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Giro d’Italia 2019: le pagelle dei migliori e dei peggiori dell’edizione 102

Le pagelle dei migliori e dei peggiori di un’edizione 102 che ha consacrato giovani campioni, e rimandato corridori già affermati

Le pagelle: i promossi

RICHARD CARAPAZ

RICHARD CARAPAZ 10: Il giovane ecudoregno vince la corsa rosa alla sua seconda partecipazione. Dopo un avvio di giro in cui sembrava dover correre come gregario di Mikel Landa, il corridore della Movistar ha sfruttato i giochi tattici di Nibali e Roglic, andando a guadagnare terreno in salite e difendendosi benissimo nell’ultima settimana

VINCENZO NIBALI 9: Lo Squalo dello Stretto arrivava a questo Giro come uno dei grandi favoriti. Già dalla cronometro di Bologna mostra di avere una buona forma, e in montagna è sempre il primo ad attaccare. Commette l’errore fatale di battezzare come suo rivale Primoz Roglic, sottovalutando Carapaz e il Team Movistar. Ciò nonostante trova l’11esimo podio in un grande Giro, superando Bartali e Coppi ed arrivando a -1 da Gimondi

PRIMOZ ROGLIC 7: Arrivato come il grande favorito del Giro, dopo una primavera condita da ottimi risultati, lo sloveno ha retto bene per le prime due settimane, vincendo le cronometro di Bologna e San Marino. In salita è parso sempre “al gancio”, e col senno di poi la sua tattica di stare a ruota di Nibali si spiega meglio. Nelle ultime salite perde le ruote non solo dei primi due della generale, ma anche di Landa. Ma si riprendere il podio grazie alla crono finale di Verona

MIKEL LANDA 8: Parte come capitano del Team Movistar, ma la crono inaugurale di Bologna mette già in chiaro il motivo per cui il basco non vincerà il Giro. Perde tantissimo a San Marino, e a Verona finirà per vedersi superato da Roglic. Le prove contro il tempo sono il suo tallone d’achille. Ma nel mezzo Landa ha mostrato di essere uno dei migliori scalatori del mondo, aiutando Carapaz a portare a casa la maglia rosa,e finendo comunque al 4° posto della generale

PAVEL SIVAKOV 7,5: Il russo del neonato Team Ineos è la vera sorpresa di questo Giro. Forte a cronometro, il vincitore del Tour of Alps ha tenuto sulle salite, ma senza riuscire a strappa la maglia bianche dalle spalle di Migel Angel Lopez. Il futuro è suo. E’ lui l’erede di Christopher Froome

PASCAL ACKERMANN 9: Arrivato al Giro come un outsider per la maglia Ciclamino, il campione nazionale tedesco ha battuto tutti i suoi avversari. Uno dopo l’altro Arnaud Demare, Elia Viviani, Caleb Ewan e Fernando Gaviria, si sono dovuti inchinare al dominio del tedesco della Bora, che nonostante ferite e escoriazioni dovute ad una caduta, ha concluso il suo Giro a Verona

GIULIO CICCONE 9: L’abruzzese è il Re delle Montagne del Giro 2019. Sempre in fuga, sempre in salita, il corridore della Trek Segafredo può appuntarsi al petto il successo nella tappa del Mortirolo, che ha sancito anche la matematica certezza della sua maglia azzurra

Le pagelle: i bocciati

SIMON YATES

SIMON YATES 5 Il britannico della Mitchelton era nel terzetto dei più quotati vincitori di quest’edizione 102 della corsa rosa, insieme a Nibali e Roglic. Ma le strade del Giro hanno sentenziato che il vincitore della Vuelta Espana 2018 non è (ancora) pronto per domare le grandi salite del Giro

MIGUEL ANGEL LOPEZ 5,5: Il colombiano dell’Astana va forte in salita,tiene in discesa, e non sfigura a cronometro. Ha un solo problema: la sfortuna. Un problema meccanico nella prima settimana lo taglia fuori dalla lotta per il podio. Lopez non molla. Nelle tappe finali recupera secondi su secondi, tanto da strappare la maglia bianca dalle spalle di Sivakov. Ma alla ventesima tappa un tifoso imprudente lo fa cadere in salita, decretando la fine delle sue ambizioni di podio

ELIA VIVIANI 5: Mai competitivo in volata, anche quando le caratteristiche del terreno sono le più adatte a lui. Il campione nazionale italiano termina il suo Giro d’Italia dopo 10 giorni passati vedendo sempre un velocista diverso davanti a se, e con la beffa della penalizzazione nell’unica tappa vinta