Tra mille polemiche il match clou della decima giornata, Napoli-Atalanta, è finito in parità (2-2), cosicché ne hanno approfittato Juve e Inter per allungare in vetta alla classifica. I bianconeri, però, solo nel recupero, con un rigore di Ronaldo (e undici contro dieci), hanno prevalso sul nuovo Genoa targato Thiago Motta (2-1). A Brescia, invece, l’Inter ha vinto grazie alla doppietta del proprio attacco, formato Lukaku-Martinez (1-2).
De Laurentiis è una furia
Dopo la fine della sfida del San Paolo, il Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha tuonato sulla classe arbitrale, rea di non aver sancito un rigore a favore degli azzurri, sul vantaggio di 2-1. Lo sfogo del produttore cinematografico è un J’accuse ai poteri del Palazzo: «ll signor Nicchi e il signor Rizzoli se continuano così» ha minacciato il patron De Laurentiis, «si ritroveranno orde di tifosi napoletani e tifosi infuriati stanchi di questa prosopopea. L’intoccabilità di Rizzoli e degli arbitri è insopportabile!».
Le parole del proprietario della Filmauro sono forti. L’ambiente partenopeo non ha accettato il modo in cui l’Atalanta ha riacciuffato il risultato del 2-2. Il contrasto di Kjaer su Llorente, per il massimo esponente della dirigenza azzurra, avrebbe quanto meno meritato una revisione del Var, che avrebbe consentito di fermare la ripartenza dei bergamaschi, da cui è nato il pari di Ilicic. Contro la squadra di Gasperini, gli uomini di Ancelotti hanno disputato una gran partita. E il rammarico, per l’ambiente del Napoli, di non essere riusciti a conquistare i tre punti, che avrebbero permesso agli azzurri di tenere il passo a Juve e Inter, è molto grande.
Solo sul foto finish arriva il successo della Juventus sul Genoa
Come si suol dire: la Juventus ha sudato le sette camicie per avere la meglio sul Genoa. Nonostante la squadra di Thiago Motta fosse rimasta in dieci dal 6′ della ripresa, per una discutibile espulsione per doppia ammonizione di Cassata, i giocatori in maglia bianconera hanno faticato all’inverosimile per battere la squadra genoana.
L’assenza di Pjanic, probabilmente, sta causando problematiche negli schemi di gioco della squadra di Sarri. Contro il Genoa si è visto spesso Bonucci fare il playmaker, nella propria metà campo di gioco. Ruolo che in tutte le gare era spettato al bosniaco. Senza l’ex romanista, si era già visto contro il Lecce, la Juve ha incontrato diverse difficoltà a velocizzare e verticalizzare il proprio gioco. Sta invece crescendo l’evoluzione di Dybala nel gioco della squadra di Sarri. Contro il grifone, la joya bianconera, non è andato a segno come era successo nelle ultime due partite contro la Lokomotiv Mosca e il Lecce, ma l’argentino è stato di gran lunga il migliore in campo. Per Sarri, crediamo, non sarà più facile levarlo dall’undici titolare.
Conte teme la ristrettezza della propria rosa
Nonostante all’Inter si parli già di Lu-La Park, dopo le sette reti a testa siglate dal duo Lukaku-Lautaro, nelle prime tredici partite ufficiali della stagione. Il mister Conte preme sulla dirigenza nerazzurra, per avere a gennaio qualche rinforzo per la sua rosa. Nei nerazzurri, ci sono nove elementi della squadra che stanno facendo gli straordinari.
A parte il portiere Handanovic, la cui presenza in campo è ovvia, ci sono anche De Vrij, Skriniar, Gagliardini, Brozovic, Barella, Candreva, Lautaro, Lukaku che stanno sempre giocando. Nelle ultime quattro gare disputate contro Brescia, Parma, Dortmund e Sassuolo, l’ex cagliaritano Barella, Brozovic e Skriniar, non hanno saltato un minuto e Gagliardini e Candreva li hanno giocati quasi tutti (354′ e 343′). Che fare poco turn over potrebbe essere un punto a favore, è una considerazione giusta da fare. Ma che ci sia l’obbligo di non farlo perché non ci sono alternative ai vari Lukaku, Lautaro, Brozovic, Candreva, De Vrij, Skriniar… è un altro discorso. A breve rientreranno Sensi, Vecino e D’Ambrosio e quindi il tecnico salentino potrà fare rifiatare qualcuno tra Barella, Gagliardini, Brozovic, Candreva… ma la coperta ad Appiano Gentile, sanno tutti che è un po’ corta.
Crollano le quotazioni del Toro di Mazzarri
Dopo le prime due giornate i granata erano a punteggio pieno in classifica e, per la terza gara, che il Toro giocava nel posticipo casalingo contro il Lecce, si immaginava una salita al vertice, dopo più di quarant’anni di attesa. Invece da quei primi giorni di settembre sono solo più arrivati cinque punti (Milan 3, Napoli 1, Cagliari 1), che hanno fatto del Torino una delle peggiori squadre della Serie A. Solamente il Brescia di Corini ha fatto peggio della formazione di Mazzarri (con quattro punti in sette gare), ma le rondinelle hanno anche disputato una partita in meno. Cosa sia successo ai granata, in pochi lo sanno spiegare. Ma parlano chiaro i numeri. La scorsa stagione, furono solamente due le partite perse fuori dalle mura amiche (Roma e Empoli). Mentre quest’anno, le sconfitte sono già quattro, su appena cinque gare disputate (Sampdoria, Parma, Udinese, Lazio).
L’eliminazione dall’Europa League, a scapito del Wolverhampton, ha sicuramente avuto un effetto negativo sull’autostima del Toro, ma di qui a pensare a un tracollo ce ne voleva a pensarlo… Il mancato inserimento di Verdi (25 milioni), è la nota più dolente per il club di Cairo, assieme al caso Nkoulou, che ha condizionato tutto l’inizio di stagione dei granata.
Tornano alla ribalta le romane
Con sette punti, in tre partite, tornano ad affacciarsi nell’alta classifica Lazio e Roma. La squadra di Fonseca, con la vittoria sull’Udinese (4-0), sale al quarto posto e torna, a pieno titolo, nella corsa per un posto nella Champions. Dopo gli infortuni di Cristante, Diawara e Lorenzo Pellegrini, il tecnico portoghese si inventa l’ex atalantino Mancini, perno del centrocampo e trova un assetto per la sua Roma. Zaniolo, dopo l’avvio incerto, e le polemiche sul suo conto, sta tornando ai livelli della prima parte di stagione dello scorso anno. E a Udine anche Pastore sciorina un’ottima prestazione, che fa sperare bene nel pieno recupero del campione argentino. Sabato l’incontro con il Napoli, primo anticipo del nostro Campionato (ore 15), sarà una verifica importante per le ambizioni della Roma. Ma una vittoria sui partenopei non dovrà esaltare troppo i giallorossi, così come un risultato negativo non dovrà di nuovo gettare nella depressione tutto l’ambiente romanista.
A pari punti con Napoli e Cagliari (quinto posto), anche la Lazio coltiva le ambizioni per una partecipazione alla Champions della prossima stagione. La squadra di Inzaghi ha un organico forte. Immobile sta vivendo una stagione fantasmagorica. Dodici reti in dieci partite. Se il Ciro nazionale saprà anche farsi valere nelle partite che contano, intendiamo dunque le sfide contro le prime della classe, allora anche la Lazio potrà fare la parte della grande protagonista in questo Campionato. Altrimenti sarà la solita “Lazietta” da un posticino per l’Europa. Europa che Inzaghi dovrà presto salvaguardare, perché le sconfitte contro Celtic e Cluj, ne stanno già pregiudicando il cammino in Europa League.
Da registrare, ieri, la prima vittoria del Milan di Pioli. Il successo contro la Spal, è arrivato grazie a un gol del discusso Suso. La prova dei rossoneri è stata tutt’altro che esaltante, ma i tre punti danno una boccata di ossigeno. E domenica a San Siro, sarà proprio Milan contro Lazio.