L’AS Roma prendesse esempio dai suoi tifosi. Perché il cuore batte, ancor di più quando si perde, quando un coro si innalza per oltre dieci minuti a fine partita inneggiando i propri colori. Roma punto e a capo: i colori prima di tutto.
La Roma punto e a capo: tempo “normal” per tornare “special”
Per i giudizi definitivi bisogna attendere la fine della stagione. O, meglio ancora, i tre anni di contratto che legano José Mourinho alla Roma. Il progetto continua con Mourinho al suo centro. La “normalità’” del quotidiano unica miscela di salvezza: pazienza, duro lavoro e qualche rinforzo di spessore. Pur vero che il tecnico di Setubal solo una volta in passato alla 16sima giornata aveva incassato la settima sconfitta, al Chelsea nel 2015-16. Tra Porto, prima esperienza ai Blues, Inter e Real Madrid, José non era mai andato oltre i tre ko nel segmento preso in esame. La gestione emotiva nell’ambiente interno risulta fondamentale, le circostanze spesso avverse devono, avere una risposta sul campo. L’equilibrio nei momenti bui, le giuste scelte per ritrovare la coesione del gruppo.
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Un tempo per tutto
Sicuramente sono stati commessi degli errori, alcuni evidenti altri meno. Il trend contro le big è tragico esattamente come la scorsa stagione. La Roma in questa prima parte di campionato ha collezionato un pareggio, contro il Napoli, poi quattro sconfitte contro Lazio, Juventus, Milan e Inter. Impensabile, allo stato attuale delle cose, mettere in discussione Mourinho. José è all’inizio di un ciclo, in cui la nuova proprietà sta cercando di costruire qualcosa di totalmente diverso rispetto alla precedente gestione. Lo sta facendo, con la consapevolezza di avere un tecnico esperto, tra i più vincenti e carismatici di sempre. C’è un tempo per tutto e spesso è galantuomo: solo pazienza e progettualità potranno aiutarlo a dare il massimo.