Cominciamo con i fatti: dopo lo scontro tra Verstappen ed Hamilton a Silverstone, la Red Bull ha chiesto alla FIA la revisione della penalità inflitta all’inglese della Mercedes. Giovedì si è svolta l’udienza, che ha bocciato l’istanza del team anglo austriaco. La scuderia non ha portato nuove prove per la revisione, e la FIA si è detta preoccupata per certe accuse ed allusioni. Si, perché oltre alla revisione, c’è un mondo fatto di accuse reciproche e colpi sotto la cintura, da una parte e dall’altra. Analizziamo la questione.
RedBull – Mercedes: respinto il ricorso
Caso Silverstone: Red Bull ha infangato la Mercedes?
Cominciamo con il dire che la Red Bull le ha tentate tutte, ma proprio tutte, per far cambiare il verdetto alla FIA. Per dimostrare l’eccessiva leggerezza con cui è stato sanzionato Hamilton, è arrivata persino a fare un test dimostrativo sulla stessa pista, il giovedì successivo al GP, con Alexander Albon. L’anglo thailandese ha girato con una monoposto 2019, simulando lo scontro di Verstappen. Con questo stratagemma, Red Bull voleva dimostrare che Hamilton non aveva evitato lo scontro, in quanto con la velocità con cui è entrato alla Copse non avrebbe fatto nemmeno la curva. Ma la FIA non ha preso in considerazione la simulazione, perché è avvenuta con una vettura diversa, con gomme diverse ed in condizioni diverse. Nel comunicato stampa, la Federazione ha voluto sottolineare come il team abbia fabbricato le nuove prove, invece di scoprirle.
Ma non è finita qui, perché nello stesso comunicato, la FIA si è detta “preoccupata” per certe accuse che Red Bull ha mosso in una lettera privata. Di quali accuse parlano? La Mercedes le ha interpretate come accuse al proprio pilota, tanto da pubblicare un comunicato in cui s’invitava la rivale a smetterla d’infangare il buon nome di Hamilton. Ma come facevano a sapere del contenuto della lettera, che è stata mantenuta riservata? È più probabile che le accuse di Red Bull fossero rivolte alla stessa FIA, tacciata di favorire la Mercedes. E comunque, Toto Wolff avrebbe fatto meglio a stare zitto su questa vicenda, dato che anche lui ha degli scheletri nell’armadio.
Chi è senza peccato, scagli la prima pietra
Infatti, anche la Mercedes ha giocato sporco. Se vi ricordate il GP scorso, nel corso della diretta la FIA ha pubblicato un team radio con Wolff che invitava il direttore di gara Michael Masi a leggere una email. Quale email? Quella che conteneva il diagramma che Charlie Whiting aveva disegnato per Wolff a titolo personale, e che Toto ha spacciato per documento ufficiale FIA. Ma Masi non ci è cascato, e ha cestinato l’email. La competizione tra Red Bull e Mercedes è così esasperata che si è trasferita ben oltre la pista, con le due squadre che stanno tirando per la giacchetta gli “arbitri”. Un comportamento antisportivo. La FIA non si era mai trovata in una situazione simile, e all’inizio è rimasta spiazzata. Comunque, ha voluto tagliare la testa al toro, introducendo una regola che vieta ai team manager di presentarsi in direzione gara senza una convocazione ufficiale, pena anche la squalifica. Intanto, il presidente Jean Todt è in Ungheria per parlare con Chris Horner della famigerata lettera. Riuscirà a calmare gli animi?
Mercedes: il mistero del diagramma di Silverstone
Immagine in evidenza di Mercedes AMG Formula One Team, per gentile concessione