Ai nastri di partenza della Serie A 21/22, l’Atalanta si era candidata come possibile contender per il piazzamento in Champions League. Alcuni pensavano che potesse essere una possibile outsider per lo scudetto. La vittoria contro la Juventus allo Stadium il 27 novembre sembrava confermare queste previsioni. Poi nel girone di ritorno si è rotto qualcosa nell’Atalanta, un crollo verticale impronosticabile che ha portato la Dea ad occupare l’ottava posizione. Si è concluso un ciclo?
Un cambio di guardia più complicato del previsto?
Fino al giro di boa, l’Atalanta sembrava lanciata verso l’ennesima stagione positiva, poi i crollo. Certo la squadra di Gasperini ha patito diversi stop che hanno penalizzato la squadra, come quello occorso a Duvan Zapata. Non bisogna nemmeno dimenticare la situazione difficile di Ilicic la cessione di Gosens a gennaio in direzione Inter e ancora prima quella di Gomez. In un sistema iper rigido come quello del tecnico piemontese si pensa che basti trovare solamente un giocatore con caratteristiche che combacino con le richieste dell’allenatore. Così non è stato nell’Atalanta. Mæhle non è riuscito a rimpiazzare Gosens così come Malinovski oppure Boga per il post Ilicic-Gomez. A livello di rendimento nessuno si è avvicinato lontanamente alla qualità delle prestazioni dell’esterno bela e dei due trequartisti. Stesso discorso anche per Romero e Gollini, mai rimpiazzati a dovere con gli innesti di Lovato e Juan Musso.
Qualcosa si è rotto nell’Atalanta anche sul piano del gioco
Oltre ai nuovi arrivati, vanno considerati anche altri due fattori: il calo di rendimento dei “veterani” e la perdita della capacità di dominare il gioco.
La macchina schiacciasassi ammirata fino al girone di boa si è ingolfata e quello che si può notare perfettamente è l’evidente difficoltà della Dea di saper imporre il dominio sul gioco. Venuti a mancare gli elementi cardini del gioco atalantino, la squadra si è riscoperta stranamente morbida in difesa e poco precisa in fase offensiva.
- Gol subiti nelle ultime cinque gare tra campionato ed Europa League: 10
- Gol segnati nelle ultime cinque gare tra campionato ed Europa League: 4
In una situazione del genere ci dovrebbe essere la “vecchia guardia” a tirare la carretta. Eppure anche quei giocatori storici come Toloi, Palomino o anche Hateboer hanno accusato la flessione dell’Atalanta. Muriel non sta rendendo come nelle passate stagioni e anche De Roon e Freuler, i due motori del centrocampo, stanno cominciando a cedere. Dove sono mancate le certezze arriva lo smarrimento ed è così che l’Atalanta ha perso la bussola.
Un futuro senza Gasperini?
Criticare l’operato di Gasperini in questi sette anni alla guida dell’Atalanta non sarebbe corretto. La sensazione però è che questa squadra necessiti di nuovi stimoli. Dovesse rimanere il tecnico però queste nuove sollecitazioni dovranno essere immediatamente alimentate con nuovi investimenti. La nuova dirigenza però sembra più propensa alla rivoluzione che alla conservazione. Lascerà Sartori sicuramente, anche lui protagonista di queste stagioni entusiasmanti a Bergamo. Gasperini sembra essere in bilico, con la nuova società che potrebbe pensare a Tudor o Dionisi.
Questo bellissimo ciclo sembra essere giunto al termine, ma le basi solide della squadra e della società potrebbero fare da fondamenta per un futuro importante. Forse però sarà difficile ritornare ai fasti.
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