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Tragedia di Superga: il 4 maggio 1949 l’incidente che si portò via il Grande Torino

Una squadra invincibile e un gruppo di atleti che hanno reso leggendaria la maglia e i colori del Torino. Il 4 maggio 1949 è senza ombra di dubbio una delle pagine più tristi per tutto il mondo del calcio (italiano e internazionale) poiché a causa della tragedia di Superga e di un terribile incidente aereo, l’incredibile e leggendaria formazione granata venne spazzata via per sempre. Negli anni, però, il ricordo di quei campioni è rimasto vivo nella memoria di tutti gli appassionati di calcio e non solo dei tifosi del Toro, i quali puntualmente rendono omaggio agli idoli periti in quel drammatico schianto della fine degli anni ’40.

Erano le ore 17:03 del 4 maggio 1949 quando il trimotore a bordo del quale viaggiava l’intera squadra del Torino, di rientro da Lisbona, precipitò proprio sulla collina di Superga. In seguito a quel terribile incidente persero la vita 18 calciatori, 3 dirigenti, 3 allenatori, 3 giornalisti e 4 membri dell’equipaggio. E così terminò nel peggiore dei modi l’epopea di una delle squadre più forti di sempre, capace di conquistare in otto anni ben cinque scudetti consecutivi e di costituire l’asse portante della Nazionale italiana di quel periodo.

Il 4 maggio 1949 il terribile incidente di Superga.

In seguito alla tragedia di Superga, si decise di assegnare a tavolino la vittoria del campionato alla compagine granata che fu costretta a schierare la squadra giovanile per le restanti quattro giornate di Serie A, così come fecero gli avversari di turno. Quei ragazzi però reagirono magnificamente alla responsabilità di rimpiazzare tutto ad un tratto le leggende e i loro idoli che fino a quell’assurdo incidente avevano incantato l’Italia e il mondo: riuscirono, infatti, a vincere i quattro match restanti e ad onorare al meglio la memoria delle vittime dello schianto aereo. Ai funerali del 6 maggio si presentarono in Piazza San Carlo, nel centro di Torino, circa mezzo milione di persone per dare l’ultimo saluto ai fuoriclasse granata periti due giorni prima.

Tragedia di Superga: neanche il coronavirus può spazzare via la leggenda del Grande Torino

In seguito al tragico impatto dell’aereo laddove sorgeva la Basilica di Superga, il 4 maggio 1979 persero la vita i calciatori: Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert. Inoltre tra le vittime vi furono gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley e il massaggiatore Ottavio Cortina. I dirigenti che morirono, invece, furono Andrea Bonaiuti, Arnaldo Agnisetta e Ippolito Civalleri. Si registrarono anche i decessi dei giornalisti Luigi Cavallero (La Stampa), Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport) e Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo). Infine, tra i membri dell’equipaggio, perirono Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.

Mazzola: oggi si ricorda la morte del Capitano

Nonostante l’emergenza coronavirus, si sono tenute nel pieno rispetto delle norme di sicurezza le commemorazioni del Grande Torino scomparso dopo la tragedia di Superga. L’attuale presidente del club granata, Urbano Cairo, accompagnato dal direttore generale Antonio Comi, si sono recati laddove sorge la lapide che ricorda le 31 vittime. Don Riccardo Robella ha tenuto una piccola funzione religiosa, alla quale hanno presenziato anche Susanna Egri (figlia di Erno Erbstein), Gigi Gabetto (figlio di Guglielmo Gabetto) e Franco Ossola (figlio dello scomparso e omonimo calciatore). Al termine della benedizione, il patron della società piemontese ha lasciato un mazzo di fiori.

Urbano Cairo, attuale presidente del Torino.

Cairo, raggiunto da Radio Anch’io Sport, ha spiegato che l’epopea del Grande Torino è stata il simbolo della «rivincita del popolo italiano dopo la guerra, unendolo». Intanto, fin dalle prime ore del mattino, Via Filadelfia è stata tappezzata dei colori granata ed è stata installata una gigantografia di quell’epica squadra laddove sorgeva la storica curva dello stadio delle imprese di Valentino Mazzola e compagni. Tutt’intorno sono state apposte bandiere, sciarpe e striscioni che ricordano le incredibili imprese calcistiche degli Invincibili.