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La dura legge del Barba

41 punti, 7 assist, 6 rimbalzi nell’ultima partita, settima di fila sopra i 30 punti. Queste sono le statistiche monstre di James Harden, leader e trascinatore degli Houston Rockets. Il Barba, come viene soprannominato per ovvie ragioni, impone la sua legge anche sugli Oklahoma Thunder di Paul George e Russell Westbrook, risultando decisivo in un match chiave per la stagione di Houston. Con 18 vittorie e 15 sconfitte, i Rockets sono settimi nella western conference, ai margini della zona playoff. Una sconfitta contro i Thunder avrebbe significato complicare ulteriormente una stagione che Harden e compagni stanno affrontando ben al di sotto delle loro reali possibilità.

Il primo quarto è lo specchio di una partita sempre in equilibrio, e giocata in modo opposto dalle due squadre. I Thunder, che riescono a distribuire meglio i punti tra tutti i loro giocatori, riescono a tener testa ad un James Harden subito caldo (11 punti per lui nel 1° quarto). 22-22 è il parziale del primo periodo, un quarto molto tattico, dove le percentuali di realizzazione molto basse la fanno da padrone

I giocatori di Oklahoma City però comprendono che se vogliono avere la meglio sui Rockets, devono alzare il loro livello. Ed è quello che fa sopratutto Russell Westbrook. Per lui 11 punti nel secondo periodo, che uniti ai 7 di Paul George e ai 6 di Adams e Schröder, permettono ai Thunder di portare a casa il secondo periodo. Dall’altra parte del campo però c’è sempre il Barba. Harden mette a referto altri 12 punti, tenendo a galla i Rockets. Finisce 38-30 (60-52 in totale)

E’ un match equilibrato, e il 3° quarto ne è la conferma. James Harden prosegue su medie di altissimo livello (12 punti per lui nel periodo), ma non è il solo a permettere a Houston di riavvicinarsi ai Thunder. I 9 punti di Pj Tucker permettono ai texani di concludere il quarto in vantaggio (34-28), e di accorciare il distacco accumulato nel secondo periodo (88-86 per i Thunder). Ad Oklahoma non bastano i 14 punti di Paul George, le tre triple e una percentuale di realizzazione vicina al 60%. I soli 6 punti di Westbrook (33,3% di realizzazione), permettono a Houston di rimettere in discussione il match

Il quarto decisivo rispecchia in parte l’andamento del primo periodo. Basse percentuali, pochi punti e molta tattica. Un finale punto a punto, un equilibrio sostanziale tra le due franchigie. Houston però allunga ancora, grazie ad Harden certo, ma anche al contributo di Eric Gordon, Clint Capela, e sopratutto Austin Rivers, che anche grazie a due triple, porta i Rockets ad un virtuale +8. Non serve ai Thunder la tripla di Paul George a due minuti dalla fine, né il forcing finale. Le loro speranze si infrangono ancora una volta sul Barba, che a 21 secondi dalla fine mette a segno il 112° punto per Houston. E quando Wetbrook fallisce il tiro libero del possibile -2 a 15 secondi dalla sirena, l’esito è chiaro. Vincono gli Houston Rockets 113-109. Ben cinque giocatori dei Thunder vanno in doppia cifra, uno su tutti Paul George, che con 28 punti, 14 rimbalzi e 2 assist, è il migliore dei suoi. Westbrook si ferma a 21 punti, 9 rimbalzi e 9 assit, a due passi dalla tripla doppia. Ciò che fa davvero la differenza è l’ennesima super prestazione di James Harden: 41 punti, 7 assist e 6 rimbalzi. Come se non bastasse, anche Clint Capela alza il suo livello, piazzando 16 punti, 3 assist, ma sopratutto 23 rimbalzi. Per i Rockets è una grande vittoria, che non può però mascherare i problemi dovuti all’assenza di un All Star come Chris Paul. James Harden si è preso sulle spalle l’intera squadra in questo inizio di stagione, ma rischia di non bastare a Houston (18 vittorie e 15 sconfitte) per competere davvero per i titolo, nonostante un roster di tutto rispetto. Per i Thunder (21-12) uno stop duro da digerire, che però non intacca minimamente la qualità di due All Star come Paul George e Russel Westbrook hanno fatto il loro dovere, ma si sono dovuti scontrare con la dura legge del Barba.