Saltano Di Francesco e Semplici. Dopo sole tre giornate di campionato, i tecnici di Verona e Cagliari vengono sollevati dal loro incarico. Al loro posto, Setti e Giulini, chiamano Tudor e Mazzarri. Per gli ex tecnici di Roma e Spal fatali le sconfitte contro il Bologna e il Genoa. Al vertice del campionato invece vincono Milan, Roma e Napoli. Sconfitta ancora la Juventus, che contro la squadra di Spalletti paga, ancora una volta, gli errori marchiani di Szczesny e una pazzia di Kean.
Saltano Di Francesco e Semplici: esoneri lampo per i tecnici di Verona e Cagliari
Saltano Di Francesco e Semplici, i tecnici di Verona e Cagliari pagano lo scotto di un calcio diventato ormai folle, in cui se non si ottengono immediatamente i risultati, scatta la scintilla dell’irragionevolezza. Per quanto riguarda il tecnico del Verona, Di Francesco, è un esonero ingiusto visto l’atteggiamento della sua squadra in campo. Certo, gli scaligeri, dopo tre giornate, non hanno ancora messo un punto in classifica, ma le prestazioni dei gialloblù sono sempre state di livello. La prima giornata, l’Hellas Verona, ha dominato la prima parte della gara, poi, fatale l’espulsione di Veloso, ha perso la sua gara con il Sassuolo. Mentre, nella seconda giornata, gli scaligeri hanno tenuto testa ai campioni d’Italia dell’Inter, per quasi tutti i 90’, perdendo solo nel finale, dopo essere stati in vantaggio per buona parte della gara. Nell’ultima partita, contro il Bologna, invece, il Verona non ha così brillato come nelle precedenti prestazioni contro Sassuolo e Inter, ma la squadra ha comunque evidenziato di avere un gioco, di avere le giuste conoscenze. Di Francesco, è vero, da mister, non coglie una vittoria da 19 gare e questo può indurre a pensare che il tecnico abruzzese possa avere delle responsabilità. Ma, in primis, la società scaligera è colpevole di non essere riuscita a sostituire elementi come Di Marco e soprattutto Zaccagni, perso nelle ultime ore di mercato.
Roma: la cura Mourinho inizia a dare i suoi effetti
Per la Roma, la partita contro il Sassuolo, sembrava una di quelle gare da archiviare. La squadra giallorossa era passata presto in vantaggio con una rete di Cristante, poi, però, non era riuscita a chiuderla e la squadra della Mapei rischiava di scippargliela. Djuricic aveva segnato un gol beffardo. Poi, tutte le volte che il Sassuolo si presentava in area giallorossa, sembrava in grado di fare male alla Roma. Più di una volta Rui Patricio aveva messo una pezza per proteggere il risultato in favore dei giallorossi. Inoltre Abraham non era riuscito a cogliere la rete del raddoppio, riuscendo a colpire solo il legno. A pochi minuti dal termine, poi, il Sassuolo aveva colpito un clamoroso palo e tutto faceva pensare che, per i giallorossi, questa partita dovesse andare presto agli archivi. Ma nei tempi di recupero accade l’incredibile. Il rispolverato El Shaarawy, con un tiro a giro, coglie l’angolo più lontano difeso dalla porta di Consigli e la Roma porta a casa i tre i punti. Mourinho corre verso la Curva Sud. La sua corsa ricorda molto quella che il tecnico portoghese fece all’Old Trafford, quando il suo Porto conquistò la qualificazione ai quarti di quella Champions che poi vinse nella stagione 2003/04. Se il portoghese saprà tenere alto l’entusiasmo, per la Roma potrebbe diventare una stagione da incorniciare.
Juve ancora una sconfitta: perde anche a Napoli
Un punto in tre gare. Per la Juve, non accadeva da anni. Era accaduto sette anni fa, quando sulla panchina c’era proprio lui, Max Allegri. Contro il Napoli la Juve va in vantaggio. Ma, poi, prima Szczesny e poi Kean la condannano alla sconfitta. Al di là degli errori del portiere polacco e dell’attaccante piemontese ivoriano, però, la Juve è parsa poco squadra. Rabiot, dopo un buon primo tempo, torna ad essere quel giocatore spaesato, in cui sembra trovarsi più su un campo da calcio otto con gli amici, che in un campo di calcio delle serie professionistiche. La verità è che quando il francese gioca a calcio: la Juve è una squadra. Quando invece l’ex Psg è in campo, così, giusto per il piacere di essere tra gli undici, anche la Juve ne risente e diventa una squadra molto molto malleabile. Anche in Champions, contro il Malmoe, è andata così. Rabiot posizionato a sinistra ha disputato un’ottima gara e la squadra è sembrata avere un proprio equilibrio. Alla Juve non mancano certo i giocatori. Allegri, però, deve presto trovare un assetto tattico ben preciso. Anni fa ritornò a giocare a tre, dopo avere pensato di schierare una difesa a quattro. Ora, invece, la soluzione potrebbe essere quella di giocare con un 4-4-2. Chiesa certamente troverà un suo spazio, gli altri stiano all’erta, in campo ce ne vanno solo undici.
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