Il 22 agosto 1964 nasce uno dei più grandi tennisti degli Anni ’80, capace di abbinare alla sua classe cristallina una impenetrabile freddezza e la capacità di studiare a fondo l’avversario di turno, di comprenderne i punti deboli e di colpirlo senza lasciargli alcuno scampo. Mats Wilander è stato indubbiamente uno dei principali protagonisti della cosiddetta Era Open, sorprendendo per la sua dote da calcolatore e per quell’espressione impassibile, pronto a sfiancare qualsiasi rivale, anche quelli che soprattutto all’inizio della carriera venivano considerati più dotati e talentuosi di lui, nonché già affermati nel palcoscenico internazionale del tennis.
Mats Wilander viene alla luce a Vaxjo, cittadina svedese che sorge tra Malmo e Stoccolma. Circondata da una natura incontaminata poco favorevole al turismo, è soprattutto un luogo amato dai pescatori che vi si riversano in massa per sfruttare la grande pescosità dei suoi laghi. Qui, per ingannare il tempo, i ragazzi si dedicano all’attività sportiva, dunque non è proprio un caso se da questa zona provengono altri atleti come il tennista Bjorkman, il pilota Johansson o la fuoriclasse del salto triplo e in lungo Carolina Kluft.
Bjorn Borg: la leggenda del tennis svedese
Anche Wilander fin da giovanissimo si impegna in varie discipline sportive come il calcio, l’hockey e la corsa, dimostrando ben presto di avere delle doti naturali che gli consentono di ottenere risultati soddisfacenti in ogni attività intrapresa. Ha anche un interesse per il tennis, ma la passione per la racchetta sboccia quando si appassiona alle imprese di Borg e subito dopo aver compiuto 11 anni decide di spendersi completamente per questo sport. Nel 1981, quando non è ancora diventato 17enne, riesce già a far parlare di sé.
Nonostante abbia iniziato soltanto da 6 anni a praticare il tennis a livello agonistico, Mats trionfa al Roland Garros Junior, mettendo in mostra uno stile di gioco razionale e per nulla istintivo come, invece, potrebbe capitare ad un giovane alle prime armi. Il suo mito, Borg, si accorge della classe innata del talento svedese e, facendo un’eccezione alla sua ritrosia nel rilasciare dichiarazioni e giudizi, afferma: «Mats Wilander sarà un campione, ha una maturità incredibile, una testa perfetta per il tennis e doti fisiche migliori delle mie». Una consacrazione a tutti gli effetti.
Le vittorie storiche di Mats Wilander
L’anno seguente al sorprendente successo al Roland Garros Junior, Mats Wilander debutta allo Slam di Parigi, con alle spalle i quarti di finale di Amburgo e la semifinale di Roma. Il giovane atleta supera senza troppi problemi i primi tre incontri, ma le sue affermazioni non scaldano ancora il pubblico che non si esalta nel seguire il suo stile di gioco troppo freddo, all’apparenza lento e privo di spettacolo, anche perché nonostante la giovane età lo svedese raramente lascia trasparire le sue emozioni o sensazioni in campo.
Le cose però cominciano a cambiare quando durante gli ottavi il ragazzo scandinavo lascia tutti a bocca aperta rimontando due set al ben più affermato Ivan Lendl, eliminato dopo una sfida estenuante. Durante i quarti Gerulaitis prova a regolarlo con un match d’attacco, ma lo sfidante risponde ad ogni assalto e alla fine lo statunitense sconfitto afferma: «Non sono riuscito a fargli sbagliare un rovescio, non è possibile!». Ma le sorprese non finiscono qui, anzi, in semifinale contro Clerc il giovane fuoriclasse vince ancora e si mette in evidenza per un gesto memorabile di fair-play.
L’argentino prova a far capitolare Wilander con il suo mitico rovescio ma lo svedese, impassibile e sempre lucido, risponde colpo su colpo e annulla tutti i tentativi dell’avversario. Al momento del match-point, arriva una decisione arbitrale dubbia che di fatto consegna la vittoria allo svedese, con Clerc che si ribella e contesta duramente. A questo punto, il talento di Vaxjo tiene conto delle proteste del collega e chiede di rigiocare il punto che conquista ancora una volta e senza alcuna recriminazione, uscendo dal campo tra gli applausi degli spettatori. Nemmeno il monumento Vilas può avere ragione di Wilander in finale, e così a 17 anni e 9 mesi diventa il tennista più giovane di sempre ad aggiudicarsi il torneo (record che poi verrà infranto da Chang).
Dopo lo straordinario trionfo del 1982, la carriera di Mats Wilander prosegue tra un successo e l’altro: colleziona 33 successi nelle varie competizioni, tra i quali spiccano 3 affermazioni a Parigi, e soprattutto le due sull’erba degli Australian Open quando mette a tacere i critici che avevano detto che il suo stile di gioco poco offensivo non avrebbe prodotto risultati su quel tipo di terreno. Inoltre vanta un down-under nel 1988 a Melbourne Park e nello stesso anno un US Open. Oltre ai 7 titoli targati Slam, il campione svedese ha nel palmares 6 finali di Coppa Davis di cui 3 vinte, e tante altre affermazioni tra Cincinnati, Roma, Stoccolma, Bruxelles e Montecarlo. Alla fine del 1988 ottiene anche il primato nel ranking mondiale.
La vita sregolata fuori dal campo
Mats Wilander è stato tanto freddo, calcolatore e implacabile sui vari campi del tennis mondiale, quanto sregolato e passionale nella vita privata. In realtà, c’è da sottolineare che questa distanza tra il professionista e l’uomo non è emersa tanto durante gli anni d’oro della carriera, ma soprattutto dopo il ritiro quando probabilmente il fuoriclasse svedese si è voluto rifare di una giovinezza fatta di sudore e sacrificio. Nel 1990, quando si prende una prima pausa dall’attività agonistica, il campione fa parlare di sé soprattutto per vicende che riguardano la cronaca rosa fatta di vari flirt, scappatelle e incontri segreti. Tutto ciò fino a quando non incontra Sonia, la donna della sua vita, con la quale è ancora sposato e con 4 figli.
Sembra che la sua casa di Montecarlo all’epoca fosse frequentata da donne bellissime e che lo stesso Wilander non mancasse quasi mai ai party ai quali veniva invitato in giro per il mondo. Tra le sue fidanzate più famose c’è stata Annette che poi si è sposata con Edberg, e pare che i cattivi rapporti fra i due fossero legati proprio a vicende amorose che poi col tempo si sarebbero del tutto risolte. Prima del ritiro definitivo è stato anche trovato positivo alla cocaina, ma questo episodio non ha inficiato sulla sua carriera, poiché ormai aveva già in mente di dare l’addio al tennis.
L’ex campione attualmente lavora come allenatore, infatti in questi anni è stato il tecnico di Marat Safin e Wayne Ferreira, e anche dei francesi Paul-Henri Mathieu e Tatiana Golovin. In alcune circostanze è commentatore tecnico e opinionista di Eurosport.