[2] Dominic Thiem b. [5] Alexander Zverev 2-6, 4-6, 6-4, 6-3, 7-6(6)
Si conclude con Dominic Thiem disteso sul cemento del deserto Arthur Ashe di New York l’edizione 2020 degli US Open, un’edizione particolare per tutte le vicissitudini del caso, che hanno appunto portato alla rinuncia del pubblico sugli spalti.
Nonostante queste dolorose privazioni, l’uomo copertina è Thiem, che al quarto tentativo (due finali perse con Nadal e una con Djokovic) riesce a scrollarsi di dosso il fardello di vincere il suo primo titolo Slam.
L’austriaco è risorto dalle ceneri dopo essere stato sotto di due set ed un break contro il tedesco Alexander Zverev, anche lui voglioso di fregiarsi per la prima volta del successo in un major. Alla fine è stata però premiata la tenacia e il furore agonistico del n.2 del seeding, che ha saputo anche sopperire ai crampi e al problema al tallone rimediato nella semifinale contro Medvedev.
A spingerlo verso la rimonta ci ha messo molto del suo anche l’altro finalista, che si è spento alla distanza vedendo precipitare le sue percentuali con il servizio, oltre ad un quasi naturale calo fisico.
Nonostante il punteggio possa dire il contrario, la partita è stata tutt’altro che bella. Tanti errori, forse troppi per un appuntamento di tale spessore, condizionati anche dalla ‘paura della prima volta’.
Il grande protagonista è stato però l’equilibrio, come certificato anche dalla differenza di due miseri punti tra i tennisti. Entrambi hanno avuto occasioni su occasioni: Zverev domattina si fregherà le mani nel vedere gli highlights dell’incontro (se vorrà vederli), così come avrebbe fatto Dominic Thiem in caso di sconfitta.
LA PARTITA
L’inizio è di quelli che non ti aspetti: Zverev si stacca dai blocchi benissimo e mette subito alle corde Thiem. L’austriaco incassa un colpo al terzo gioco, forse sorpreso dall’aggressività del prodigio del tennis tedesco. Infatti Sascha tiene percentuali altissime al servizio (80% mantenuto quasi per due set) e spesso e volentieri non disdegna le discese a rete.
Dominic sembra pagare dazio un atteggiamento troppo remissivo, probabilmente anche per non stressare il tallone malconcio. In mezz’ora esatta Zverev incamera il primo set per 6-2, sfruttando due doppi falli di un Thiem sempre più confuso e costretto sulla difensiva.
Il copione non cambia neanche ad inizio secondo set, con il nativo di Wiener-Neustadt che continua a sbagliare troppo da fondo campo. Zverev si limita a palleggiare al confine con la linea di fondo e si issa fino al 5-1.
Anche il classe ’97 avverte un pò la tensione fallendo 4 set point prima di perdere la battuta. Tuttavia tra mille patemi riesce poi a guadagnare il doppio vantaggio sul 6-4, ritrovandosi ad un set dal suo primo titolo Slam.
Questo è il crocevia della partita, poiché la bilancia che sembrava pendere completamente dalla parte di Zverev, in un men che non si dica va dalla parte di Dominic Thiem.
In realtà nel terzo parziale l’austriaco finisce ad un passo dal baratro, quando al terzo game concede nuovamente la battuta. Però qualcosa è cambiato, come dimostra la resa del servizio di Zverev: due doppi falli che danno il break a Thiem nel gioco seguente.
Il numero 3 al mondo si piazza in pianta stabile ben oltre la linea di fondo, ma il suo avversario scende meno spesso a rete. A preoccupare però Alexander è soprattutto la resa del servizio: percentuali della prima che crollano vistosamente, costringendolo a tirare le sue solite seconde a tutto braccio (che talvolta si risolvono in un doppio fallo).
A fine parziale è proprio il ragazzo di origini russe a tremare per primo, perdendo quattro punti consecutivi sul 4-5 15-0, con annesso un altro doppio fallo e due gratuiti.
Thiem vince così il parziale e rientra in partita, auto-caricandosi anche dal punto di vista morale.
Nel quarto set viene fuori la vera forza dell’austriaco, che concede solamente due ‘quindici’ nell’arco dell’intero set nei suoi turni di battuta. In più ha quasi azzerato il numero dei gratuiti, al contrario di Zverev che ne regala ben dodici.
Quest’ultimo vede la sua percentuale di prime in costante declino, faticando e non poco a far punti con la seconda. L’allungo decisivo Dominic Thiem lo sferra sul 5-3, guadagnandosi il quinto set.
Nell’ultimo e decisivo parziale entra in scena la paura, che a corrente alternata si impossessa di entrambi i tennisti. Lo spettacolo sicuramente non ne beneficia, anche a causa di una condizione atletica precaria. In queste situazioni il pubblico avrebbe dato man forte, ma non c’è e dobbiamo farcene una ragione.
Il serbatoio di Zverev sembra in riserva, tant’è che in apertura perde subito il servizio. Poco male perché pochi minuti dopo Thiem gli ricambia il favore. Torna a ruggire sul 4-3 il tedesco, che costringe l’avversario agli straordinari, correndo in lungo e largo per il campo. Nonostante ciò Sascha è bravo a conquistarsi il break che sembra decisivo, andando a servire per il titolo sul 5-3.
Qui la tremarella si insinua nello statuario fisico del biondo di Amburgo sostituendo per pochi istanti l’acido lattico. Zverev sembra spaesato e pensieroso: il riassunto di tutto ciò sono due dritti out e una stop & volley in rete.
La battaglia si protrae ad oltranza, con Zverev che ha salutato la prima di servizio dandole appuntamento agli Internazionali di Roma. Il tedesco non ci prova neanche più a spingerla, l’importante è metterla in campo. Ciò si traduce in servizi morbidissimi che sono carne al sangue per Dominic Thiem, che trova il secondo break consecutivo e ora è lui a servire per la vittoria.
Anche l’austriaco però non è esente da problemi, a tal punto da chiamare il fisioterapista per farsi massaggiare la coscia. Dominic cammina a fatica e perde il servizio, dando alla partita la più giusta e appropriata fine, ossia il tie-break.
Zverev sprinta sul 2-0, ma un doppio fallo rimette tutto in parità. Continua a sbagliare Sascha, che spiana la strada al suo avversario sul 5-3. Un gran passante di dritto manda Thiem a servire per il match sul 6-4: il primo match-point lo sciupa mettendo in rete, il secondo con un dritto in corridoio dopo una seconda mai così soffice di Zverev.
Dopo il cambio campo sul 6-6 Dominic pesca il terzo match-point con un poderoso allungo. A questo punto a consegnargli il titolo a Flushing Meadows è un rovescio incrociato di Zverev che finisce abbondantemente fuori.
Un esausto e zoppicante Thiem celebra così il suo Us Open, diventando il primo tennista nato dopo il 1990 a vincere un Grande Slam.
Alla fine in barba alle restrizioni dovute al Covid-19 i due tennisti si sono abbracciati al centro del campo, congratulandosi per quanto fatto durante l’arco di questo splendido torneo. Un’edizione anomala per tanti motivi, che non per questo deve però passare in secondo piano.
Onore a Dominic Thiem, che ora avrà pochi giorni per ricaricare le pile in vista della stagione sulla ‘sua’ terra rossa.