Per molti anni è stata la «squadra dei miracoli» della Serie A che con i suoi risultati sorprendenti e un’organizzazione di gioco ben orchestrata, ha conquistato non solo i suoi storici tifosi, ma anche tanti appassionati di calcio che ne hanno seguito con simpatia le gesta. Stiamo parlando del Chievo Verona che il 3 giugno 2001 conquista la prima promozione della sua storia nel massimo campionato dopo aver superato la Salernitana. Comincia così la bella favola della formazione gialloblu che, al suo esordio in Serie A, riesce a sfiorare il titolo di campione d’inverno e centra la qualificazione in Coppa Uefa.
I festeggiamenti scattano alla penultima giornata di Serie B, quando la formazione allenata da Gigi Delneri batte per 2-0 la Salernitana con i goal di Di Cesare e D’Anna. E fin da subito si tratta di un traguardo da record, perché è il primo club del calcio italiano ad approdare nella massima serie dopo essere partito dalla categoria più bassa, ossia la terza. Memorabile la dichiarazione a caldo rilasciata dal presidente Luca Campedelli che, in preda alla gioia, afferma: «Per me è come se fosse un sogno: quando mi sveglierò vi saprò dire».
La prima stagione del Chievo nel più importante torneo nazionale è davvero da sogno: una neopromossa che agli inizi del XXI secolo riesce ad inserirsi nella lotta per le prime posizioni della classifica solitamente appannaggio delle big, accarezzando per un attimo il sogno di lottare fino in fondo per lo scudetto e chiudendo poi l’annata al quinto posto, accedendo di diritto all’Europa. E se consideriamo che siamo nell’epoca della Juventus di Agnelli, della Lazio di Cragnotti, dell’Inter di Moratti, della Roma di Sensi e del Milan di Berlusconi, ci rendiamo conto di quanto sia stata leggendaria l’impresa degli scaligeri.
La cavalcata in Serie A del «Chievo dei miracoli»
La Serie A 2001-2002 presenta ai nastri di partenza il Chievo, squadra appartenente ad un quartiere di Verona. Tutti pensano che dopo l’inattesa promozione la formazione scaligera sia destinata a recitare un ruolo da comprimaria e a ritornare fin da subito in cadetteria. D’altronde, si ritiene che sia dura per una società relativamente piccola poter competere con i top-club milionari del massimo campionato. Del resto, il valore dell’intero organico è pari allo stipendio di un unico calciatore, ovvero quello dello juventino Alessandro Del Piero.
Il tecnico Delneri però ha disegnato la formazione gialloblu a sua immagine e somiglianza secondo dettami di gioco ben precisi e un granitico 4-4-2. Tutti gli appassionati di calcio ricorderanno alcuni dei protagonisti di quel Chievo, giocatori fino a quel momento poco conosciuti che sarebbero stati capaci di mettersi in mostra, e alcuni sarebbero poi approdati in club di prima fascia: i centrocampisti Simone Perrotta e Simone Barone, gli attaccanti Bernardo Corradi, Federico Cossato e Massimo Marazzina, i difensori Nicola Legrottaglie e Lorenzo D’Anna e l’esterno Christian Manfredini. Inoltre è presente l’esperto Eugenio Corini e poi l’ottimo centrocampista brasiliano Luciano, in quel periodo ancora conosciuto come Eriberto.
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Fin dalla giornata d’esordio, la compagine veneta fa capire che non vuole limitarsi a fare da comparsa nella competizione. Infatti a sorpresa va a vincere al Franchi, battendo la Fiorentina per 2-0. La storia si ripete anche alla partita successiva contro il Bologna, mentre la prima sconfitta arriva al cospetto della Juventus. Ma la neopromossa veronese non si disunisce e riparte più forte di prima, inanellando 6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte nei 10 turni successivi. Grazie a questi ottimi ed esaltanti risultati, il Chievo si allontana facilmente dalla zona retrocessione e addirittura balza in testa alla Serie A, contendendo fino all’ultimo momento il titolo di campione d’inverno alla Roma di Fabio Capello.
Gli scaligeri accusano un piccolo calo di prestazioni durante il girone di ritorno, e sul morale della squadra pesa come un macigno il tragico destino di Jason Mayélé che perde la vita a soli 26 anni in seguito ad un incidente stradale. E così Corini e compagni abbandonano la corsa allo scudetto alla quale si erano iscritti lasciando tutti di stucco, ma continuano a competere per posizioni di alta classifica, terminando la stagione al quinto posto, ad un solo punto di distacco dal Milan (quarto) e strappando il pass per la Coppa Uefa dell’anno seguente. È la prima volta che accade ad una neopromossa dagli anni ’70.
Da quel momento, il club di Campedelli resta in Serie A per 6 stagioni consecutive, approdando anche ai quarti di finale di Coppa Italia, disputando la Coppa Uefa e proprio per non farsi mancare nulla, anche i preliminari di Champions League. Nel 2006-2007 retrocede in Serie B, ma dopo appena un anno torna nel massimo campionato, totalizzando così 17 partecipazioni nel torneo più importante in 18 stagioni. Attualmente il Chievo si trova in cadetteria e sta cercando di ottenere la qualificazione ai playoff per poter tenere viva fino all’ultimo momento la speranza di un pronto rientro in quella Serie A di cui è stato splendido protagonista.