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Berrettini, fine della corsa: perché non si tratta di un fallimento

La debacle contro Roger Federer è si pesante, ma lancia segnali incoraggianti per il futuro

Con la sconfitta di Matteo Berrettini agli ottavi di Wimbledon contro Roger Federer si è conclusa la spedizione azzurra in terra britannica. Tuttavia, smaltita la sbornia per la pesante lezione incassata, il buon Matteo ha tutti gli alibi di questo mondo, e sicuramente non deve uscire da Church Road indebolito.

Innanzitutto è bene prendere in mano la carta d’identità di questo ragazzo: 12 aprile 1996, ossia 23 anni. Bé molti penseranno ai mostri sacri del tennis fare faville già da teenager, ma Matteo non è Federer, Nadal o Djokovic.

Certo dopo un’annata sull’erba ai limiti della perfezione, al grande appuntamento da lui tutti ci aspettavamo qualcosa di più di un misero 6-1, 6-2, 6-2. Ma chi abbia mai preso una racchetta in mano nel corso della sua vita sa che con i se e con i mano non si va da nessuna parte.

Per Berrettini questo ottavo di finale era come un ballo delle debuttanti: dare il massimo per sorprendere la più bella della scuola. Ok Matteo non ci è riuscito, ma a 23 anni ti arrendi alla prima porta chiusa in faccia? Io non credo. Con questa tenacia che lo contraddistingue ci proverà più e più volte prima di ammagliare la prima donna da lui designata.

Poi ragazzi dai, un signore da 20 Slam, a casa sua a Wimbledon, non si batte mica con un pò d’esperienza tra i professionisti. Sicuramente per Matteo è stata una delle peggiori prestazioni annuali, con un servizio timido e un dritto che non ne voleva sapere di rimanere in campo, ma vogliamo veramente crocifiggere un ragazzo che ha perso contro Roger Federer?

Non facciamo il solito errore italiota di sopraelevare in caso di successo o di inabissare in caso di sconfitta. Auguro a qualsiasi ragazzo che gioca a tennis di prendere una batosta dal re di questo sport, sono esperienze che ti possono solo far crescere. Prendere poi i complimenti a fine partita per quanto fatto sull’erba nel corso della stagione da un avversario non comune è un motivo indelebile di vanto.

Matteo è un ragazzo con la testa sulle spalle e il suo team crede fortemente in lui. Non diamo fretta a questo ragazzo, ha l’eta dalla sua parte e un forte spirito di abnegazione. Sfido chiunque a dire il contrario: dopo la vittoria contro il Top 20 Sock allo scorso Wimbledon, quanti si sono chiesti ‘Chi è Matteo Berrettini’? Vi rispondo io, la stragrande maggioranza.

Le sconfitte aiutano a crescere, poi una partita al Centre Court per un ragazzo così giovane corrisponde alla gabbia dei leoni, se poi il re della foresta è l’elvetico ciao ciao.

Non facciamo l’errore di giudicare questo Slam per i nostri colori negativo: ok le eccessive sceneggiate, ma Fognini non è mai stato mostruoso sull’erba, Fabbiano ha fatto un gran risultato e Berrettini idem.

Torniamo a soffermarci sul dato anagrafico: dei 16 tennisti agli ottavi di finale, solo Berrettini e il francese Ugo Humbert – 20 anni – sono under 25.

Ai quarti il più giovane in tabellone è David Goffin – 28 primavere – quindi ne deduciamo che Wimbledon è uno Slam che non si vince con la sfrontatezza giovanile, ma con la sapienza e la caparbietà dai veterani.

Non a caso tutti gli osannati NextGen qui all’All England Club hanno fallito inesorabilmente.

Quindi chi pensa che Berrettini non possa diventare un top è un vero pessimista o non crede nella rivalsa del tennis azzurro. Lunedi salvo improbabili exploit di Pella o Querrey sarà numero 20 al mondo, ad appena 800 punti dalla Top 10. Per un 23enne è un risultato abnorme, che non preclude il fatto che possa arrivare anzi tempo nella parte nobile della classifica.

Infatti la stragrande maggioranza dei tennisti vanno oltre i 30, in più – fattore da non trascurare – quei tre fenomeni da 53 Slam – 54 in caricamento – purtroppo per noi non sono eterni. Dopo di loro attualmente non c’è un erede designato, quindi Matteo ha tutte le carte in regola per fare a sportellate con i migliori.

Basti pensare che Fognini è arrivato solo di recente in Top 10 così come altri tennisti. Ci sono stati tanti late bloomer nella storia del tennis, quindi perché un ragazzo di 23 anni dovrebbe essere martirizzato dopo una giornata no, che in realtà è una lezione di vita?

Sta lui ora continuare questo suo percorso di crescita, perfezionare i suoi colpi migliori e potenziare i peggiori – rovescio da rivedere – il tutto lavorando con la stessa voglia e la stessa fame di vittorie che sta caratterizzando questo suo 2019.

Il resto lo farà il tempo.

Oggi si torna in campo con i quarti di finale –

Scattano questo pomeriggio i quarti di finale maschili di Wimbledon, con i Fab3 impegnati e naturali favoriti. Più incerto il match tra le sorprese Pella e Bautista-Agut.

[1] N. Djokovic – [21] D. Goffin

[26] G. Pella – [23] R. Bautista-Agut

S. Querrey – [3] R. Nadal

[8] K. Nishikori – [2] R. Federer

Il tabellone completo e tutti i risultati di Wimbledon 2019