A Borgo Panigale sorprendono ancora, sulla carta hanno costruito la moto migliore. Ma in testa al mondiale c’è ancora Quartararo. Com’è possibile? La sua Yamaha è nettamente inferiore rispetto alle Ducati. Un risultato curioso pensando anche al pilota, Pecco Bagnaia, impegnato a tirar fuori dalla sua moto tutte le prestazioni richieste per ben figurare nei circuiti del motomondiale.
Il fallimento Ducati e il perché
Bagnaia va giù per terra e il mondo Ducati crolla inesorabilmente. E’ la filastrocca che rincalza il Motomondiale 2022. Una conferma, anzi, che aggrava la pessima sensazione avuta l’anno scorso, ovvero avere moto migliore, ma non riuscire a vincere. Sembra un balletto maledetto, un sottile paradosso iniziato con il biennio di sogni infranti con Andrea Dovizioso, che ha portato la rottura un po’ burrascosa tra il forlivese e la casa bolognese. Un pensiero concreto diventato certezza.
La festa la fanno gli altri
Le rosse davanti in tutte le sessioni di prove ci illudono, ma poi la domenica a far festa è Fabio Quartararo. Con una Yamaha che non va avanti se non con il francese. Ma come? È una maledizione! La risposta, di quasi tutti, è che Dovizioso perdeva perché contro c’era Marc Marquez. Ora Pecco si inchina a Quartararo? Bagnaia fenomeno o no? La realtà sta venendo fuori piano, piano, un ragazzo dalle qualità umane, prim’ancora che tecniche, eccezionali.
Il pensiero di Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse
Nel 2020 Quartararo dimostra che serve tempo per maturare. Costruirsi certezze fatte su misura è un lavoro sartoriale che va coltivato giorno dopo giorno. Ma la Ducati non è il posto dove farlo. L’uomo non è mai stato messo al centro, è sempre merito delle moto; poi ci sono i piloti. La filosofia di Gigi Dall’Igna, è di costruire una moto facile, vincente su tutte le piste e con tutti i piloti. La storia, però, ci dice che vincono i piloti, non le moto. Ci sono moto belle, incredibili ma che molti non riescono a portare neppure a punti, come la Honda di oggi per esempio. Valentino Rossi con la Yamaha del 2004, Casey Stoner con la Ducati del 2007, Marc Marquez con la Honda degli ultimi titoli conquistati e Fabio Quartararo con questa Yamaha. Sul canale Telegram Gigi, sottolinea come il marchio emiliano non sia in testa alla classifica piloti ma comanda quella dei costruttori. In Ducati ci si aspettava la vittoria sicura, da settimane, forse da mesi. Resta per tutti ancora un punto fermo della classe regina. Gigi commenta: “Ducati è l’unico costruttore che ha vinto gare con due piloti diversi quest’anno. La Ducati Desmosedici GP è l’unica moto sempre partita in prima fila in ogni gara quest’anno
Vale 46 e Lorenzo un amore controverso
La Ducati aveva provato ad acquisire dei campioni. Anzi, l’aveva fatto. Con Valentino non era questa Ducati, non era ancora pronta. Con Jorge Lorenzo non ha avuto pazienza, Vale non ha mai aspettato qualcosa o qualcuno. Ma con Lorenzo era un beccarsi continuo, un vero divertimento. Tanti talenti hanno fatto capolino tra le grinfie di Ducati, Viñales, Quartararo, Marquez stesso. Qualcosa vorrà pur dire. E se volete una conferma prendete la Ktm, dove vige ancora più forte e incalzante la politica del prima viene la “Casa”, poi il pilota. Risultati? Pochi, pochissimi. Dall’Igna: “Il mio lavoro? Non è costruire una buona moto; il mio lavoro è vincere i Campionati, sì, ma ancora più importante è il Campionato Piloti. Se non ci riesco, non posso essere felice”.
I pensieri volano al Word SBK
Il motore V4 è il motore migliore per una moto da gara così, commenta Gigi con certezza parlando della sua creatura, la Panigale V4 R, contrapponendola al quattro cilindri in linea delle ZX-10RR e Yamaha YZF-R1. Dall’Igna ha affermato che la configurazione V4 è la migliore per il WorldSBK: “Sono convinto che il motore V4 sia il motore migliore per una moto da gara. Lo spazio di manovra per migliorare c’è. La performance della moto e questo motore alzano il livello della competizione. Conclude: “Proveremo a fare del nostro meglio per migliorare la moto”. Molto chiaro, i pensieri volano alla casa, come dicevamo, è questo il fulcro delle preoccupazioni dei ducatisti.