L’Australia è un Paese in cui lo sport è piuttosto diffuso, soprattutto se parliamo di football, cricket e rugby. Non a caso, quando i suoi atleti prendono parte alle Olimpiadi estive, riescono quasi sempre ad ottenere un buon numero di vittorie. Diverso, invece, è il discorso per quanto concerne i Giochi invernali, dove le prestazioni degli sportivi australiani spesso non sono state vincenti. La prima grande e inattesa medaglia d’oro infatti è arrivata soltanto durante Salt Lake City 2002. Ed è stato un successo a dir poco rocambolesco per come è arrivato.
Prima di soffermarci sul clamoroso primo oro conquistato dall’Australia a Salt Lake City 2002 facciamo un ulteriore riflessione. I Giochi olimpici estivi hanno quasi sempre gli atleti australiani tra i protagonisti, e se nel medagliere non riescono a raggiungere le primissime posizioni è perché, trattandosi di un Paese più piccolo di altri (vedi Stati Uniti e Russia) matematicamente non possono competere.
La collocazione geografica dell’Australia e il suo clima tendenzialmente caldo non favorisce la crescita delle discipline sportive invernali. Nonostante ciò, ci sono stati comunque degli sportivi che hanno preso parte alle Olimpiadi invernali a partire dal 1936 in Germania. I risultati, nel tempo, sono stati tutt’altro che esaltanti: dal 1936 al 1992 sono stati 134 coloro che sono approdati alle varie manifestazioni, ma non sono arrivate medaglie.
Da Albertville 1994 a Salt Lake City 2002
La svolta per lo sport australiano alle Olimpiadi invernali si è avuta nel 1994 quando l’evento si è tenuto in Francia, ad Albertville. Qui, infatti, per la prima volta nella sua storia, l’Australia ha vinto un bronzo nella staffetta maschile di pattinaggio di velocità su pista corta di 5.000 metri. Il trend positivo è continuato nel 1998 quando è giunta anche la seconda medaglia di bronzo nello slalom femminile di sci alpino.
Il grande e inatteso trionfo è arrivato a Salt Lake City 2002 grazie a Steven Bradbury. Ad oggi viene considerato uno dei migliori pattinatori di velocità su pista corta del suo Paese, se si pensa che ha fatto parte anche della staffetta che nel 1994 ha agguantato il primo bronzo di sempre ai Giochi invernali. Quando ha partecipato alle Olimpiadi invernali negli Stati Uniti sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima apparizione e non era di certo considerato come uno dei favoriti per la vittoria finale.
Quando si è presentato ai 1.000 metri, Bradbury è riuscito a superare il turno preliminare battendo un avversario tutt’altro che irresistibile. Ai quarti di finale si è dovuto misurare con rivali più forti, infatti all’inizio la sua velocità non era delle migliori. Per sua fortuna, quando ha affrontato la manche da quattro pattinatori, il secondo classificato, il quotato canadese Marc Gagnon, è stato squalificato, e così il terzo è andato avanti al suo posto, ovvero Brabdury.
Poco prima della semifinale di pattinaggio a Salt Lake City 2002 sono davvero in pochi a scommettere sull’atleta australiano, anche perché su cinque partecipanti soltanto in due sarebbero giunti in finale. In effetti, durante il confronto, il portacolori australiano appare in difficoltà, ultimo e piuttosto staccato dal resto del gruppo. Al giro conclusivo, però, ben tre pattinatori vengono eliminati e così Bradbury si ritrova in finale tra lo stupore generale.
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Il via dell’atto conclusivo della sua esperienza a Salt Lake City 2002 non è incoraggiante poiché Bradbury ancora una volta si ritrova ultimo e distaccato dagli avversari. Anche in questa circostanza però avviene l’imponderabile: all’ultima curva della corsa, quattro pattinatori su cinque si scontrano tra di loro e cadono. L’australiano, che è ancora lontano, non resta coinvolto nella maxi-caduta e riesce così a tagliare il traguardo al primo posto. E così arriva anche per l’Australia la prima medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali.
Da quel leggendario trionfo a Salt Lake City 2002 l’Australia si è sbloccata, ottenendo altri ori con Alisa Camplin nello sci aereo (sempre nel 2002), e poi un altro oro nel 2006 e ben due nel 2010.