Chissà cosa avrà provato in cuor suo Nico Mannion, collegato dal pc nella sua stanza, nel momento in cui il suo nome è stato accostato ai Golden State Warriors. Infatti in questo surreale Draft NBA 2020 in modalità virtuale, c’è da raccontare anche una storia made in Italy. Dopo una snervante attesa durata ben 47 nomi, quelli pronunciati da Adam Silver prima e da Mark Tatum poi, probabilmente il ragazzo di belle speranze forgiato in Arizona temeva che non sarebbe mai arrivato il suo momento. Quando però la tanto attesa chiamata è arrivata, il classe 2001 si sarà lasciato andare ad un pianto di gioia. Soddisfazione doppia poi, che a puntare su di lui sia stata una franchigia di blasone come gli Warriors.
Chi è Nico Mannion e perché il suo destino era legato ai Warriors?
Prima dell’inedito Draft della scorsa notte, il nome di Nico Mannion era pronosticato come un sicuro ‘Lottery Pack’, una chiamata almeno tra le prime 15. Una stagione marcata in maniera indelebile dal Covid, abbinata alle prestazioni altalenanti dello stesso Mannion, hanno fatto scendere le sue quotazioni. Tuttavia, prima o dopo che sia, il cestista italo-americano è diventato il 13° giocatore azzurro della storia dell’NBA e ha tutte le carte in regola per restarci a lungo. Dalla prossima stagione sarà il quarto italiano nel ‘paradiso della palla a spicchi’ insieme a Marco Belinelli (San Antonio Spurs), Danilo Gallinari (Oklahoma City Thunder) e Nicolò Melli (New Orleans Pelicans).
Nico Mannion è nato a Siena il 14 marzo del 2001 da papà americano e mamma italiana (Gaia Bianchi – ex pallavolista). I due si sono conosciuti durante la militanza in Italia di suo padre Pace a Cantù. Ecco, di padre in figlio, poiché anche Mannion Senior ha una lunga esperienza nel basket, condita da alcune stagioni in NBA. La prima 37 anni fa, nel 1983, quando, pare quasi uno scherzo del destino, fu chiamato con la pick n.43 proprio dai Golden State Warriors. Il team della baia è quindi legato fortemente alla famiglia Mannion.
Dagli inizi fino alla nazionale italiana
Nonostante la scelta tardiva nel Draft, Nico Mannion è considerato dagli addetti ai lavori uno dei migliori talenti in rampa di lancio nel mondo NBA. Può giocare sia come playmaker sia come guardia e proprio in quest’ultimo ruolo ha dato sfoggio delle sue abilità. Un passo deciso nel mondo del basket lo fa a 14 anni, quando entra alla Pinnacle High School di Phoenix, in Arizona. Il suo primo anno da freshman è da capogiro, con medie sbalorditive che vanno a toccare i 20.2 punti e 4.7 assist a partita. Per forza di cose finisce nel miglior quintetto della stagione secondo MaxPreps.
L’anno successivo le sue prestazioni calano leggermente, ma non le sue medie, che invece (pare quasi una contraddizione) salgono vertiginosamente. Con il passare del tempo le sue qualità non passano inosservate ai migliori college d’America, che sono pronte a far carte false pur di averlo tra le proprie fila. Nico Mannion invece decide di abbandonare un anno prima la High School per giocare con la squadra collegiale degli Arizona Wildcats. Una guardia fuori dal comune, nonché autentico trascinatore del suo quintetto, il nativo di Siena si dichiara eleggibile per il Draft già nel 2020. Il resto della storia lo sapete già.
Nonostante la giovane età, Nico Mannion è già entrato nelle grazie della nazionale italiana di pallacanestro. Nel 2017 ha disputato l’Europeo Under 17 con l’Italia, terminando la competizione da miglior marcatore. Un anno dopo è arrivata la chiamata dei ‘grandi’ a 17 anni e 3 mesi, diventando così il quarto esordiente più giovane degli Azzurri. Ha realizzato 9 punti nella sua prima apparizione sul parquet con la casacca dell’Italia nella sconfitta contro l’Olanda, valida per le qualificazioni ai mondiali.
Un piccolo aspetto a suo sfavore può essere quello di aver scelto la nazionale del suo paese di nascita quasi come un ‘ripiego’. Infatti il nuovo talento di Golden State aveva inizialmente optato per la nazionale statunitense, prima di essere tagliato in Under 16. Con molti anni di carriera davanti però, avrà occasione di farsi perdonare. Nel frattempo ci godiamo questo nuovo talento di casa nostra.
Il suo futuro ai Golden State Warriors
Precisiamo subito una cosa, Nico Mannion parte come una delle ultime opzioni nel ricco e fortissimo roster a disposizione di coach Steven Kerr. Tuttavia il nuovo infortunio capitato nelle scorse ore a Klay Thompson (si ipotizza nulla di particolarmente grave), libera un tassello nel ruolo di guardia. Kerr è uno specialista nel forgiare talenti, e soprattutto in occasioni d’emergenza, potrebbe concedere a Mannion un buon minutaggio.
Crescere sotto l’ala protettiva di Stephen Curry, che lo visionò già in un campo estivo del 2018 (partecipò anche la seconda scelta Weismann), e condividere lo spogliatoio con campioni del calibro di Green e lo stesso Thompson, non può che far bene al miglioramento delle abilità del diciannovenne italo-americano. Nel frattempo lo stesso n.30 dei gialloblu ha tenuto a salutare il nuovo arrivato, così come il coach che gli ha dato il benvenuto con un eloquente ‘Bear Down’, motto dell’Università di Arizona che entrambi hanno frequentato.
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