiganti si aggiunge un terzo incomodo, che si chiama Mark Martin.
La prima parte di stagione di Mark è da dimenticare. Le Ford del Roush Racing proprio non vanno, ed il pilota comincia a mostrare segni d’insofferenza. Dopo Sonoma, Martin è a cena con Jack Roush, e gli chiede di svincolarlo dal suo contratto. Jack gli risponde chiedendogli cosa deve fare per trattenerlo, e Mark gli fa un elenco di modifiche. Il risultato è una Thunderbird numero 6 con un assetto fortemente picchiato, che si dimostra velocissima su ogni tipo di tracciato. Martin è così contento che vince quattro gare di fila!
Il primo round del suo personale poker è proprio al Glen, dove approfitta del contatto tra Kyle Petty e Dale Earnhardt. Seguono i trionfi in Michigan, dove è imprendibile, e a Bristol, dove Mark lotta fino allo stremo con Rusty Wallace. La striscia finisce con la vittoria nel ritorno di Darlington. Dopo Sonoma Martin era 12esimo in campionato, ma adesso è terzo: l’atletico pilota dell’Arkansas è in prima linea per il campionato!
Il finale di stagione, però, vede Martin assistere un po’ da spettatore nella lotta tra Earnhardt e Wallace. A Dover Rusty si vendica della toccata di Talladega…pizzicando il paraurti della Chevy numero 3 e spedendola a muro! a Martinsville Earnhardt rompe la trasmissione e conclude con 60 giri di distacco. Wallace non vince ma riduce il distacco a 80 punti. Quella di Martinsville è una tappa simbolica, perché vede la Ford numero 28 ritornare in victory lane per la prima volta dalla morte di Davey Allison. L’onore spetta a Ernie Irvan, che diventa il riferimento del team negli anni successivi. Prima di lui avevano corso con la numero 28 Lake Speed (ex rivale di Ayrton Senna nel mondiale di karting), e la futura stella della IndyCar Robby Gordon.
Wallace accorcia le distanze da Earnhardt, tuttavia il finale di stagione si piega a favore del pilota di Richard Childress. Se a Rockingham l’alfiere Penske domina allegramente, a Phoenix finisce sotto di due giri mentre Dale è in top five. Martin ottiene in quella pista il quinto e ultimo successo della sua annata.
Il finale di campionato, di ritorno ad Atlanta, vede il pilota numero 2 che deve non solo vincere, ma anche guadagnare almeno 10 punti extra, conducendo più giro di tutti. Rusty riesce ad ottenere il primo posto, ma non i bonus. Ad Intimidator basta un quarto posto per aggiudicarsi il sesto titolo in carriera.
Il titolo di Rookie Of The Year nella NASCAR 1993 va a Jeff Gordon. A soli 22 anni il talentuoso pilota della Hendrick Motorsports centra un esordio da sogno, fatto di sette top 5 e ben 11 top ten. Finisce quinto nella sua prima Daytona 500 e conquista la sua prima pole in carriera a Charlotte. Ci sono tutti gli ingredienti per un futuro leggendario…ma questa è un’altra storia.
Classifiche: https://www.racing-reference.info/season-stats/1993/W/
Arrivederci alla prossima puntata, see you soon!