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Il regno di Nadal a Parigi non cessa di finire. Vittoria numero 12 al Roland Garros

Lo spagnolo batte uno stoico Thiem in finale e ottiene il dodicesimo Slam all’Open di Francia. Diciottesimo major in carriera, -2 da Roger Federer

Definire unico Rafael Nadal è riduttivo. Ogni anno, arrivati nel giugno del Roland Garros, le frasi che si sentono qua e là in giro per il Country Club transalpino sono più o meno le stesse:

Quest’anno non vince, non può mica vincere sempre lui’.

Ebbene sì, anche quest’anno Rafael Nadal ha alzato al cielo il trofeo del Roland Garros, secondo Slam stagionale.

Dopo la finale persa all’Australian Open, il cannibale spagnolo non poteva mica certo fallire l’appuntamento con il ‘torneo di casa‘, poiché, diciamocelo chiaramente, se costruissero una sua statua alle pendici dell’Arc de Triomphe non sarebbe poi tanto eretico.

Nadal vince qui a Parigi per la dodicesima volta in carriera, con il computo delle vittorie che ogni anno inesorabile e puntuale come un orologio svizzero va avanti di uno.

Slam numero 18 per lui, a -2 dal re del tennis di tutti i tempi Roger Federer, che ora mai come prima, con poche annate agonistiche ancora davanti – si spera siano di più – sente il fiato del maiorchino sul collo.

Il Roland Garros, da anni reputato come il major più duro del circuito per una serie di fattori – dal caldo alla superficie – è uno Slam semplice: ci si iscrive in 128, ma alla fine vince sempre Nadal.

Per i 127 poveri umani, ormai è un habitué pensare esclusivamente a far bene, perché ambire al trono con questo signore qui in tabellone, è quasi da ritiro della racchetta.

Questo avrà pensato oggi Dominic Thiem – ah per l’appunto, gran bel giocatore -, che appena messi i piedi sull’infuocato mattone tritato dello Chatrier, sapeva di dover affrontare un leone mai domo.

In più, lo speaker odierno di questa finale, non è stato molto di conforto per l’austriaco. Infatti in sede di presentazione ha preferito omettere l’elenco di edizioni vinte da Nadal, limitandosi ad un ‘riduttivo‘ 11 volte campione.

Povero uomo, alla fine non è neanche una scelta così folle, perché annunciare tutte le affermazioni dell’iberico richiedeva almeno 10 minuti.

Sicuramente in conclusione della stagione sul rosso, non è stato di certo il miglior Nadal. Però Rafa, dopo la maledizione semifinale, si è rimesso subito in riga non gettando mai la spugna, anzi, entrando in campo ancora più agguerrito.

La vittoria di Roma è stata poi un’ulteriore iniezione di fiducia, per farlo arrivare al top a Parigi.

Oggi per Thiem, c’è stato veramente poco da fare. Nadal ha vinto con merito in quattro set, con il punteggio di 6-3, 5-7, 6-1, 6-1.

L’unica consolazione per l’austriaco è stata strappare un set al rivale, ma quello è stato anche il punto di non ritorno della partita. Infatti da lì in avanti, Nadal lo ha annichilito completamente.

Certo che la condizione psico-fisica di Dominic non era delle migliori: la maratona di due giorni con Djokovic si è fatta sentire eccome, limitandolo soprattutto dal punto di vista atletico.

Proprio su questo fattore, Nadal ha cercato di lavorare nel primo set: per i primi cinque game ha giocato praticamente da fermo facendo correre Thiem come un indemoniato.

Il campione in carica sembrava in controllo, ma sul più bello arriva il break di Thiem e conseguente 3-2.

Poco male per Rafa, che continua a seguire il copione preparato ad hoc per questa finale. Thiem viene rispedito in un angolino dello Chatrier a due metri circa dalla linea di fondo campo. In più il numero quattro al mondo soffre terribilmente la diagonale di rovescio di Nadal.

Tutto ciò si traduce in 4 giochi consecutivi di Rafa e primo set vinto 6-3.

Nel secondo parziale, Thiem appare leggermente in affanno, ma riesce a tener viva la partita aiutandosi con il servizio. Lo stesso fa Nadal, che chiude agevolmente i suoi turni di battuta non facendo mai entrare nel vivo dello scambio il rivale.

Stranamente le emozioni latitano, fino al 6-5 Thiem. Tra lo stupore generale, l’austriaco si procura due palle set in risposta, capitalizzando subito la prima.

7-5 e match di nuovo in parità. Quello che sbalordisce è che nei precedenti turni di battuta, Nadal aveva perso un solo 15.

A questo punto lo Chatrier, intonando un caloroso ‘Dominic Dominic‘ si aspetta una partita viva ed equilibrata.

Ma quando c’è in campo Nadal mai dare nulla per scontato. Il mancino di Manacor, torna negli spogliatoi per una rinfrescata dall’umidità parigina. Il fattore psicologico dovrebbe pendere a favore di Thiem, ma succede l’esatto contrario.

Rafa rientra in campo come se volesse dire ‘Non è successo nulla, continuiamo a giocare’, mentre Thiem spegne completamente la luce.

Subito parziale monstre di 16-1 con Nadal che scava subito un abisso. Thiem sbaglia di tutto e non riesce più ad essere rapido negli spostamenti.

Risultato? 6-1 Nadal in una ventina di minuti scarsi. Questo set è un ulteriore mazzata per il povero austriaco: tuttavia nel quarto parziale torna a giocare aggressivo disponendosi a ridosso della linea di fondo.

Questo stratagemma porta qualche frutto: una palla break nel primo, due nel terzo game. Tutte però annullate con l’ottimo servizio slice di Nadal.

Lo spagnolo piazza un rovescio in precario equilibrio da favola volando 3-0.

Thiem inizia a vedere le streghe quando va sotto 0-40 nel successivo turno di servizio: due ace e un ottimo schema servizio-dritto lo portano però sul 3-1.

Tuttavia neanche lui, dopo le chance gettate alle ortiche, crede più alla rimonta.

Nadal tiene agevolmente la battuta e breakka nuovamente l’austriaco al sesto game.

Il settimo è solo una passerella per il re parigino, che al secondo Championship point vede finire lunga la risposta di Thiem.

Schiena sulle polveri rosse parigine, sguardo al cielo, un timido sole sopra Parigi, tutto pressoché perfetto.

Ce l’ho fatta ancora avrà pensato‘: si Rafa, hai vinto e te lo sei meritato.

Grande e sentito abbraccio con Thiem a fine gara, con conseguente pacca sulla spalla da parte del maiorchino, come segno divino di chi riconosce un futuro campione di questo sport.

Bravo Dominic, se non esistesse Rafael Nadal, in questi due anni il primo Slam della carriera l’avresti vinto stra-meritatamente.

Dopo ciò Nadal può festeggiare questa sua vittoria, ciliegina sulla torta arrivata alla fine della stagione sul rosso.

Il suo score a Parigi parla chiaro: 93-2.

12 titoli all’Open di Francia – l’unico nella storia a vincere per così tante volte un singolo major – 18 Slam.

Chapeau Rafa

Risultati:

[2] R. Nadal b. [4] D. Thiem 6-3, 5-7, 6-1, 6-1

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