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Guardiola: ogni club pensa esclusivamente ai propri interessi

Nella marea di voci e di parole che si stanno susseguendo in queste ore è il turno di Guardiola. L’allenatore del Manchester City, una delle componenti del pool di fondatrici, è stato incalzato dalle domande dei giornalisti nel corso della consueta conferenza pre partita. Alla vigilia del match che vedrà il suo City impegnato sul campo dell’Aston Villa oltre alle domande riguardanti il calcio giocato a Guardiola è stato ovviamente richiesto un parere sulla Superlega. Tra le tante cose che si son dette in questi giorni c’è anche la minaccia della squalifica immediata dei club aderenti alla Superlega dalle attuali competizioni UEFA. Per il City questa situazione tanto incredibile quanto improbabile sarebbe davvero un duro colpo. Guardiola è infatti alla prima semifinale di Champions League con i citizens dopo anni di delusioni.

Caos Superlega: si va verso l’addio del campionato dei “ricchi”

Cosa ne pensa Guardiola della Superlega

“Diciamo anzitutto che non sono la persona adatta per parlare di queste cose. Faccio parte del Manchester City e quando parlo lo faccio anche a nome di chi sta dietro di me. Conosco le persone che fanno parte di questa società e posso garantire che si tratta di grandissimi professionisti. Poi è chiaro, io ho una mia opinione su questa storia ma prima di parlarne bisogna capire bene come stanno le cose. Abbiamo solo un comunicato, niente più. Quello che posso dire è che ognuno fa i propri interessi nel calcio ormai. La UEFA fa i suoi interessi, basta pensare alla situazione di Lewandoski. Si è infortunato giocando in nazionale nel bel mezzo della stagione. Ha saltato andata e ritorno con il PSG e ora la sua squadra è fuori dalla competizione. Cosa ha fatto la UEFA per il Bayern? Assolutamente niente! In Premier League è uguale: ogni club pensa esclusivamente ai propri interessi. Credo che ormai sia così ovunque”.

Perché non piace l’idea della Superlega?

“Nello sport sforzo e risultato sono due cose che vanno di pari passo. Non esiste lo sport senza sforzo, questa è una cosa evidente e chiara. Non è giusto che una squadra lotti per tanto tempo per raggiungere degli obbiettivi ma venga esclusa in favore di qualcuno con il posto garantito”.