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MotoGP – Luca Marini: il racconto di papà Massimo

Massimo Marini racconta il percorso del figlio Luca fino alla MotoGP. In una bella intervista a La Repubblica il papà di Luca Marini ha raccontato il percorso del figlio che l’ha portato fino a gareggiare contro il fratello/campione Valentino Rossi. Massimo Marini psicologo specializzato in psicoterapia infantile e adolescenziale ha ripercorso i primi passi di Luca ricostruendo le dinamiche mentali che lo hanno spinto verso il mondo delle due ruote.

Luca Marini: “vorrei diventare il pilota più veloce del mondo”

Non avrà avuto il papà pilota nel motomondiale ma anche Luca ha ricevuto un aiuto formidabile per raggiungere certi traguardi, con i suoi metodi Massimo l’ha aiutato passo dopo passo sin dall’inizio: “forse è cominciato tutto quando eravamo in Malesia, nel 2001: le interviste, la festa dei tifosi, le telecamere, i colori del paddock. Suo fratello vinceva il primo mondiale in 500 cc. e Luca me lo ricordo bene: rapito, sgranava gli occhioni. Aveva ragione Freud. I bimbi sono attratti da segnali che giudicano desiderabili, gratificanti: questo segna per sempre la loro vita. Luca poi ci ha fregato presto. Io e Stefania (Palma, mamma di Valentino Rossi), avremmo preferito facesse un altro sport. Ci chiedevamo se poteva crescere sufficientemente sano e felice: a quei tempi il fratello era l’italiano più conosciuto nel mondo dopo il Papa, c’era il rischio di condizionamento e frustrazione. Mettevamo lo studio davanti a tutto. E poi, tanti sport: lo sci durante l’inverno, la barca a vela d’estate, la scuola calcio, il nuoto e il tennis, la bici. Riusciva bene in tutto. Però con la moto, subito formidabile. Un giorno Luca intorno ai 10 anni ha visto dei bimbi correre sulle mini-moto, poi mi ha guardato dicendomi: vorrei diventare il pilota più veloce del mondo. Era così serio mentre me lo diceva, come avremmo potuto dirgli di no?” Quanto poi alla difficoltà di essere etichettato come “il fratello di Valentino Rossi” prosegue: “Tanti hanno pensato che abbia ricevuto aiuti speciali. Il contrario. Dal punto di vista tecnico è sempre stato sfavorito, guai a ‘truccare’ le carte: fosse stato scoperto sarebbe scoppiato il finimondo; ma soprattutto perché gli abbiamo insegnato che correttezza, giustizia e libertà venivano prima di ogni altra cosa. Come mi diceva Marco Melandri: deve usare una moto che va piano, così impara a sfruttare anche le piccole occasioni della vita. Tornando alla frase di Luca gli risposi ovviamente di sì aggiungendo però che a me sarebbe bastato diventasse una grande persona”. Papà Massimo conclude raccontando sorridente un aneddoto legato agli insegnamenti ricevuti da Luca: “da ragazzino, in Spagna, ha rinunciato a una vittoria per soccorrere un inglese che era caduto e si stava ustionando, io e Stefania eravamo stati bravi”.