Il 10 giugno 1907 è una data storica per il mondo dell’automobilismo. In questa giornata, infatti, prese il via il leggendario Raid Pechino-Parigi che avrebbe messo a dura prova i pochi equipaggi partecipanti e che terminò con il trionfo di una vettura guidata da un italiano. L’organizzazione della manifestazione partì il 31 gennaio, quando il quotidiano francese Le Matin pubblicò un chiaro annuncio. Nel testo si leggeva che, siccome ormai l’uomo aveva introdotto le automobili, poteva dimostrare che «può fare qualunque cosa e andare ovunque». Quindi aggiunse l’invito a partecipare a tutti coloro che volevano avventurarsi in estate nella lunga tratta che da Pechino avrebbe portato a Parigi.
All’appello risposero circa una quarantina di partecipanti, quasi tutti appartenenti alla nobiltà e alla ricca borghesia, che versarono la quota partecipativa di 2.000 franchi. In realtà si trattava di una sorta di cauzione che sarebbe stata restituita a tutti i concorrenti che si sarebbero presentati ai nastri di partenza, per evitare che si iscrivessero persone scarsamente interessate. A Pechino però arrivarono soltanto cinque equipaggi: un triciclo francese Contal, due De Dion-Bouton anch’essi transalpini, l’italiana Itala e l’olandese Spyker.
Il regolamento del Raid Pechino-Parigi era chiaro: non si trattava di una vera e propria gara di velocità, dunque non c’era in palio nessun premio effettivo per il vincitore ma soprattutto la soddisfazione di aver messo a segno la storica impresa di aver effettuato un’immensa traversata esclusivamente in macchina e con le proprie forze. Infatti, non era prevista alcuna assistenza per i concorrenti, i quali avrebbero dovuto occuparsi da soli dell’organizzazione logistica, dei rifornimenti di benzina e olio e di eventuali pezzi di ricambio in caso di guasti.
Non era stato deciso nemmeno un percorso prefissato, anche se la strada era praticamente obbligata visto che in quel periodo non erano così tante le vie percorribili. Per questo motivo, soprattutto all’inizio della lunga traversata, gli iscritti preferirono procedere insieme e attendersi nelle varie tappe per darsi sostegno gli uni con gli altri.
Raid Pechino-Parigi: il vincitore è il principe italiano Scipione Borghese
Il 10 giugno 1907, alle ore 8 precise, dalla capitale cinese fu dato il via al Raid Pechino-Parigi. Tra i concorrenti più brillanti si distinse subito un italiano, il principe Scipione Borghese, affiancato dal suo chauffeur Ettore Guizzardi. Con loro c’era anche il giornalista del Corriere della Sera Luigi Barzini. Il nobile, prima di partecipare alla competizione, si era preparato a lungo e aveva studiato tutto fin nei minimi particolari. Ad esempio, ebbe l’idea di far sostituire i parafanghi della sua Itala con delle assi removibili che potevano essere utilizzate come rampe per superare i terreni più difficili e impervi. Inoltre volle far montare sulla vettura degli pneumatici di uguali dimensioni sia all’anteriore che al posteriore, per avere così delle ruote sempre intercambiabili e per ridurre il numero delle scorte da portare dietro con sé.
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Un’altra intuizione vincente del principe italiano fu quella relativa alla scelta della vettura. Quasi tutti, infatti, preferirono puntare su delle auto leggere e a potenza ridotta, ritenendo che una maggiore agilità avrebbe potuto favorirli durante il viaggio. Scipione Borghese invece andò controcorrente, puntando sull’Italia più pesante e prestante. E ancora una volta ebbe ragione. Il peso e i 40 cavalli della vettura italiana consentirono all’equipaggio tricolore di attraversare senza troppi problemi anche i tratti più difficili, e di proseguire a marcia spedita lungo le strade meno pericolose. Differente, invece, fu la sorte degli altri partecipanti.
I 10 cavalli delle De Dion impedirono loro di essere competitive fin dai primi giorni del Raid Pechino-Parigi. La Spyker olandese da 15 cavalli arrivò al traguardo nella capitale francese, ma con ben 20 giorni di ritardo rispetto al vincitore. Ancor peggio andò alla Contal che si perse tra le sabbie del deserto del Gobi e non giunse mai a destinazione.
E così, il 10 agosto 1907, alle quattro e un quarto fu decretato il trionfatore del Raid Pechino-Parigi, il principe Scipione Borghese e la sua Itala: l’aristocratico con i suoi studi e le intuizioni geniali era riuscito a sbaragliare la concorrenza. L’equipaggio italiano venne salutato in Francia da un gran numero di giornalisti e cineoperatori, mentre il pubblicò lo accolse con giubilo. Il dominio del nobile italiano fu palese quando il 30 agosto (ovvero 20 giorni dopo) giunse nella capitale transalpina Charles Godard alla guida della Spyker. Le due Dion Bouton accumularono un ritardo così pesante che non venne nemmeno calcolato il momento del loro approdo in terra francese. I piloti della Contal, invece, dopo essersi persi nel deserto, riuscirono a scampare alla morte grazie all’aiuto di alcuni nomadi mongoli che li trassero in salvo.